“Anselm” Di Wim Wenders: Recensione
Anselm Kiefer è uno dei più rinomati artisti contemporanei, noto per le sue enormi opere, cariche di profondità storica, filosofica e culturale. Il suo lavoro spesso affronta temi legati alla memoria collettiva, all’identità nazionale tedesca e alla complessità dell’esperienza umana nel contesto della storia classica, del mito. La sua relazione con Paul Celan, uno dei più importanti poeti del Novecento, è fondamentale per comprendere la sua poetica e la sua ricerca artistica.
Anselm influenze importanti nel film
Paul Celan, un sopravvissuto all’Olocausto di origini ebraiche, è noto per la sua poesia complessa, caratterizzata da un linguaggio denso, simbolico e spesso ermetico. La sua esperienza personale di perdita, trauma e ricerca di significato nel caos storico ha influenzato profondamente il suo lavoro e ha fornito un terreno fertile per una riflessione filosofica sulla memoria, sulla responsabilità e sulla possibilità di dare voce ad esperienze indicibili.
Kiefer, a sua volta, ha manifestato un profondo interesse per la storia tedesca, esplorando la complessità dell’eredità culturale del suo paese attraverso l’arte. Le sue opere sono spesso monumentali e cariche di simbolismo, con riferimenti alla mitologia, alla storia dell’arte, alla letteratura e alla filosofia. La sua collaborazione con Celan si manifesta attraverso una sorta di dialogo interdisciplinare, in cui le immagini visive di Kiefer si intrecciano con i testi poetici di Celan per creare un’esperienza artistica multistrato.
L’influenza di Paul Celan su Anselm Kiefer
L’influenza di Celan sulla poetica di Kiefer può essere individuata in diversi aspetti del suo lavoro. In primo luogo, c’è una profonda sensibilità nei confronti del linguaggio simbolico e dell’uso dei materiali. Come Celan, Kiefer utilizza l’arte come mezzo per esplorare le dimensioni più profonde dell’esistenza umana, cercando di dare forma e significato alle esperienze che sfuggono alla semplice espressione verbale. In secondo luogo, entrambi gli artisti affrontano il tema della memoria e del trauma storico, cercando di dare voce alle voci silenziate dalla storia ufficiale e di preservare il ricordo delle vittime delle tragedie del passato. Infine, c’è un’attenzione condivisa alla dimensione metafisica dell’esistenza, con entrambi gli artisti impegnati in una ricerca di significato che va oltre la semplice materialità del mondo.
Anselm, di Wim Wenders, non è un semplice documentario. Ma più una trasposizione attraverso immagini dinamiche, musica e poesia, dell’opera epica, scultorea, pittorica, installativa, di Kiefer, in cui due tedeschi, due giganti dialogano, ognuno col proprio linguaggio, rendendo percettibile il Sublime.
Anselm Kiefer e Wenders
Kiefer e Wenders sono accomunati da la nazionalità e anno di nascita, storicamente coincidente con l’inizio della seconda guerra mondiale (1945); la profonda ispirazione dalla poesia (per Kiefer sono state le poesie di Paul Celan, e per Wenders-ne ” il cielo sopra Berlino”- le elegìe di Rainer Maria Rilke)
Un accento va posto sull’importanza dei versi che anche Kiefer scrive quasi ossessivamente sulle sue opere o sulle mura dei suoi atelier come: “i capelli biondi della tedesca Margarete paragonati forse a un campo di grano” contrapposti ai capelli cenere di Sulmithe (ebrea). Come il fuoco suo altro strumento di lavoro che brucia e fa diventare “cenere”.
Importante il riferimento ai romantici (Caspar Friedrich e agli espressionisti in particolare Van Gogh) Perché proprio grazie ad un progetto che consisteva nel rivivere un viaggio nei luoghi legati a Van Gogh, Kiefer deve l’inizio del suo percorso artistico.
L’arte di Kiefer in gioventù
L’arte in gioventù è vista come dissidenza politica per rompere il tabù tedesco storico del nazismo, con forza retroattiva per scongiurare l’oblio e anche il suo modo serafico di rispondere a critiche e accuse di neonazismo; come il caso lo abbia fatto nascere in quel periodo e quindi le sue idee siano state così influenzate dal suo maestro accademico.
L’ idea personale di successo di Kiefer anche quando verso la fine del film è presente al Palazzo Ducale a Venezia nell’atmosfera onirica con il sé bambino presente, da buon tedesco non si esalta.
L’insostenibile leggerezza dell’essere (Milan Kundera) come concetto perché l’uomo non vuole affrontare l’abisso/i libri di piombo con dentro le vedute aeree esposti alla neue Nationalgalerie a Berlino negli anni ’80 e ora nel suo atelier francese che ha avuto fino al 2020.
Lo spazio enorme e l’isolamento di cui necessita per lavorare, fattore della sua arte che si genera nei suoi progetti infantili, la “stanza dei bambini cattivi”.
Perfect days Wim Wenders: Recensione | ConnectivArt
Sara Rita Mascia e ConnectivArt.