Cinque classici della letteratura da leggere per forza!
I grandi classici sono come vecchi amici: a volte li incontri per caso, altre volte qualcuno te li presenta, e spesso tornano a trovarti quando meno te lo aspetti, oggi condivido con voi Cinque classici della letteratura da leggere per forza. Alcuni li ho letti per dovere, altri per curiosità, ma tutti, in un modo o nell’altro, hanno lasciato un segno profondo. Ecco cinque classici della letteratura che ritengo fondamentali, raccontandovi come li ho conosciuti e perché meritano di essere letti almeno una volta nella vita.
“Delitto e castigo” di Fëdor Dostoevskij
Avevo poco più di vent’anni quando, durante una lunga estate, mi imbattei in questo romanzo in una piccola libreria dell’usato. Lo presi quasi per caso, attratto da quel nome impronunciabile sulla copertina. Fu un viaggio claustrofobico nella mente di Raskol’nikov, tra tormenti morali e ingiustizie sociali. Una vera e propria discesa negli abissi della coscienza umana. Leggerlo significa confrontarsi con le proprie ombre e chiedersi fino a che punto siamo disposti a giustificare il nostro agire.
Mi ha lasciato una profonda riflessione sulla colpa, il rimorso e la redenzione.
“Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen
Non avrei mai pensato che un romanzo dell’Ottocento potesse risultare così moderno. L’ho letto per la prima volta quando una mia amica me lo regalò dicendo: “Vedrai, ti sorprenderà”. E aveva ragione. La brillante ironia di Jane Austen e il duello verbale tra Elizabeth Bennet e Mr. Darcy mi hanno conquistato. Non è solo una storia d’amore, è una critica sociale, un ritratto dell’epoca e un inno alla libertà di pensiero. Mi ha insegnato a guardare oltre le apparenze e a dare il giusto peso all’orgoglio e ai pregiudizi, anche nella vita di tutti i giorni.
“Cent’anni di solitudine” di Gabriel García Márquez
Di questo libro ne sentivo parlare ovunque. “Ti cambierà la vita” dicevano. Un giorno, spinto dalla curiosità, lo presi in prestito da un amico. Dopo poche pagine ero già immerso nell’universo di Macondo, tra le vicende dei Buendía e il realismo magico che avvolge ogni riga. È una storia che si muove nel tempo, nella memoria e nei sogni, un libro che lascia un senso di nostalgia anche prima di finirlo. Mi ha lasciato la consapevolezza di quanto le storie e i ricordi si intreccino nel destino umano, creando cicli che si ripetono in modi inaspettati. Mi ha lasciato la consapevolezza di quanto le storie e i ricordi si intreccino nel destino umano, creando cicli che si ripetono in modi inaspettati.
“Il grande Gatsby” di F. Scott Fitzgerald
Era un periodo in cui sentivo il bisogno di qualcosa di leggero e affascinante, così scelsi “Il grande Gatsby”. Non potevo immaginare che dietro quelle feste sfarzose e la New York scintillante degli anni ’20 si celasse tanta malinconia. Gatsby, con il suo sogno impossibile, mi ha fatto riflettere su quanto spesso inseguiamo illusioni, convinti che ci porteranno alla felicità. Un romanzo che, pur essendo ambientato in un’epoca lontana, parla a tutti noi. Questo libro mi ha lasciato la triste certezza che alcuni sogni sono destinati a restare irraggiungibili, ma anche l’importanza di saper distinguere ciò che è veramente significativo.
“Moby Dick” di Herman Melville
Confesso che ho iniziato “Moby Dick” almeno tre volte prima di riuscire a finirlo. Poi, durante un viaggio, ho deciso di dargli un’ultima possibilità. Questa volta è stato diverso. Mi sono lasciato trascinare dalle descrizioni minuziose, dal senso di sfida del Capitano Achab e dall’immensità dell’oceano. Un romanzo d’avventura, una metafora della vita e dell’ossessione, di ciò che siamo disposti a perdere pur di afferrare qualcosa che forse non esiste nemmeno. Mi ha lasciato il timore di quanto sia facile perdere se stessi in un’idea fissa, dimenticando tutto il resto.
Questi libri mi hanno accompagnato in momenti diversi della mia vita e ognuno di loro ha lasciato un segno indelebile. La letteratura ha il potere di trasformarci, di metterci in discussione e di farci viaggiare senza muoverci. E voi, quali classici portereste sempre con voi?
Francesco Cogoni.
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