Comedian di Maurizio Cattelan torna a far discutere
Maurizio Cattelan torna a far discutere con la vendita all’asta di Comedian, la famosa “banana con nastro adesivo”. L’opera, proposta da Sotheby’s a New York, ha raggiunto un prezzo stimato tra 1 e 1,5 milioni di dollari, acquistata da Justin Sun, noto imprenditore e collezionista a 6,2 milioni di dollari. Questo evento ha riacceso i dibattiti sull’assurdità del mercato dell’arte contemporanea e sull’attribuzione del valore alle opere, specialmente a quelle dal contenuto concettuale minimo o provocatorio.
Maurizio Cattelan
Cattelan è noto per la sua ironia e critica al sistema dell’arte, ma Comedian è spesso vista come l’emblema di un mercato in cui il valore è attribuito più al clamore mediatico che all’opera in sé. Dal debutto nel 2019 a Miami, dove suscitò perplessità e fascino per la sua semplicità disarmante, Comedian ha continuato a generare interesse, non tanto per la sua estetica, quanto per il messaggio e la dinamica sociale e commerciale che rappresenta. Il fatto che l’opera sia stata pagata in criptovalute, come Bitcoin, sottolinea ulteriormente l’incontro tra l’arte e le speculazioni finanziarie.
La banana: Il punto critico del Mercato
Questa vendita evidenzia un punto critico del mercato: spesso, non sono gli artisti o i contenuti a determinare il valore delle opere, ma un sistema di connessioni, fama e dinamiche di mercato. In questo contesto, il talento o l’evoluzione concettuale sembrano secondari rispetto alla capacità di creare un evento virale. Comedian diventa così un simbolo di un mercato che celebra se stesso, più che l’arte, lasciando poco spazio a una riflessione autentica sul valore culturale e artistico.
Questa dinamica solleva interrogativi: l’arte contemporanea è davvero un campo creativo e innovativo, o è un circuito chiuso, gestito da pochi autorizzati, dove il valore è deciso da trend e strategie? Inoltre, il successo di opere come Comedian evidenzia il rischio di perdere il significato simbolico ed emotivo dell’arte, sostituendolo con un puro esercizio di marketing.
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Ce ne sarebbe da dire, che non si finirebbe più…Ma io vorrei proporre un aspetto di tutta la questione, che potrebbe far riflettere : da quel che so, Maurizio Cattelan, l’autore dell’ evento, non ha mai detto, né scritto che “Comedian” sia un’opera d’arte. Non so in quanti se ne siano accorti, ma se questo fatto fosse confermato, sarebbe lecito e opportuno, rivedere la totalità del fenomeno sotto un’altra luce, e immediatamente ci si renderebbe conto che tutto ciò che è stato detto e fatto intorno a ‘sta banana, è con ogni evidenza campato in aria.
E’ il pubblico che “crea” le “opere d’arte” di Cattelan, non lui.
Un eccellente osservazione, è un fatto che siano le dinamiche di mercato a potenziare mediaticamente la reazione del pubblico.
Questo lo si sa sin dalle scuole elementari, eppure cosa distingue un atto come quello di Cattelan da atti simili di altri artisti che passano totalmente inosservati?
Non si deve di certo a Cattelan, si deve al sistema elitario che arbitrariamente decide chi far diventare grande e chi no.
Indipendentemente dall’opera.
Cosa attira l’attenzione della stampa?
Non l’atto in se, ma l’influenza di chi la chiama a parlarne.