CORPI FUORI CONTESTO mostra di Tiziana Contu
Con la mostra Corpi fuori contesto, Tiziana Contu presenta alla Cittadella dei Musei di Cagliari gli esiti della sua nuova ricerca artistica, che fonde alcune delle sue cifre abituali, come il ricamo e l’aforisma, con l’accostamento di un supporto, realizzato con materiali di risulta – bustine di tè e tisane cucite tra loro – sul quale ha ricamato tavole anatomiche leonardesche o dettagli di opere rinascimentali. Le opere sono corredate da titoli che fanno parte integrante dei lavori e hanno il compito di condividere con il pubblico le riflessioni dell’artista tramutate in immagini.
CORPI FUORI CONTESTO mostra di Tiziana Contu
La curatrice Caterina Ghisu scrive che in ogni opera di Tiziana Contu troveremo parti anatomiche di corpi che, con un gesto di ribellione, vengono posti fuori dal contesto scientifico, con cui l’artista tuttavia dialoga, avendo scelto come sede espositiva quella che, alla Cittadella dei Musei di Cagliari, ospita le cere anatomiche di Clemente Susini. Una giustapposizione che diviene complementare e relazionale, nella quale le figure di cera, create come strumento didattico, mostrano figure parzialmente dissezionate, così come le immagini riprodotte da Tiziana Contu, scrutano la nostra identità di corpi in bilico tra espressione artistica e analisi scientifica, cercando di integrare, attraverso l’arte, quelli che Leonardo da Vinci chiamava i moti dell’animo.
Domenico Laurenza, nel testo critico di presentazione della mostra, sottolinea come la ‘decontestualizzazione’, che in generale sottende la strategia creativa di Tiziana Contu, è più apparente che reale: gli studi anatomici di Leonardo o quelli sulle proporzioni del corpo umano di Dürer, al di là del contenuto scientifico, sono infatti disegni di straordinaria bellezza, ‘opere artistiche’ a tutti gli effetti. Trovarli al centro delle opere artistiche della Contu è quindi meno spiazzante che l’utilizzo della carta da tè come supporto o del filo cucito per creare ‘disegni’. Anzi il loro utilizzo artistico ne evidenzia la valenza estetica e in tal modo questi lavori diventano anche un implicito, originale, libero, ma intelligente atto di esegesi storica.
La mostra di Tiziana Contu, Corpi fuori contesto, a cura di Caterina Ghisu, con un testo critico di Domenico Laurenza, è patrocinata dall’Università degli Studi di Cagliari; l’artista e la curatrice ringraziano sentitamente il Magnifico Rettore, professor Francesco Mola, la professoressa Rita Ladogana e il professor Domenico Laurenza per averla resa possibile.
Testo di Domenico Laurenza:
“A differenza dell’arte la scienza distrugge il suo passato”. Così lo storico della scienza Thomas Kuhn riassume quella che è una della più evidenti differenze tra questi due ambiti della creatività umana (La Tensione essenziale, 1985, p. 381). Una nuova scoperta, una nuova teoria scientifica manda definitivamente in soffitta la teoria precedente, che perde ogni valenza attiva e diventa una curiosità storica.
Il contrario accade nell’arte. La pittura di Masaccio, agli inizi del ‘400, è un deciso superamento della visione trecentesca di Giotto, ma Michelangelo, nel ‘400 inoltrato, studia e disegna la pittura di Giotto, che quindi continua ad avere un ruolo attivo, generando nuova arte. Procedendo nel tempo, De Chirico sarebbe impensabile senza la pittura veneziana del Rinascimento. Le opere di Tiziana Contu per la mostra Corpi fuori contesto confermano questa fondamentale differenza. I disegni anatomici di Leonardo, soggetto di alcuni di questi lavori, contengono scoperte anatomiche ormai di nessuna utilità per la medicina moderna, capaci al massimo di attrarre gli anatomisti contemporanei come esempi del passato della loro disciplina. Invece, a più di cinque secoli dalla loro realizzazione, continuano ad ispirare nuova arte.
In effetti, in questo caso, la ‘decontestualizzazione’, che in generale sottende la strategia creativa di Tiziana Contu, è più apparente che reale: gli studi anatomici di Leonardo o quelli sulle proporzioni del corpo umano di Dürer, al di là del contenuto scientifico, sono infatti disegni di straordinaria bellezza, “opere artistiche” a tutti gli effetti. Trovarli al centro delle opere artistiche della Contu è quindi meno spiazzante che l’utilizzo della carta da tè come supporto o del filo cucito per creare ‘disegni’. Anzi il loro utilizzo artistico ne evidenzia la valenza estetica e in tal modo questi lavori diventano anche un implicito, originale, libero,
ma intelligente atto di esegesi storica.
Anche da un punto di vista tecnico
si stabilisce un dialogo attivo con il passato. Ma, in questo caso, la ‘decontestualizzazione’ gioca un ruolo chiave. Le forme anatomiche “disegnate” da Leonardo diventano forme ‘cucite’ da un filo nero: tracciati filati invece che disegnati. Certo, ‘linee’ più o meno continue in ambo i casi. I teorici dell’arte del ‘400, analizzando il disegno e le sue connessioni con la geometria, sottolineavano che la linea era un insieme di punti. I punti del filo cucito, implicitamente, fanno altrettanto.
Ma ciò che muta, radicalmente, sono i tempi di realizzazione di questi tracciati lineari: veloci quelli delle forme ‘disegnate’ da Leonardo, lenti quelli delle figure ‘filate’ della Contu. Si disegna di getto, si tesse necessariamente in modo più lento. E in questa decelerazione dell’atto creativo, dell’atto del disegnare (anche la tessitura è in definitiva una forma di disegno, a partire dall’ordito del supporto), emerge di nuovo la dimensione di un atto che è allo stesso tempo creativo di una nuova visione artistica e riflessivo su una visione artistica del passato.
E l’arte, in questo gioco di rispecchiamento e di differenziazione tra passato e presente, diversamente dalla scienza, continua a nutrirsi di sé stessa.
Domenico Laurenza
Testo di Caterina Ghisu
Con la mostra Corpi fuori contesto, Tiziana Contu presenta alla Cittadella dei Musei di Cagliari gli esiti della sua nuova ricerca artistica, che fonde alcune delle sue cifre abituali, come il ricamo e l’aforisma, con l’accostamento ardito di un supporto, realizzato con materiali di risulta – bustine di tè e tisane cucite tra loro – sul quale ha ricamato tavole anatomiche leonardesche o dettagli di opere rinascimentali. Le opere
sono corredate da titoli che fanno parte integrante dei lavori e hanno il compito di condividere con il pubblico le riflessioni di Tiziana tramutate in immagini.
L’artista si fida poco delle verità accolte come tali, il suo intento è fare vacillare il positivismo difeso a oltranza: Tiziana Contu si prende gioco di dogmi e formule granitiche per farci entrare nel suo mondo di pensieri e azioni destabilizzanti, che rovesciano il senso comune grazie anche a una forte dose di ironia, che è uno dei fili rossi del suo percorso artistico.
Nella riproduzione di un teschio sezionato leonardesco,
ricama sulla tela la frase L’anima-senso comune/si trova nel punto di incrocio tra le linee A-M/C-D, compiendo un corto circuito tra lo studio meticoloso e scientifico della realtà con il mistero e l’indecifrabilità dell’anima. Nella tavola che mostra i polmoni, con la descrizione accurata dei bronchi, dei lobi e degli alveoli, la scritta Fino all’ultimo respiro ci riporta a una dimensione poetica, che esula completamente dall’osservazione minuziosa delle parti anatomiche che permettono l’assunzione di ossigeno e l’eliminazione di anidride carbonica, per farci approdare
all’unicità delle nostre singole esistenze, suggerendo che alcune cose esistono di per sé, appartengono all’insieme generale degli enti di natura, ma sono anche condizionate dall’agire umano, dal suo contesto e dal momento in cui viviamo. È qui che i Corpi fuori contesto di Tiziana Contu trovano la loro ragione d’essere: lo studio dell’anatomia umana suggella nelle sue opere un incontro tra etica e poetica, in una pluralità di fenomeni che ci induce a riflettere sulla nostra cultura dominata dal pensiero binario, fatta di opposizioni manichee che rimuovono ogni contraddizione, mentre, come ha scritto Edgar Morin, sarebbe importante tenere insieme le verità dell’Illuminismo e quelle del Romanticismo.
In una delle tele,
Tiziana Contu riproduce un dettaglio dello scomparto superiore destro del Polittico Griffoni (1472-1473) di Francesco del Cossa, che rappresenta Santa Lucia con in mano i suoi occhi disincarnati, metaforicamente assimilati a due boccioli che escono da uno stelo come fiori. Un’immagine di cui l’artista coglie il sincretismo tra gli occhi e il fiore mediante il titolo Ti dono i miei occhi, riferimento velato a un fatto autobiografico.
In ogni opera di Tiziana Contu troveremo quindi parti di corpi che, con un gesto di ribellione, vengono posti fuori dal contesto scientifico, con cui l’artista tuttavia dialoga, avendo scelto come sede espositiva quella che, alla Cittadella dei Musei di Cagliari, ospita le cere anatomiche di Clemente Susini. Una giustapposizione che diviene complementare e relazionale, nella quale le figure di cera, create come strumento didattico, mostrano figure parzialmente dissezionate, così come le immagini riprodotte da Tiziana Contu, scrutano la nostra identità di corpi in bilico tra espressione artistica e analisi scientifica, cercando di integrare, attraverso l’arte, quelli che Leonardo da Vinci chiamava i moti dell’animo.
Caterina Ghisu
CORPI FUORI CONTESTO
a cura di Caterina Ghisu
testi critici di Domenico Laurenza e Caterina Ghisu
CITTADELLA DEI MUSEI
PIAZZA ARSENALE, 1, CAGLIARI
12 SETTEMBRE – 7 OTTOBRE 2024
INAUGURAZIONE 12 SETTEMBRE 2024, ORE 17
ORARI DI APERTURA: 9 – 13 E 16.30 – 19
MARTEDÌ CHIUSO
INGRESSO LIBERO
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