Intervista a Carla Marcialis: il metodo Writefulness
In questa intervista, Carla Marcialis ci conduce alla scoperta del metodo Writefulness, un approccio innovativo che unisce scrittura e mindfulness per promuovere benessere personale e creatività. Carla, autrice e ideatrice del metodo, ci racconta come la pratica possa diventare un potente strumento per esplorare sé stessi e migliorare la qualità della vita attraverso le parole.
Potete acquistare il libro a questo link: WRITEFULNESS. IL METODO o richiederlo dal sito IL MIO MANUALE Vi aiuterà a trovare un approccio creativo per il blocco dello scrittore e liberarvi da molti limiti che il nostro giudice interiore ci impone.
Carla Marcialis e la nascita del metodo Writefulness
F.C. Come è nata l’idea del metodo Writefulness e quali sono stati i primi passi per svilupparlo?
C.M. Il metodo Writefulness unisce scrittura e mindfulness in modo unico.
Nasce da una mia esigenza. Come racconto all’inizio del libro, stavo attraversando un periodo davvero difficile sia psicologicamente che fisicamente: avevo appena perso mio padre e terminato una relazione tormentata (per non dire tossica).
In più facevo un lavoro molto stressante: gestivo un winebar e il ritmo di lavoro non giovava alla mia salute.
Scrivevo poesie struggenti (che vedrete pubblicate nel 2025 per conto di Edizioni La Chance) e mi mancava la scrittura di mestiere, in qualche modo, anche se me ne ero allontanata volutamente già da anni.
Credevo che la mia vita da scrittrice e sceneggiatrice fosse ormai finita e in qualche modo quel lutto non elaborato era come una spina nel cuore.
Mi sentivo una fallita, e organizzare gli eventi culturali e musicali al locale che gestivo non mi bastava più. Anzi: mi provocava forte malinconia per tutto quello a cui avevo rinunciato.
È stato necessario a un certo punto ricorrere agli psicofarmaci, anche se molto leggeri, per ritrovare un equilibrio.
Ispirazioni personali alla base del metodo Writefulness
F.C. Puoi raccontarci cosa ti ha ispirata e come hai trasformato questa idea in una pratica concreta?
C.M. Insieme alla chimica, la pratica di meditazione mi è venuta in soccorso. Sedermi mi consentiva di districare i pensieri, rallentarli, calmare la mente.
Era una necessità. Ho cominciato quindi a frequentare anche un piccolo gruppo di Soto Zen, una pratica giapponese abbastanza impegnativa e cerimoniale, cosa che amo molto.
Mi imbatto allora nel libro “Scrivere Zen” e leggendolo arriva l’insight che ha dato vita a Writefulness: cosa succede se scrivo bendata?
Così una sera mi sono bendata e ho sperimentato su di me una tecnica che ho da subito desiderato estendere anche agli altri. Non è stato facile farlo, ma mi sono davvero divertita a vedere cosa succedeva in me.
La prima volta: la nascita del metodo
Ricordo perfettamente la prima volta: ero al locale e ho sperimentato la scrittura bendata sulle tovagliette di servizio. Utilizzo tutt’ora quelle per svolgere i miei laboratori.
Ho capito solo in seguito all’insight e alla sperimentazione che quella pratica consentiva, inibendo il senso della vista, di attivare maggiormente gli altri sensi e di accedere a una maggiore introspezione e libertà dal giudice.
Non puoi vedere quello che scrivi, come lo scrivi. E non torni indietro a rileggere e correggere. Non ti censuri. Sei tutto sensi e in balia degli stimoli che ricevi dall’esterno e dall’interno come se non ci fosse una barriera tra questi due spazi.
Dopo le prime sperimentazioni su di me ho dato il via ai primi laboratori di gruppo, ricevendo il supporto di realtà molto attive a Cagliari e nell’Hinterland, come Ferai Teatro. E poi un anno dopo alla Scuola Holden di Torino.
In seguito, negli anni, ho sviluppato la seconda parte del metodo, quella energetica e alchemica, attingendo dal mondo dei nativi americani e dalla bioenergetica di Lowen e di Barbara Brennan.
Questa parte del metodo è, diciamo, una conseguenza di quella introspettiva, si apre a relazionarsi con il mondo che ci circonda e porta a una connessione più consapevole con esso. Mostra quanto l’ispirazione e la creatività possano arrivare dall’esterno e accompagnarci per tutto il processo creativo nel momento in cui lo riconosciamo come specchio di ciò che abbiamo dentro.
Ispirazioni di Carla Marcialis ed elementi del libro
F.C. Quali autori, situazioni o esperienze l’hanno ispirata ad intraprendere questo percorso?
C.M. Scrivere zen di Natalie Goldberg, la pratica della meditazione prima vipassana e poi zen. Le cerimonie del Cammino Rosso Nativo Americano, la Scuola in Counseling a orientamento energetico.
Ultimo, ma non per importanza, anche il testo “La via dell’Artista” di Julia Cameron, un illuminante percorso di avvicinamento alla creatività.
F.C. Il tuo libro è una risorsa importante per chi desidera esplorare la scrittura creativa. Quali sono gli elementi principali del libro Writefulness, quali obiettivi e per quale tipo di lettore lo hai scritto?
C.M. Questo libro è rivolto a tutte le persone che desiderano avvicinarsi alla scrittura, alla creatività, e che vogliono ricercare benessere psicofisico e crescita personale nella scrittura. Può essere utile a principianti così come a professionisti che hanno un blocco o che si stanno annoiando o disinnamorando della scrittura e delle regole.
Uno dei principi fondamentali della Writefulness è la disobbedienza intesa come presupposto alla creatività. Disobbedire alle convenzioni, al giudice che ci vuole continuamente imporre cosa sta bene e cosa no, alle regole, alle abitudini schematiche.
Il libro è rivolto anche a chi desidera utilizzare la scrittura come ricerca spirituale e muovere i primi passi nella bioenergetica, pratica che consente di allineare corpo, mente e spirito.
Pratica che riporta al proprio corpo e al sentire l’energia vitale che si muove in esso, tramite tecniche di grounding,
respirazione e visualizzazione.
All’interno del libro ci sono degli esercizi, degli stimoli di scrittura, meditazioni guidate e idee di lavoro che accompagnano lettori e lettrici nella pratica.
Metodo Writefulness ed altre pratiche creative nel libro di Carla Marcialis
F.C. Come si relaziona il metodo Writefulness con la scrittura zen e altre pratiche creative?
C.M. Il metodo Writefulness ha preso in prestito dalla pratica zen soprattutto il ritorno all’essenza, all’essenziale. Uno dei sutra zen recita: “la forma non è che vuoto, il vuoto non è che forma; ciò che è forma è vuoto, ciò che è vuoto è forma; lo stesso è per sensazione, percezione, discriminazione e
coscienza” Il vuoto.
È dal vuoto che si crea; se prima non c’è un vuoto, non può esserci qualcosa da riempire. La musica è fatta di suono e silenzio. Le frasi sono fatte di parole e spazi. Siamo circondati dal vuoto. Le cose che vediamo e stringiamo dentro sono fatte di anche di vuoto. Dentro di noi abita il vuoto.
Mettere una benda e guardare il buio (il vuoto) ci mette a contatto con i nostri spazi da riempire con la scrittura.
E poi la presenza, la consapevolezza. Scrivere nel qui e ora, nel nostro corpo, ascoltandoci pienamente.
Continua Carla Marcialis: Nel caso della scrittura bendata, privati da stimoli visivi, che sono forse quelli che più ci allontanano dal nostro nucleo, perchè “ci distraggono da noi, dal presente” possiamo accedere alla nostra luce creativa senza influenze estetiche.
Più che pratiche creative, parlerei di pratiche energetiche e corporee.
Writefulness è fatto di due tipi di pratiche, complementari fra loro: quella introspettiva, legata allo zen e alla pratica della presenza, e quella “alchemica o energetica” che ci mostra come dentro di noi si muove un’energia creativa che dipende da come gli elementi aria, acqua, terra e fuoco sono bilanciati.
Ognuno di questi elementi richiama un archetipo e una funzione creativa, e prevede delle pratiche che aiutano a metterci in contatto con esso. Questi elementi sono inseriti all’interno di quella che i nativi Americani chiamano “Ruota di Medicina” che racchiude simboli concreti e quotidiani legati alla nostra energia.
È la nostra energia, il nostro corpo fisico (sede della nostra energia) richiama l’energia del tutto. Basta osservare come una foglia, con le sue venature e il suo pattern, sia simile al palmo di una mano.
Stessi atomi, aspetti simili, diverse molecole.
E dunque così possiamo trovare nella nostra creatività le caratteristiche di aria, fuoco, terra e acqua. Se questi elementi non sono bilanciati in noi, sarà difficile vivere una creatività soddisfacente. E avremo anche una vita priva di benessere psicofisico.
Così, conoscere la propria energia creativa (che non altro che energia vitale) diventa un aiuto per stare meglio.
Così uno dei principi della Writefulness è la corporeità. Pratiche creative che ho diciamo “integrato” sono: la scrittura manuale e libera, bruciare i propri scritti (potente atto psicomagico), la pratica del giardinaggio e della camminata in natura.
Tra le altre pratiche specifiche di Writefulness c’è quella di scrivere nei cimiteri monumentali.
Un laboratorio che agisce su più livelli: dona ispirazione attraverso le immagini che vediamo (lapidi, fotografie, date) e ci porta a riflettere sulla morte e sulla vita, riconnettendoci in qualche modo con i nostri antenati (anche loro fanno parte della ruota di medicina) e con i nostri cari scomparsi. La scrittura in questo caso può avere anche un valore taumaturgico.
Counseling Ascolto ed Empatia
F.C. In che misura il counseling influisce sul suo lavoro di scrittrice e formatrice? ed in che modo potrebbe influire sui discenti?
C.M. Le caratteristiche principali del counseling sono l’ascolto e l’empatia. Sono entrambi strumenti indispensabili ai laboratori e ai percorsi Writefulness.
Quando apro uno spazio di lavoro, che sia individuale o di gruppo, mi assicuro che sia uno spazio libero dal giudizio e dall’auto giudizio. Nel caso del gruppo invito i partecipanti durante e/o dopo la scrittura a mettersi in cerchio e ad ascoltare e ringraziare per ogni condivisione. La condivisione non è obbligatoria, solo gradita.
Questo perché do importanza al processo e non al risultato, proprio come nel counseling. Al centro del mio lavoro metto la persona e il proprio processo.
Non c’è giusto o sbagliato, buono o cattivo, bello o brutto. In questi sei anni di laboratori e sedute individuali mi sono resa conto di quante persone si portano
dentro un trauma da tema o ansia da giudizio scolastico, per quanto riguarda la scrittura.
Addirittura, ho visto tanti adulti e adulte censurarsi e giudicarsi ancora prima di scrivere. Ecco, spero che il mio lavoro aiuti le persone a ritrovare il piacere di creare e contattare quel bambino che scriveva liberamente, anche sbagliando (per l’editing c’è sempre tempo) e colora il cielo di verde e non di azzurro, senza che nessuno gli dica: non è così.
Questo accade anche nelle sedute e nei percorsi individuali: in essi manca la forza del gruppo, ma si può godere dell’intervento su misura a seconda delle necessità del cliente.
Carla Marcialis: Obbiettivi per il futuro del libro Writefulness
F.C. Quali sono i prossimi obiettivi che si pone per la diffusione del metodo Writefulness? È attiva su diverse piattaforme e conduce incontri esperienziali. Come immagina il futuro del suo metodo e quali progetti ha in programma?
C.M. Sicuramente fare tante presentazioni del libro, sia qui in Sardegna che in tutta Italia. E che siano delle presentazioni coinvolgenti, in cerchio magari, interattive.
Sin da quando è nato, ho sentito la voglia di portare Writefulness lontano. Forse anche per questo sono arrivata alla Holden subito. Mi piacerebbe anche muovermi all’estero.
Al momento, che io sappia, sono l’unica al mondo che fa praticare ufficialmente la scrittura bendata in questa modalità e con queste finalità. Ma lascio fare all’Universo.
Ora quello che vorrei è portare Writefulness nelle biblioteche, nelle scuole, in carcere, e ovunque ci sia bisogno. Organizzare ritiri e residenze di scrittura, e utilizzarla come mezzo per conoscere sé stessi, il proprio potere e i propri talenti, e come strumento di crescita e fioritura personale.
Parallelamente il mio desiderio è quello di sentirmi realizzata anche come scrittrice di prosa e poesia e di continuare la mia attività come counselor a orientamento energetico per la crescita personale.
Carla Marcialis contatti:
Carla Marcialis Scrittura e Crescita Personale Facebook
Sito: scrittura e Crescita Personale
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Francesco Cogoni.