Intervista a Claudio Bel: Sperimentazione Digitale
Alla scoperta dell’arte digitale con questa intervista a Claudio Bel: In un mondo in cui la tecnologia ridefinisce continuamente i confini dell’espressione artistica, Claudio Bel si distingue come uno sperimentatore dell’arte digitale. Con una visione che unisce creatività, competenze tecniche e un forte legame con le sensazioni umane, Bel ha sviluppato uno stile unico e variegato, capace di trasformare pixel e algoritmi in opere che si fanno sentire.
Intervista a Claudio Bel: inizio del percorso e influenze
F.C. Quando hai iniziato a esplorare l’arte digitale e multimediale, e quali tappe fondamentali hanno segnato il tuo percorso fino a oggi?
C.B. Il mio inizio con l’arte digitale è stato un esperimento con la glitch art nato per gioco nel 2017, ho creato o una pagina facebook e cominciato a pubblicare foto che trovavo o scattavo, modificate tramite il telefono. La mia espressione odierna però deriva in realtà da sperimentazioni ancora precedenti che passano per la poesia, la pittura e la musica. Ho convertito poi questi medium all’interno della video art che è per me un contenitore che racchiude i miei diversi canali espressivi.
F.C. Ci sono persone, situazioni o artisti che hanno particolarmente influenzato la tua combinazione unica di tecnologia e creatività visiva?
C.B. Ci sono moltissime ispirazioni che concorrono a caratterizzare il mio stile, sia a livello musicale che visivo, provenienti dall’esterno ma anche da esperienze trascendenti di introspezione profonda. Per quanto riguarda le influenze esterne sicuramente essere stato attivo per anni nella community dell’arte NFT mi ha stimolato e ispirato molto ma il mio focus è diretto soprattutto sulle influenze che vengono da dentro me stesso.
Credo che gli esseri umani siano come dei portali attraverso i quali si possono scoprire universi unici e quello che cerco di fare attraverso le mie opere è aprire il mio personalissimo varco e far si che le persone vedano attraverso di esso una realtà che esiste solo tramite me. Cerco quindi spesso di resettare le mie influenze esterne e provo a trasmettere qualcosa di puro, un concetto o un’ energia che abbia una valenza universale ma allo stesso tempo intimamente mia, provo a declinarlo sotto forma di immagini, suoni e parole cercando attraverso la sinestesia dei linguaggi di coglierne e descriverne le varie sfumature.
Intervista a Claudio Bel: Messaggio medium e sensazione
F.C. Attraverso le tue opere digitali e multimediali, come quelle esposte in “Medium”, quale messaggio o emozione cerchi di trasmettere?
C.B. All’interno di “MediuM” ho creato uno spazio nel quale fruire contemporaneamente di tutti gli stimoli possibili: vista, udito, tatto, gusto e olfatto. L’intenzione è quella di creare un’esperienza multisensoriale all’interno della quale lo spettatore possa immergersi e perdersi fino a dimenticare per un po’ il mondo esterno, creando così un piccolo universo parallelo, pieno ma allo stesso tempo vuoto, nel quale possono essere assorbiti e creati nuovi pensieri ed emozioni.
La mostra presenta al suo interno molte simbologie e significati, a partire dalla mia concezione metafisica dell’universo, passando per ciò che mi emoziona fino ad arrivare a considerazioni filosofiche e concetti che invece non possono essere espressi a parole ma solo percepiti. L’obbiettivo è fare si che le persone si addentrino nel mio mondo interiore ricordandogli così l’importanza di immergersi e perdersi all’interno nel proprio.
La Mostra “Medium”
F.C. Puoi raccontarci di più sulla mostra “Medium”? Qual è stata l’ispirazione dietro questa esplorazione delle tematiche ultraterrene attraverso immagini e video digitali?
C.B. L’ispirazione ultraterrena è il propulsore di tutta la mia espressione artistica, la mostra si pone in questo caso come diretta conseguenza di questa urgenza comunicativa. È un dialogo con me stesso e con gli altri nel quale provo a portare nel mondo terreno ciò che viene dall’universo astratto accessibile tramite la mia mente.
Questo universo interiore e astratto è appunto ultraterreno ed è per me la cosa più importante in quanto la vita senza trascendenza diventerebbe pura materialità e perderebbe ogni significato. Non credo in nessuna religione o teoria spirituale però sono certo dell’esistenza dell’astratto, uno spazio che va al di là del mondo fisico che permea l’esistenza. Questa presenza magica rende per me la vita qualcosa di prezioso e misterioso, stimola la mia curiosità e mi spinge ad amare questo altrimenti incomprensibile ammasso di atomi che chiamiamo mondo.
Intervista a Claudio Bel: Tecnologia e innovazione nel mercato dell’arte
F.C. In che modo la tua visione tecnologica e innovativa si inserisce nel mercato dell’arte contemporanea? Quali pensi siano oggi le opportunità per un giovane artista digitale in Italia?
C.B. Io ho avuto la fortuna di immergermi nell’ animazione 3D proprio poco prima che ci fosse il boom della cryptoart e NFTs nel 2021. Sono riuscito ad inserirmi nel modo giusto creando una community di artisti e collezionisti tramite Twitter e realizzando diverse vendite nel corso dei primi anni, il mercato NFT ha però subito un crollo e ad oggi è molto difficile ottenere dei risultati per questo ho deciso di dedicarmi maggiormente alle esposizioni che al mercato online e dare un supporto fisico alle mie creazioni. Penso che comunque le occasioni per gli artisti digitali cresceranno sempre di più nel corso degli anni.
Naturalmente è molto difficile per ora vivere di questa arte come è difficile vivere di pittura o musica, però sempre di più il mercato dei collezionisti sta considerando e investendo nell’arte digitale e questa si presta anche a tutta una serie di applicazioni collaterali come le visuals all’interno di eventi musicali, pubblicità etc. Quindi è sicuramente una strada fertile ma, cosa ancora più importante per un artista, è una strada bella, nella quale ogni giorno nascono nuovi strumenti e possibilità di espressione.
Consigli per i giovani artisti
F.C. Che consiglio daresti a un giovane creativo che vorrebbe intraprendere un percorso simile al tuo, integrando tecnologia e arte per vivere di questa passione?
C.B. È sempre molto difficile dare consigli perché il percorso di ognuno è diverso ed è proprio questa unicità individuale che rende l’arte interessante. Dal punto di vista strettamente pratico credo che ci siano due vie: da un lato fare arte per vivere e quindi essere pronti a creare contenuti su commissione, opere che cavalcano i trend e parlano al grande pubblico.
L’altra via è quella del vivere per fare arte e per questa credo sia importante avere fame e necessità di comunicare, il mondo dell’arte è veramente spietato e se si cerca di creare per ottenere qualcosa molto molto probabilmente quel qualcosa non arriverà. Ma se l’arte risponde a un bisogno intimo di espressione, soddisfare quel bisogno è ciò che ci porta avanti negli anni, tiene accesa la fiamma dell’ ispirazione fino a che questa non si trasforma in tecnica e maestria.
Io personalmente mi sento molto lontano dall’aver realizzato qualcosa, sono all’inizio di un lungo viaggio, ma penso di aver superato la prima barriera che un artista dovrebbe superare ovvero riconoscersi come artista, non con superbia o autocompiacimento ma semplicemente perché si comprende e interiorizza il bisogno di fare arte come mezzo per esprimersi e sentirsi vivi.
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Francesco Cogoni.