ArteInterviste

Intervista a Marco Patuzzi

Oggi vi presentiamo l’intervista a Marco Patuzzi che si occupa di teatro sin da quando era piccolo, come lui stesso racconta, venite a scoprirlo con noi!

Ricordi il primo momento in cui è nata la tua passione per l’arte performativa ?

Per me è stato naturale ad un certo punto della mia vita unire le due cose che amo di più cioè il teatro e la scrittura . Ho avuto sin da piccolo una teatralità innata , che ho successivamente sviluppato e perfezionato nei vari corsi di teatro compiuti negli anni. L’ elemento corporeo aggiunge alle mie parole un effetto nuovo e drammatico , dando alle parole stesse una nuova forza e dando, secondo me , alle mie performance un pathos che nessuna lettura riuscirebbe a rendere.

Quali persone, situazioni o artisti, performer hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro ?

Gli artisti che mi hanno ispirato sono vari e molteplici. 

In primis citerei la poesia , sopratutto quella russa.

A tal proposito, nella mia ultima performance si possono trovare , oltre a testi miei, anche poesie di Sergey Stratanovskij, Bertolt Brecht e Mahmoud Darwish.

Fra gli scrittori italiani invece mi piace molto Vitaliano Trevisan.

In modo particolare il suo libro ” Works “.

La filosofia e la psicologia sono anch’ esse una gran fonte di ispirazione.

Sopratutto ” L’ uomo a due dimensioni ” di Herbert Marcuse e ” Psicanalisi della società contemporanea ” di Erich Fromm . 

Aggiungo inoltre ” Perchè oggi non è possibile una rivoluzione ” e ” La società senza dolore ” di Byung – Chul Han .

Per finire un’ altra mia grande ispirazione è la musica.

Per quanto riguarda la scrittura i Marlene Kuntz sono stati una grandissima fonte d’ ispirazione.

Sia per l’ alta letterarietà dei loro testi, sia per il loro grande carisma sul palco.

Per gli stessi motivi adoro anche il cantautore australiano Nick Cave.

E poi la cantante islandese Bjork.

Di lei adoro quel suo reiventarsi sempre.

 Marco Patuzzi, cosa vuoi esprimere principalmente attraverso le tue performance ?

Attraverso le mie performance vorrei portare all’ attenzione del pubblico vari messaggi.

In una delle mie prime performance dal titolo ” Frammentazioni ” raccontavo quelli che erano i rischi e i pericoli di una società continuamente connessa. 

Il mio ultimo lavoro  ” Perdita del cielo, perdita dell’ altro ” nasce invece nel 2018, quando Salvini era ministro dell’ interno, e quando il nemico erano, come oggi, i migranti.

I continui attacchi social a loro, e la mia indignazione per questo, furono la base da cui poi scaturì questa performance .

In questo lavoro racconto, da un lato la perdita di Dio da parte dell’ uomo, dall’ altra la perdita del concetto di umanità.

Vorrei approfondire sui tuoi movimenti, cosa puoi dirci del tuo fare performativo ?

La scrittura nel mio caso è solo un punto di partenza per raccontare poi attraverso la gestualità quelle che sono tutte le sfaccettature dell’ animo umano.

Qual è il tuo rapporto con i teatri e le compagnie, gallerie, spazi pubblici? che possibilità ci sono di emergere per un giovane performer ?

A malincuore mi tocca dire che gli spazi per esprimersi sono notevolmente calati negli ultimi anni.

Possibilità per emergere c’è ne sono sempre meno, ma questo non deve essere un motivo per scorraggiarsi. 

Resto convinto del fatto che se un’ artista ha del buon materiale questo troverà sicuramente la sua strada. 

Cosa consiglieresti ad un performer, che vorrebbe vivere di quest’arte ?

Il consiglio che mi sento di dare è questo : Credi sempre in te e in ciò che fai. 

Marco Patuzzi Contatti.

Pagina facebook :https://www.facebook.com/MarcoPatuzziPoetaPerformer

Youtube Marco Patuzzi – YouTube

Instagram Marco Patuzzi (@marcopatuzzi) • Foto e video di Instagram

Francesco Cogoni.

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