Intervista a Mario Marasà
Mario Marasà è un appassionato d’arte, esplora i confini tra tradizione e innovazione. In questa intervista ci racconta il suo percorso, le sue ispirazioni e la sua visione dell’arte contemporanea.

Intervista a Mario Marasà MariusArt
F.C. La sua formazione artistica ha avuto un percorso articolato tra arti applicate e materie letterarie. In che modo questi due ambiti si influenzano nel suo lavoro?
M.M. L’arte e la letteratura sono delle discipline che si incontrano, si completano. La loro unione può essere considerata il frutto di una dinamica che simboleggia potenza, rinascita, rivoluzione, ri-creazione. Un’opera
F.C. Quali sono stati i maestri o le correnti artistiche che hanno maggiormente influenzato la sua produzione?
M.M. I maestri e le correnti artistiche, che mi hanno da sempre ispirati, appartengono a periodi e a contesti diversi tra loro ma che hanno dato in ogni caso impulso a quello che oggi, in riferimento al mio stile, viene definito “Oltre il realismo”.
Ho da sempre ammirato Michelangelo per la forma plastica, possente dei corpi, Caravaggio per gli effetti luministici e per il contrasto luce-ombra, Raffaello per la delicatezza delle sue figure, Dalì per il surrealismo e il dadaismo e infine Redon per il carico simbolico delle sue opere.

Tema della ricerca artistica
F.C. Qual è il filo conduttore della sua ricerca artistica? C’è un tema o un’emozione ricorrente nelle sue opere?
M.M. Il filo conduttore che prevale e domina nelle mie opere è la figura, sia maschile che femminile. Ciò che della natura umana mi interessa particolarmente è la sua interiorità, la sua anima che, in quanto indivisibili, tendono ad uscire fuori dal corpo e dalla tela attraverso la forza, la bellezza e talvolta la perfezione di una fisicità e di una erotica pudicizia.
F.C. Ci parli del suo approccio tecnico: quali materiali e tecniche preferisce utilizzare?
M.M. Generalmente utilizzo la tecnica dell’olio su tela, talvolta su tavola, e raramente la tecnica mista. Tale tecnica mi consente di lavorare e tornare, più volte sulla stessa opera, anche a distanza di tempo perché tende ad asciugare più lentamente.
F.C. Ha esplorato anche il digitale o preferisce rimanere legato alle tecniche tradizionali?
M.M. Non ho mai esplorato il digitale, seppur mi sia stato più volte proposto, perché ho sempre prediletto l’utilizzo delle tecniche tradizionali, considerandolo come l’unico per trasmettere ciò che penso attraverso ciò che creo.

Arte contemporanea e artisti emergenti
F.C. Qual è il suo punto di vista sul panorama dell’arte contemporanea? C’è un artista emergente che ammira particolarmente?
M.M. Riguardo l’arte contemporanea, penso che sia un modo di esprimersi alquanto singolare e personale, ma a volte poco comprensibile, che non condivido pur rispettando chi la pratica. Sicuramente questa convinzione è prevalentemente legata al mio stile molto “classico” di fare arte.
F.C. Come vede il rapporto tra arte e nuove tecnologie? Crede che strumenti come l’intelligenza artificiale possano avere un ruolo nella pittura?
M.M. L’arte andrebbe sempre più valorizzata, anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, come mezzo di diffusione, senza che talvolta l’artista debba ricorrere a risorse personali e finanziarie per farsi conoscere ed emergere. Spesso un artista per poter condividere con il pubblico e con gli estimatori, le sue opere, deve investire.
Riguardo l’intelligenza artificiale, non credo che possa avere un ruolo nella pittura perché significherebbe snaturare il senso primordiale dell’arte stessa, creata attraverso le mani, la mente e l’anima umane.

Intervista a Mario Marasà: Consigli ai giovani artisti
F.C. Se dovesse dare un consiglio a un giovane artista che si affaccia oggi al mondo dell’arte, quale sarebbe?
M.M. Ad ogni giovane artista consiglierei di creare senza inibizioni e paura di risultare banale o scontato. Bisogna dare sfogo alla propria creatività, alla propria libertà, senza lasciarsi intimorire del giudizio altrui e mettendo a disposizione degli altri il proprio talento e il proprio dono, perché l’arte è un dono. Il mondo oggi ha bisogno di bellezza, l’uomo oggi ha bisogno di bellezza.

Francesco Cogoni.
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