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Intervista a Massimiliano Alioto

In questa intervista, esploriamo il mondo dell’artista Massimiliano Alioto, che ci racconta il suo percorso artistico iniziato fin dalla tenera età, le influenze che hanno plasmato il suo lavoro, e le sue riflessioni sulla società contemporanea. Alioto condivide le sue esperienze con la libertà espressiva, le sfide affrontate nel mercato dell’arte e offre consigli preziosi ai giovani artisti. Inoltre, discute dei suoi progetti più significativi e della sua continua lotta per mantenere l’autenticità nella sua arte. Scopriamo insieme la passione e la determinazione di un artista che non ha mai smesso di credere nella forza della propria visione creativa.

L’inizio del Percorso Artistico: “Ho sempre disegnato fin da piccolo”

Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Ho sempre disegnato fin da piccolo, avevo 3 anni e lo facevo tutti i giorni. Oggi ne ho 50 e non ho mai smesso. La via naturale fu frequentare il liceo artistico e poi l’Accademia di Belle Arti a Firenze. È diventato un lavoro senza accorgermene.

Influenze e Ispirazioni: “Mi appassionai al Rinascimento”

Quali persone, situazioni o artisti hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Durante il liceo studiando storia dell’arte mi appassionai al Rinascimento e per questo scelsi l’Accademia di Firenze per approfondire. Sempre in quel periodo scoprii la pittura ritrattistica e paesaggistica dell’Ottocento. Ho iniziato a vedere le grandi mostre tra Roma, Firenze e Milano. Dopo le scuole, la mia impronta figurativa scomparve e divenne più informale. Volevo allontanarmi dalla tecnica e iniziare a sperimentare. Ricordo i primi paesaggi informali che erano delle reinterpretazioni dei paesaggi di De Nittis con uno sguardo a Schifano, del quale feci la tesi. Poi il mio percorso artistico maturando mi ha ricondotto sulla strada della figurazione.

Critica Sociale e Impegno: “Non riesco a rimanere indifferente”

Ho notato una forte critica al modello sociale costituito, come vedi la società in cui viviamo?

Non riesco a rimanere indifferente al mondo che mi circonda, alla politica, alla cronaca e agli stravolgimenti sociali. L’arte e la cultura dovrebbero favorire l’intelletto e aprire le menti, ma oggi come ieri sono al servizio del potere. Tra i vari temi che affronto, spesso ho un approccio critico al sistema, talvolta con atteggiamento introspettivo romantico, altre con sberleffo, altre ancora con visioni sul futuro.

Nel 2002 ho iniziato una serie dal titolo “Paesaggi Transgenici”, osservavo un paesaggio nuovo. Quando l’uomo gioca a fare Dio con la genetica, come sarebbe apparso il nuovo paesaggio? Erano quadri molto informali e nel 2014 ho ripreso l’argomento in maniera più figurativa con la mostra “Transnatural”. Altra situazione per combattere è stato quando fui invitato alla 55. Biennale di Venezia al padiglione Arabo Siriano, dove colsi l’occasione per proporre un’installazione di novanta dipinti sul tema della corruzione umana. Un altro progetto che mi tiene impegnato dal 2005, critico sul modello sociale, è “Decadence”.

La Libertà Espressiva: “Siamo un mondo libero?”

Mi piacerebbe approfondire sul tuo rapporto con la libertà espressiva, siamo un mondo libero?

È una domanda delicata. In realtà, la libertà espressiva c’è, ma è più forte il mobbing. Durante il primo anno di pandemia, ho costruito un progetto di 30 tele dal titolo #trappulp, molto critico del modello sociale che emergeva da quegli anni assurdi. Dovevo esporlo presso Palazzo Ducale di Presicce, tutto era pronto, ma poi la doccia fredda del green pass mi ha costretto ad annullare la mostra. Questa mia decisione ha scatenato l’ira della gente, ma ho avuto anche tanti attestati di stima e solidarietà. Tuttavia, ho subito mobbing lavorativo, le gallerie con cui ho collaborato mi hanno girato le spalle, tranne una. Dunque, posso rispondere che siamo liberi, ma a caro prezzo.

Il Rapporto con il Mercato”Possibilità di emergere per un giovane artista”

Qual è il tuo rapporto con il mercato? che possibilità ci sono di emergere per un giovane artista?

Ho avuto più volte l’occasione di avere un mercato più florido, ma ho preferito seguire la mia natura di pittore libero e poliedrico. I miei quadri non costano poco, ne faccio una quarantina l’anno e il prezzo è giustificato dal lavoro di squadra tra mercante, venditori, magazzino, case editrici e spazi espositivi. Oggi ci sono più possibilità per i giovani artisti di emergere, grazie anche all’auto-promozione sui canali social. Vent’anni fa, se non comparivi sulle riviste d’arte, difficilmente riuscivi a campare d’arte. Da questo punto di vista sono stato fortunato.

Consigli ai Giovani Artisti: “Credere sempre in se stessi”

Cosa consiglieresti ad un giovane che vorrebbe vivere di arte?

Consigli ai giovani artisti non mi sento di darne se non quello di percorrere la strada dettata dall’autenticità e credere sempre in se stessi, perché ci sarà sempre una parete bianca pronta ad accogliere una buona visione.

Risorse e Riconoscimenti: “Documentario su Rai Cultura”

Ti allego il link di Rai Cultura che mi ha dedicato un documentario in occasione della mia ultima mostra del 2017 presso il Museo Andersen di Roma dal titolo “Ghost’s?” a cura di Gabriele Simongini.

Rai Cultura – Massimiliano Alioto

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Francesco Cogoni.

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Francesco Cogoni

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