Intervista a Michael Bonannini
In questa intervista a Michael Bonannini conoscerete uno scrittore molto sincero, pieno di passioni, scoprite il suo mondo.

Michael Bonannini: nascita di una passione tra cinema e letteratura
Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?
La mia passione per la scrittura nasce in età adolescenziale.
Inizialmente il mio sogno era quello di fare il regista e lo sceneggiatore: volevo scrivere grandi film e diventare famoso. Infatti, il mio campo primario
è proprio la sceneggiatura, che ho affinato da autodidatta durante il liceo, e poi in seguito in una scuola di cinema a Roma, che mi ha formato in maniera eccellente circa sceneggiatura, storia del cinema e produzione, ma che non mi ha dato poi la possibilità di poterne fare un mestiere.
A seguito di questa delusione sono tornato in Sardegna e per un po’ ho accantonato il mio sogno. Venni a scoprire dell’Accademia d’arte di Cagliari e dei suoi corsi di scrittura, che prevedevano anche cinema. Decisi di iscrivermi e mi trasferii a Cagliari. I corsi in accademia erano però molto più ampi di quello che pensavo
e si parlò molto di editoria. Iniziai a comprendere di più anche quel mondo e iniziai a dilettarmi anche con la scrittura creativa.
Ma se il mio campo da scrittore pubblicato è la poesia c’è un motivo, e vi farà sorridere, ma il motivo è sempre uno: l’amore.
Passavo un periodo un po’ transitorio della mia vita:
nuova città, mi ero rimesso in forma, avevo dei nuovi amici, l’accademia mi stava premiando, e a Giugno del 2021 conobbi una ragazza. Con lei le cose non andarono come speravo, e quella delusione, seppur oggi mi sembra così piccola, ai tempi mi pesò come un masso. Non riuscivo in nessun modo a elaborare
quella delusione e tirar fuori quella rabbia.
Ho provato a scrivere un cortometraggio, ma nulla. Un romanzo, ma nulla. Finchè un giorno per caso, scrissi una poesia. Mi sentii sollevato. Una, due, tre, cento poesie.
Nel giro di pochi mesi e tante altre situazioni amorose disastrose, scrissi tante poesie e notai che avevano un senso insieme, vedevo un disegno più nitido. La mia docente di editing allora volle leggere le mie poesie. Non pensavo avrebbe gradito, anzi, pensavo che mi avrebbe detto che le mie poesie erano
assolutamente non all’altezza.
Invece mi disse: “Qui c’è una silloge, io ti voglio pubblicare. Trova un titolo, metti le poesie in ordine e studia una copertina”. Inizialmente mi spiazzò a tal punto che dissi di no. Ma dopo non molto, accettai.
Il resto, è storia.
L’influenza delle donne, dei fumetti e del cinema nel lavoro di Michael Bonannini
Quali persone, situazioni o scrittori hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?
Come persone sicuramente le donne che hanno fatto parte della mia vita: l’amore è il mio tema principale e la mia fonte d’ispirazione. Io parlo di quello che vivo, che ho vissuto o che vorrei vivere un giorno. C’è sempre e solo me stesso in poesia, parlo della mia esperienze e dei mei sogni.
Ma nel tempo ho anche trovato ispirazione per scrivere nei miei amici, nei miei familiari, in casa mia, nella mia terra, nelle mie passioni. Ho trasformato il mio dolore e le mie speranze nella benzina per alimentare questo treno di poesia che non si ferma. La mia poesia è fortemente legata al cinema: cito spesso film o fumetti e mi piace rendere le mie poesie delle scene.
Mi piace usare le immagini per evocare nel lettore ricordi e sensazioni e fargli visualizzare esattamente ciò che vorrei vedesse. Spesso però non accade, e questo è
un bene perchè possono immaginarlo come preferiscono. Come scrittori mi sono ispirato molto a Dante, Ungaretti, Saba e al mio preferito: Montale. Ma non solo scrittori, sono fortemente ispirato anche da registi, come Kubrick, Lynch, Stallone, Raimi, Aronofsky, Nolan, Shaymalan, Spielberg, e molti altri.
Ma anche fumettisti, come il mio idolo Stan Lee, o Frank Miller. Trovo ispirazione nella musica, italiana o non. Nelle mie poesie c’è tanto de La Sad, Naska, dell’emopunk e dell’emotrap, c’è tanto di Max Pezzali, o di Francesca Michielin, ect.
Le mie ispirazioni sono vastissime.
Cosa vuoi esprimere attraverso la scrittura?
Questa è una di quelle domande al quale è sempre difficile rispondere. La cosa che a me preme di più è quella di dimostrare a chi mi legge che non è solo, e quei sogni, quelle esperienze negative, quel dolore, quelle speranze, sono comuni a tanti, e che la lotta è fondamentale.
Io con le mie poesie e con i miei cortometraggi ho voluto raccontare storie, mie e non solo, che potessero essere di aiuto a chi è come me e far riflettere chi invece è diverso. Ho voluto raccontare i miei demoni ed esorcizzarli in poesia, anche mettendomi a nudo ed esponendomi a rischi, ma quelle ferite ora sono cicatrici e le porto con orgoglio, e così vorrei che fosse anche per i lettori, soprattutto i più giovani.
Quando qualcuno mi dice “ti ho letto e mi ci sono rispecchiato”, per me è aver vinto.

Michael Bonannini: Ultimi progetti letterari
Parlaci del tuo ultimo libro!
“Uomo senza sorriso” è il terzo ed ultimo capitolo della trilogia “Spento”, che io affettuosamente definisco “la trilogia della mia vita”, perché in effetti ha toccato talmente tanti temi che racchiude tutta la mia vita. è uscito il 25 Aprile 2024, edito da Amicolibro.
Il libro ha come tema principale quello della lotta con il proprio lato oscuro, vettore di dolore, sofferenza, disagio, paura, ansia e depressione.
Il libro alterna quindi poesie arrabbiate, violente, aggressive e poesia dolci, speranzose, gentili. Questo alternarsi vuole ricordare l’epico e immortale scontro tra bene e male, luce e buio, speranza e disillusione. Il libro raccoglie ben 185 poesie e si divide in due parti: la “parte prima”, dove tramite un flusso di coscienza parlo e racconto la storia dell’Uomo senza sorriso e di cosa sia, mentre nella “parte seconda” troviamo le poesie.
Sotto il macro-tema della lotta, troviamo altri temi che hanno caratterizzato la mia poesia: amore, casa, famiglia, passioni, esperienze. Il linguaggio di questo libro
vuole essere, nelle parti aggressive, molto spinto: parolacce, imprecazioni, bestemmie, come se fosse un dialogo autentico di un uomo stanco. Io personalmente trovo sia il mio libro più introspettivo.
Case Editrici, possibilità di emergere
Qual è il tuo rapporto con le case editrici e che possibilità ci sono di emergere per un giovane scrittore?
Io ho le competenze e la qualifica per poter operare come agente letterario e perciò ho studiato il mondo editoriale italiano, posso dire che è un mondo difficile. Io ho avuto fortuna nel trovare una casa editrice onesta e seria che mi abbia lasciato libertà, ma non tutte son così.
Purtroppo ci sono tante case editrici che potremmo definire “farlocche” e lucrano sui sogni delle persone che sognavo di avere un libro pubblicato. Per i giovani le possibilità ci sono: i social sono uno strumento potentissimo per farsi notare e arrivare in alto, non tutti riescono, ma si può fare.
Ma se uno volesse pubblicare e muoversi in questo mondo senza venir mangiato vivo, dovrebbe rivolgersi a agenti letterari o editor in gamba e onesti che possano instradarlo al meglio verso la realizzazione del suo sogno. Ed è proprio la figura che vorrei essere io.
Cosa consiglieresti ad uno scrittore che vorrebbe vivere di quest’arte?
Gli consiglierei di cercarsi subito un lavoro, perché non si vive di scrittura. Non voglio infrangere i cuori di nessuno ma vivere solo di scrittura lo si può fare come giornalisti, quale sto diventando, o sceneggiatori, ma è ugualmente molto complicato. Se uno vuole lavorare in campo di scrittura e viverci non potrà farlo con la piena libertà di scrivere ciò che vuole e quando vuole, ma dovrà sottostare a scadenze, cambi, stravolgimenti, o lavorare in un campo meno artistico e più mirato, come la pubblicità.
Insomma, non si diventa ricchi con la scrittura, a meno che non si abbia veramente tanta fortuna. Il mio consiglio è quello di godersi la libertà di poter scrivere quello che si vuole e condividerlo con chi si ama o di pubblicarlo con case editrici serie che possano valorizzare i nostri scritti.
Liberi, noi stessi e scrivendo sempre la verità.

Michael Bonannini Contatti:
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Francesco Cogoni.