Intervista a Mirco Campioni
Quando e come nasce il tuo percorso artistico?
Non credo ci sia una data precisa o un evento scatenante, da che mi ricordi, il mio approccio all’arte si sviluppa sin da quando ero un bambino. Ho intrapreso invece un percorso più definitivo alla fine delle superiori, intorno al 2005, quando capii che avrei voluto fare e vivere d’arte.
Ho da sempre vissuto e interagito in un panorama dinamico ed artistico, composto da musica, laboratori, cinema e tatuaggi, quest’ultimo è addirittura diventato il mio lavoro primario.
Il rinascimento e i grandi maestri del passato (Caravaggio, Michelangelo, Leonardo, David, Rubens, Bouguereau, ecc.) hanno maggiormente influenzato e indirizzato il mio percorso, tutto ciò che è ispirazione mi arriva da arte, musica e cinema.
Ho lavorato per tanti anni come commesso ed in parallelo ho sempre portato avanti quelle che sono le mie passioni. L’incontro con il tatuaggio è stato un evento di rottura, il punto di incontro tra ciò che ha sostituito il mio lavoro “standard” e ciò che ho sempre amato. Da allora (si parla del 2012), la mia vita corre contemporaneamente tra arte, musica (suono la batteria in diversi progetti musicali) e tattoo.
Cerco di sviluppare un mio pensiero e creare metafore, analogie e connessioni poetiche con la vita e gli eventi che ci circondano, mischiando arte classica e riferimenti pop, cult, ecc. I mezzi utilizzati sono diversi: prediligo la pittura ma sto sperimentando diverse tecniche, come scultura, collage, resina ecc.
Vorrei poter far convivere il tatuaggio e l’arte come fossero due parti di una stessa unità, fondendole insieme. Si tratta di due realtà totalmente differenti, ma allo stesso modo mi riescono a dare soddisfazioni e completano parzialmente il mio bisogno di espressione.
Qual è il tuo rapporto con il mercato?
Non saprei definirlo. Collaboro con gallerie, mi piace esporre e fare mostre, sono sempre alla ricerca di nuove collaborazioni, ma non saprei stabilire quale potrebbe essere un rapporto, il mercato per quanto sia concreto, per me si muove su linee astratte.
Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?
Il mio consiglio a prescindere dal volerci campare o meno è di vivere l’arte a 360 gradi. Quindi vivere come un artista, sperimentando, lavorando tanto e condividendo pensieri, parole ed esperienze con le persone, viaggiando e conoscendo. Tutto questo non può fare altro che arricchire un bagaglio necessario per portare avanti il proprio percorso artistico.