ArteInterviste

Intervista a Nicola Testoni

Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Credo si possa dire che il mio percorso artistico sia nato da prima che io abbia memoria di ciò che chiamiamo disegno o colore.

Il fatto che alcuni individui già nell’infanzia abbiano un inclinazione naturale verso il disegnare, utilizzare dei colori o modellare la materia è misterioso, quanto il motivo che porta alcuni di questi individui a non perdere in tutta la loro esistenza questo anelito.

Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo percorso?

Sicuramente una delle influenze più forti l’ho avuta, già da adolescente, dall’opera del maestro Mauro Scarteddu, che ho avuto la fortuna di conoscere.

Pittore di una energia, autenticità e profondità inarrivabili.

Un “puro sangue” della pittura.

Tramite lui ho poi capito anche l’opera di Vittorio Maccioni, maestro di una generazione ancora precedente di quella che mi piace definire scuola sulcitana.

Poi ci sono gli anni Bolognesi dell’Accademia.

Qui ho avuto come insegnanti grandi artisti e ne ho conosciuto anche alcuni mediocri!

Io non sono tra quelli che sostengono che le accademie siano inutili.

Penso altresì che il percorso di elaborazione di un proprio linguaggio artistico, ammesso che se ne abbia la forza, arrivi attraverso studio e fatica.

Credo che le radici della mia pittura siano cresciute in questo substrato, oltre che in rapporto ad una serie di vicissitudini e interessi non strettamente o necessariamente legate al mondo dell’arte in senso stretto.

Cosa cerchi attraverso la forma d’arte che utilizzi?

Non cerco niente a parte l’arte.

Il lavoro riempie le mie giornate.

C’è una parte nella tua ricerca artistica di cui vorresti parlare in particolare?

Vorrei sottolineare l’aspetto legato al “segno” pittorico ed espressivo. Nello specifico l’utilizzo della spatola che rende questa pittura quasi “scultorea” e che sta trovando corrispondenza, negli ultimi tempi, in una ricerca scultorea che è strettamente connessa e compenetrata con la prima appunto. Dal punto di vista dei temi poi mi sento totalmente libero e cerco di creare una mia “epica”.

Qual è il tuo rapporto con il mercato?

Complicato.

Il mercato dovrebbe servire ad amplificare e sviluppare i processi creativi.

Tuttavia nell’epoca moderna, da quando è la società borghese a dettare le regole, è il mercato ad influenzare la critica, invece che il contrario.

Questo crea un cortocircuito, ciò che dovrebbe essere semplice, viene reso complicato e a volte privo di sostanza… Spesso modaiolo.

Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?

Non ho consigli, a parte il non inseguire falsi miti, positivi o negativi che siano.

E “vivere d’arte” si è ricchi in ogni caso.

 

Sito: https://nicolatestoni.com/

 

Francesco Cogoni.

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