Intervista a Salvatore Cantone: Amore ed esistenziale
Salvatore Cantone è uno scrittore appassionato, profondamente legato al potere trasformativo delle parole. La sua ricerca letteraria si muove tra emozioni intime e riflessioni universali, dando voce all’amore e alla morte come temi centrali della sua opera. In questa intervista, ci racconta il suo percorso, le influenze che hanno plasmato la sua scrittura e il messaggio che desidera trasmettere attraverso la sua poesia.
Intervista a Salvatore Cantone: nascita della passione
F.C. Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?
S.C. È un ricordo molto lontano. Era il primo anno della scuola media in cui iniziai ad avvicinarmi al mondo delle parole attraverso un’antologia scolastica degli anni ’70 di mio padre; ricordo che restavo il pomeriggio nella mia camera a leggere, lì ebbi il primo incontro con la letteratura e quello con uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi, Francesco Petrarca, che scriveva “Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono di quei sospiri”, parole profonde che mi catturarono sin da subito immergendomi nel mondo della parola, quel sentire profondo che scava la superficie apparente delle cose e delle persone.
Influenze come consigli di lettura
F.C. Quali persone, situazioni o scrittori hanno influenzato maggiormente il tuo percorso?
S.C. Alcune letture che hanno influenzato in maniera incisiva il mio percorso, e non mi riferisco solo quello legato alla scrittura, sono “Così parlò Zarathustra” di Nietzsche, “La nausea” di Sartre, “La tentazione di esistere” di Cioran, “Uno, nessuno e centomila” di Pirandello.
Mentre gli autori di poesia a cui mi sento più legato sono Alda Merini, Antonia Pozzi, Cesare Pavese e in particolar modo la figura e l’intera opera di Fernando Pessoa.
Salvatore Cantone: Scrittura come processo di crescita
F.C. Cosa vuoi esprimere attraverso la scrittura?
S.C. La scrittura è un processo di crescita, che segna in maniera indelebile.
Dopo molti anni in cui ho scritto dando voce alle emozioni intime legate all’essere, ovvero quelle celate nell’io più profondo, sono giunto ad un punto in cui attraverso la scrittura ho necessità di esprimere ciò che va oltre l’essere, scavare in quei silenzi che danno forma a qualcosa che non può essere espresso con le parole, e proprio questa forza contraddittoria, ovvero esprimere l’inesprimibile, è ciò che oggi mi spinge a scrivere, una continua ricerca di rispondere a quelle domande universali che forse non avranno mai risposta.
Morire d’amore il libro di poesie di Salvatore Cantone
F.C. Parlaci di Morire D’amore! Cosa ti ha spinto ad affrontare con la poesia temi come amore e morte?
S.C. Morire d’Amore è mistero, enigma, forza che travolge e trasforma, è gioia e dolore, passione e tormento, speranza e delusione; racconto rivolto a coloro che amano e hanno amato in maniera profonda, per chi ha sentito l’amore attraversare il sangue e il respiro, perché chi ama sa di morire lentamente ogni singolo instante di una morte che, sia legata al dolore o al piacere, attraversa le carni fino a toccare l’anima.
Ho affrontato questo tema perché trovo necessario, in un’epoca oggi caratterizzata dalla disumanità, un ritorno all’amore come senso all’intera esistenza, infatti la figura della morte in Morire d’Amore non rappresenta la fine, bensì una continua ed eterna rinascita nelle emozioni; l’Amore è l’unica forza salvifica necessaria in grado di redimere la nostra anima in questa vita e nell’eternità.
Rapporto con le case editrici
F.C. Qual è il tuo rapporto con le case editrici e che possibilità ci sono di emergere per un giovane scrittore?
S.C. Il panorama editoriale vive, da anni, una forte crisi identitaria dovuta all’appiattimento culturale che offre il mercato e di cui le case editrici hanno una buona parte di responsabilità, ma ciò di cui parlo, è forse una crisi generalizzata che investe sotto tutti i punti di vista la società contemporanea.
La scrittura edita la vedo come un vasto oceano di cui un giovane scrittore emergente ne rappresenta una goccia; bisogna studiare, lavorare tanto ed investire sulla propria identità da scrittore, affinché si possa emergere da questo oceano.
Consigli per i giovani scrittori
F.C. Cosa consiglieresti ad uno scrittore che vorrebbe vivere di quest’arte?
S.C. Oltre ad avere una presenza virtuale sui canali social, consiglierei di partire dal territorio con una presenza fisica attraverso il contatto diretto con altre persone che “vivono” di quest’arte come nelle associazioni, nei circoli letterari, anche nelle stesse librerie, ma più in generale consiglierei a tutti, e non solo a chi si vuole approcciare alla scrittura, di fare dell’arte, nel senso più ampio del termine, la propria vita e la propria passione perché solo attraverso l’arte possiamo dire di essere realmente vivi.
Salvatore Cantone Contatti:
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