Intervista a Tiziana Sanna
“TILIGUERTA”
Mostra personale dell’artista
Tiziana Sanna
a cura di
Alessandra Menesini
Spazio TEMPORARY STORING della Fondazione BARTOLI FELTER di Cagliari.
La mostra sarà visitabile dal 24 settembre dalle ore 18:00 fino al 9 ottobre.
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 17,30 alle 19,30 esclusi i festivi.
Indirizzo: Via XXIX novembre 1847, n. 5 Cagliari
Quando e come nasce il tuo percorso artistico?
Il disegno, sin da piccola, ha sempre accompagnato le mie giornate, ma crescendo, per motivi di studio e lavoro ho piano piano chiuso in un cassetto questa mia grande passione.
Il bisogno prepotente di fare arte è esploso dentro me dopo i 30 anni quando ho attraversato un periodo della mia vita in cui mi sentivo persa, impotente, bloccata, sbiadita, senza alcuna ispirazione. Ho iniziato così un percorso di auto-analisi del mio io più profondo, sono entrata in contatto con la mia natura più istintiva, le emozioni viscerali, i reali desideri: ho iniziato ad ascoltarmi.
Ho cominciato così finalmente a fare ciò che avrei sempre voluto: dipingere ed esprimere il mondo che avevo dentro.
Ho focalizzato all’inizio la mia ricerca sul ritratto umano, volevo indagare la gamma delle emozioni, gli stati d’animo, gli umori e in ogni ritratto riflettevo inconsapevolmente qualcosa di me stessa e pian piano mi ritrovavo.
Ma è nel passaggio ai ritratti degli animali che ho rinvenuto la mia parte più autentica: la mia indole libera, incontaminata, selvaggia e sono entrata in contatto intenso e profondo con la mia anima.
Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente la tua arte?
L’artista che più di tutti mi ha influenzato è Caravaggio: la sua pittura ha rivoluzionato la storia dell’arte.
Lui ha dato voce al popolo, a quei personaggi di cui nessuno si sarebbe curato, poveri, brutti, sporchi, disgraziati, con un realismo sconcertante, scevro da qualsiasi tentativo di idealizzazione.
Mi affascina nelle sue opere la contrapposizione di luci e ombre portata all’estremo che conferisce risalto plastico alle forme, gli squarci luminosi e gli scuri profondi con i loro significati simbolici.
E così, profondamente suggestionata dalla sua pittura, nelle mie opere cerco l’esasperazione dei contrasti chiaroscurali, voglio che le figure emergano dall’oscurità: è la traslazione della mia anima che emerge dagli strati più oscuri della mia psiche.
Cosa cerchi attraverso la pittura?
La pittura è un percorso di auto-esplorazione, Oscar Wilde diceva che l’artista quando dipinge un modello in realtà sulla tela rivela sé stesso.
Nella fase della creazione entro in una dimensione parallela, in cui ogni pensiero razionale si annulla e in modo del tutto inconsapevole scendo nelle profondità del mio essere, laddove tutto è puro istinto, emozione, e lì mi abbandono.
Man mano che il quadro procede, ciò che ho trovato là sotto pian piano emerge sulla tela: aspetti del mio Io, del mio animo che non sapevo neanche di avere o che semplicemente tenevo ben nascosti.
Escono fuori tutte le creature che albergano dentro di me e ritrovo la mia natura più vera, istintiva, naturale, riconoscendomi e trasformandomi in ognuna di loro.
C’è una parte della tua ricerca artistica di cui vorresti parlare in particolare?
In questo momento della mia produzione artistica, dopo aver dipinto in questi anni animali esotici a rischio di estinzione, ho sentito l’urgenza di dare un connotato locale al mio lavoro, di legare indissolubilmente la mia ricerca espressiva al territorio in cui sono nata e in cui ho sempre vissuto: dipingere gli animali della mia isola.
Ho scelto di ritrarre le specie faunistiche tipiche ed endemiche sarde, che vivono allo stato brado, nei boschi, in modo selvaggio, in assoluta libertà.
Ho voluto dar loro valore, onorarli, celebrarli, immortalarli: è un omaggio che rendo alla mia terra.
Qual è il tuo rapporto con il mercato dell’arte?
Cerco continuamente concorsi ai quali partecipare, gallerie e curatori che siano interessati al tipo di lavoro che porto avanti, perché i critici d’arte e i galleristi hanno il potere di far crescere un’artista, di esportare e far conoscere la sua arte ad un pubblico sempre più ampio e mirato.
Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?
Gli consiglierei di non arrendersi mai, di bussare a diverse porte, di pubblicizzare i suoi lavori con ogni mezzo multimediale a sua disposizione, di proporre le sue opere a curatori e gallerie, di non smettere di cercare la persona giusta che creda in lui e sponsorizzi il suo lavoro.
E’ un percorso lungo, occorre talento, determinazione ma anche una buona dose di fortuna.
Contatti:
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Francesco Cogoni.