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INTERVISTA AD ALESSIA SAVI

Oggi abbiamo con noi una giovane e talentuosa scrittrice, prima di farvela conoscere attraverso l’intervista ne approfitto per farvi leggere un breve estratto estratto dal capitolo 5 del suo libro: “Verso le Luci del Nord”.

“Dinnanzi a lei si trovava una distesa di corpi mutilati, dilaniati e fatti a pezzi. Corpi di uomini e donne adulti, non di bambini. Carcasse più piccole, in decomposizione, giacevano in bozzoli appesi al soffitto. Decine di palle di lana che oscillavano sulla sua testa da cui spuntavano piccole mani o piedi. Tamara strinse con più forza la presa sulla pistola per non lasciarla cadere. Illuminò la scia luminosa sotto di sé: era sangue fresco.
Udiva pianti disperati di bambini provenire dal soffitto a cui erano appese le salme, vedeva le anime degli uomini aggirarsi smarrite per la stanza: non avevano avuto il tempo di comprendere di essere morti. Lo sceriffo Miles la fissò, muto: metà del volto gli era stata strappata via a morsi.
<<Mi dispiace>> mormorò, afferrando da terra il distintivo staccandolo dal suo cadavere.
Distolse lo sguardo concentrandosi sul buio, mentre sentiva la rabbia crescerle dentro, un moto cieco che avrebbe rischiato di guidare la sua mano con mosse azzardate.
<<Dove ti nascondi? Esci fuori, bastardo!>>
Avanzò ancora, alla cieca: l’unica luce presente era quella della lanterna che le permetteva di vedere dove mettesse i piedi, e poco altro, del mattatoio che la circondava. ” [cit.] Alessia Savi.

Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?
Ho iniziato a scrivere molto presto.

La mia prima storia vide la luce durante le scuole medie: da allora non ho più smesso.

All’inizio erano racconti impacciati, che nonostante fossero già striati di horror risultavano sempre comici.

Erano storie di ragazzini, a metà tra i Piccoli Brividi e i Gialli Junior, le mie letture di quegli anni.

Poi ho incontrato Stephen King e le cose sono cambiate radicalmente, anche se ho preso coscienza di quanto fosse importante per me scrivere solo negli ultimi anni.

Quali scrittori hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Sono una lettrice onnivora, non mi limito a un solo genere, anche se ovviamente prediligo l’horror e, più in generale, il fantastico in ogni sua declinazione a esclusione del fantasy classico: mi annoia a morte! Gli scrittori che mi hanno influenzata sono stati senza dubbio Haruki Murakami per la magnificenza con cui riesce a creare e muovere i propri personaggi; Chuck Palahniuk e Isabella Santacroce per l’utilizzo della prosa e nello stile sempre attento, preciso e privo di sbavature, come un pugno dritto allo stomaco; Stephenk King per la costanza, la tenacia e la determinazione a portare avanti il proprio genere, senza arretrare mai o scendere a compromessi.

E poi c’è Marion Zimmer Bradley, di cui ho sempre amato le protagoniste.

Donne forti, determinate, più guerriere che principesse.
Cosa vuoi esprimere attraverso la scrittura?

Mi piace raccontare, prima di tutto, per cui cerco di costruire buone storie.

E le storie che ricordi meglio sono quelle in cui i protagonisti sono così speciali da volerli come amici, come direbbe Holden, il protagonista del romanzo di Salinger.

Ecco, vorrei riuscire a raccontare della vita attraverso contesti fantastici, che è poi ciò che mi ha insegnato King.

Il mio romanzo di esordio, “Verso le Luci del Nord”, è un percorso di crescita e formazione dove i dubbi sulla fede, sul senso della vita e sulla libertà giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo di ogni personaggio.

La narrazione mette in risalto i grigi, un popolo di né buoni né cattivi, dove gli eroi non esistono e gli unici a vincere sono quelli che non hanno più nulla da perdere.

C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?

La mia parola d’ordine è “sperimentazione”.

Mi piace mescolare i generi, annullare le barriere che li separano e creare storie fuori dai classici schemi in cui incaselliamo la narrativa.

Credo che un buon romanzo non possa essere tale senza documentazione e questi due fattori – documentazione e contaminazione di genere – sono vincolati l’uno all’altro.

Documentarsi significa avere ben chiaro il contesto in cui andare a operare: le contaminazioni di genere servono invece per plasmare ciò che ho appreso e creare qualcosa di nuovo da quella base di realtà che ho studiato e riadattato per scrivere la mia realtà.

“Verso le Luci del Nord” racconta un’umanità disperata, senza regole né scrupoli in cui gli elementi esoterici e l’occulto giocano un ruolo fondamentale.

La visione predominante della fede, all’interno del romanzo, è quella Gnostica, ma si trovano anche spunti presi dall’ebraismo e, ovviamente, dalla religione cattolica.

Senza una solida base di studio non sarei riuscita a rendere credibile il mondo dopo l’Apocalisse e le entità che si muovono sulla Terra.
Qual è il tuo rapporto con le case editrici e che possibilità ci sono di emergere per un giovane scrittore?
Non ho nemmeno provato a inviare il manoscritto alle Case Editrici, sono sincera, perché credo nel self-publishing, nell’idea dell’autore-imprenditore.

Sia chiaro: non vivo di scrittura, scrivo la sera o la mattina appena sveglia prima di andare in ufficio.

Ho fatto diverse considerazioni in merito, anche sul mio blog, e il mio pensiero è sempre stato rivolto alla salvaguardia della mia opera.

Le Case Editrici sono aziende e le loro scelte editoriali devono essere adatte a portare guadagni, non perdite o conti in pareggio.

Per questo le Case Editrici pubblicano esordienti che sono stati “collaudati” da migliaia di like su Facebook o da migliaia di letture su Wattpad, la piattaforma per fanfictions e romanzi online più famosa del momento.

Sono numeri che rivelano un trend di mercato, che assicurano un’entrata monetaria.

La Casa Editrice ormai non investe nemmeno in marketing, per gli autori esordienti.

Scaduto il tempo sugli scaffali delle Novità – troppo breve – l’esordiente va nel dimenticatoio.

Così, il gioco non vale la candela.

Con il self-publishing onori e oneri sono tuoi.

Scrivi, editi, ti avvali di collaboratori fidati che ti aiutino con l’editing, per la cover del romanzo, la gestione della comunicazione sui canali social.

E quello che sai fare tu, non lo devi nemmeno subappaltare ad altri.

L’Autore oggi non si limita a scrivere.

Scrivere è un 30% della vera attività dell’autore.

Il resto è editing, strategia di marketing, pazienza e tanta, tanta costanza.

A me questa nuova figura dell’Autore 2.0 piace moltissimo, forse perché sono appassionata di comunicazione sul web e mi affascina ogni tipo di linguaggio, specie quello visuale.

C’è tutto un mondo da scoprire, oltre alla scrittura di un romanzo, e la sua vita non si limita alla stesura: va ben oltre, è accompagnarlo nei suoi primi passi sul mercato e lanciarlo il più lontano possibile.

Cosa consiglieresti ad uno scrittore che vorrebbe vivere di quest’arte?

In Italia non si vive di scrittura, purtroppo.

Persino scrittori come Massimo Gramellini o Roberto Saviano, per vivere, scrivono per le testate giornalistiche italiane.

Quello che posso consigliare è di creare un sito web con un blog attivo, che coinvolga i lettori e crei uno zoccolo duro di utenti fidati che imparano a conoscervi attraverso il blog.

Un poco alla volta, i risultati si vedono.

Da qui, la strada più immediata per la pubblicazione è il self-publishing fatto con coscienza.

Avendo cura quindi di gestire canali social, promozioni, mantenere vivo e attivo il dialogo con i lettori attraverso il proprio blog.

Le altre possibilità sono sottoporre il proprio manoscritto a un agente – che lo prenderà in carico, nella maggior parte dei casi, solo dopo il pagamento per la valutazione – e pregare trovi una casa editrice che lo pubblichi; oppure inviare il manoscritto alla casa editrice, nella speranza che non venga cestinato appena giunto a destinazione.

In Italia, oggi, nell’editoria tradizionale vendono romance, erotici e new adult.

Il resto è una landa desolata e per quel resto, c’è una fetta di lettori che aspetta di essere sfamata.

Se la casa editrice non investe in generi di nicchia, è il self publishing la soluzione.

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sito: www.alessiasavi.com

pagina facebook: https://www.facebook.com/AlessiaSaviAutore/

Francesco Cogoni.

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