Interviste

INTERVISTA A ALFONSO SIRACUSA

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Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Il mio primo punto di riferimento, all’Accademia di Belle Arti fu Francis Bacon con la sua pittura stridula, lacerata, ritualistica, drammatica, ma non disperata, dove le figure erano plasmate e stiracchiate come se fossero di gomma o di fumo.

In questa fase “baconiana”, la serie degli Autoritratti testimoniano bene quanto fosse dominante la mia volontà introspettiva, spietata nel suo manifestarsi e poco incline all’autocompiacimento, sintomo preciso di una ricerca d’identità che doveva indagare nuovi territori concettuali e visivi.

Alla fine degli anni Ottanta sviluppai una serie dedicata ai Dischi volanti, ispirata ai “contatti” con gli extraterrestri, raccontati in alcuni libri di successo dal visionario svizzero Eduard “Billy” Meier.

Nel 1999 nacque il progetto “RaiUfo”, con il logo della rete televisiva che divenne motivo di gustose elaborazioni in digitale, e la serie sull’iconografia esoterico-religiosa, costituita da sacrileghe variazioni sul tema della più tipica imagerie cristiana, fra astronavi, simboli egizi, allungamenti delle orecchie di San Pio e moltiplicazioni degli occhi del Bambino Gesù.

Quello da me creato si pone come una sorta di universo parallelo e virtuale le cui affinità con la “realtà” ipotizzata in The Matrix (1999), diretto da Lana e Andy Wachowski, sono evidenti.

Ne deriva un atteggiamento, rispetto all’arte e, più in generale, alla vita, fluido, flessibile e inevitabilmente “sospettoso”, perché «siamo intrappolati in una gamma di frequenze, la matrice appunto, e il mondo che vediamo intorno a noi è solo una minuscola frazione di un’infinità “multidimensionale”» (David Icke).

Per il momento la mia ricerca esplora questo nostro mondo abitato dagli “Illuminati”, dove operano sette e società segrete la cui finalità è il dominio politico attraverso il controllo spirituale e religioso.

Lo scopo degli “Illuminati” è alterare, per mezzo di connivenze, affratellamenti, affiliazioni e manifestazioni di fedeltà, il corso degli eventi, costruendo “verità alternative” che sono imposti, al mondo intero, come l’unica, sola e inoppugnabile “verità”. 

Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Come ho già scritto in principio fu Francis Bacon, subito dopo rimasi folgorato dal lavoro di Gino De Dominicis che conobbi personalmente a Roma, precisamente a Piazza del Popolo e, infine, direi che negli ultimi anni mi ha influenzato l’opera di Maurizio Cattelan. 

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Cosa è per te l’arte come linguaggio e in cosa consiste la tua personale declinazione di questo linguaggio?

 Per me l’arte consiste in un accumulo di comunicazione visiva che si manifesta in uno imprinting concettuale molto simbolico, dove la metafora corteggia l’enigma e la contemporaneità storica.

C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?

Considero le mie opere come cronache di “fatti veri” raccontati per mezzo della “finzione”, in altre parole, impiegando gli strumenti dell’arte che, non a caso, è fatta per ingannare affermando la verità. 

Qual è il tuo rapporto con il mercato?

Il mio rapporto con il mercato dell’arte è stato ben sintetizzato in un dialogo avuto con il critico Ivo Serafino Fenu nel 2003 in Sardegna.

Egli, in seguito, riportò la conversazione in catalogo, sulla rivista Flash Art «L’artista, propone una sottile operazione concettuale: penetra nel sistema dell’arte e ne disvela la fragilità e l’ipocrisia con il mezzo principe che lo governa, il denaro.

Acquista pagine di pubblicità sulle stesse riviste che irride, si autopromuove e le rende “verosimili” trasformandole in probabili icone d’arte contemporanea, entrando così nel complesso e scivoloso ambito dei contenuti e sul potere coercitivo che tali “bibbie” hanno sull’arte, sugli artisti, sull’orientamento del gusto e del mercato, sempre nel gioco con-fuso e ambiguo del vero e del falso, del reale e del virtuale». 

Che cosa consiglieresti a un artista che vorrebbe vivere d’arte?

L’unico consiglio che mi sento di dare a tutti e, soprattutto, agli artisti è di andarsene il più presto possibile all’estero.

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Contatto facebook: https://www.facebook.com/alfonso.siracusa8

Francesco Cogoni.

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