Interviste

INTERVISTA A ANGELO VENTIMIGLIA

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Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Per il mio percorso artistico non c’è mai stato un inizio ho sempre disegnato e mi sono sempre chiesto se quello che sentivo e vedevo fosse un mondo mio che forse valeva la pena di far vedere anche agli altri.

Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Le persone che hanno influito sulla mia arte in primis la mia famiglia ed un quadro fatto da mio padre, l’arte dell’antica Grecia che non è fatta di grandi nomi ma d’arte, tra gli episodi sicuramente quando ho lavorato nel sito archeologico di Sibari come manutentore negli anni 2002-2003, mi sono sentito come Caronte che doveva traghettare non più anime ma un arte persa da secoli.

Tra le persone che hanno influito nella mia espressione sicuramente il sostegno da parte del Direttore fotografia Rai Carlo Stagnoli, che ha sempre pensato che fossi una persona talentuosa.

E la conoscenza con l’artista e curatrice Adolfina De Stefani che mi ha voluto in mostra a Venezia e mi ha dato alcuni suggerimenti su come migliorare la mia espressione artistica.

Poi un incontro inaspettato con l’attrice Anna Macrì (candidata al David di Donatello quest’anno con un cortometraggio Onora la Madre), ci siamo riconosciuti ed ispirati a vicenda.

Un episodio che ha influenzato notevolmente nel mio percorso è stata una delle prime letture che fece il Papa Francesco all’inizio del suo pontificato, la lettura era la parabola dei talenti.

Cosa cerchi attraverso l’arte?

Nell’arte cerco di ricucire uno strappo che negli ultimi tempi si è venuto a creare tra l’osservatore ed il quadro.

I maestri del passato raccontavano episodi o semplicemente le fedi attraverso l’arte, io cerco di raccontare il nostro passato secondo le mie sensazioni, e comunque non rinnegando i tratti di un volto o di uno sguardo.

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C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?

Be si la mia ricerca parte dall’osservare quello che potrebbe nascondersi sotto i nostri i piedi, “il punto di contatto con la terra, ed allora la mia ricerca non è altro uno scambio tu terra mia dai tutto per vivere, ed io per tè cosa offro?”

Qual’è il tuo rapporto con il mercato?

Anche se il periodo non è roseo personalmente parlando ho trovato la mia fetta di mercato, sono spesso collezionisti che ricercano spesso un’onesta dell’opera ed una storia legata all’opera.

Devo ringraziare anche la galleria ART UpCLOSE di New York, che mi sta facendo conoscere.

Tuttavia guai a creare un rapporto di dipendenza tra arte ed esigenze di mercato, guai seri.

L’ispirazione, anche se qualcuno si illude di poterla renderla avulsa dalla materialità, è troppo legata al nostro universo emozionale, al quotidiano che vivono le nostre persone fisica e morale.

Bisogna trattarla bene, l’ispirazione è un bambino che non cresce.

E non deve crescere se vuole rimanere incorrotta”

Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?

Credo di non perdere il contatto con la realtà, ed anche quello di essere sicuri di avere una visione sulla propria arte, accettare le critiche e prendere atto dei suggerimenti.

Prendere atto, ma anche prendere arte, laddove si può mutuare il buono.

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Sito: http://angeloventimiglia.wixsite.com/angeloventimiglia

Francesco Cogoni.
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