Intervista a Claudio Puddu
Laureato in tecnologie per il restauro dei beni culturali.
Autodidatta, pittore e disegnatore per pura passione.
Quando e come nasce il tuo percorso artistico?
Nasce quando ancora non sapevo scrivere, all’età di 3 o 4 anni circa.
Allora si litigava con mia sorella nei momenti di ricreazione artistica per avere un colore in più fra le mani.
Un altro importante momento di grande crescita e di amore per l’arte coincide col quinquennio di
scuola elementare vissuto nelle classi della scuola Santu Perdixeddu in via Flumentepido.
Persone fondamentali per la mia formazione furono per l’appunto le maestre del tempo.
Ho ancora oggi i ricordi di una lezione che la maestra Angela Tocco ci fece interrogandoci sulla scelta dell’aggettivo più appropriato per descrivere le figure presenti in ‘’Guernica’’, il celeberrimo quadro di Pablo Picasso che esprime l’orrore di un avvenimento che ha segnato la storia del ‘900.
Fu un passo decisivo che ebbe un seguito e che maturò col tempo sviluppando un amore e una sensibilità da autodidatta.
Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo percorso?
Come detto, la mia infanzia fu decisiva per la mia passione.
Invece gli artisti che ammiro o che in qualche modo mi danno coraggio e ispirazione sono quelli novecenteschi come Picasso, Van Gogh e De Chirico e quelli contemporanei come Mallia e Sakharov.
Tra quelli rinascimentali apprezzo soprattutto il Brunelleschi e Michelangelo, tra quelli barocchi il Caravaggio e tra quelli stranieri do particolare riguardo a quelli fiamminghi del XVII sec. I maestri sardi che apprezzo particolarmente sono Sciola, Nivola, Ciusa.
Cosa cerchi attraverso la forma d’arte che utilizzi?
Cerco di rappresentare ciò che i miei sensi percepiscono.
Amo senza ombra di dubbio l’arte figurativa, ma non disdegno l’arte più astratta e simbolica.
C’è una parte nella tua ricerca artistica di cui vorresti parlare in particolare?
Da qualche tempo realizzo un personaggio naif di nome Saturnino (in onore al santo patrono di
Cagliari).
La sua evoluzione mi ha portato a creare nuove figure in stile che assumono le sembianze
di personaggi noti e meno noti.
Essi cambiano cappello in relazione alla vita, l’arte e la personalità degli stessi.
Qual è il tuo rapporto con il mercato? 6
Premettendo che oggigiorno non è facile vivere d’arte, cerco di valorizzare ciò che realizzo
attraverso i miei profili social e le mostre a cui partecipo, ma soprattutto cerco un percorso che
soddisfi i miei gusti e che tenda a migliorami nel tempo a prescindere dalle commissioni e dalle
vendite.
Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?
L’artista di oggi a parer mio dovrebbe essere in grado di sviluppare una propria filosofia che dia
riconoscibilità alle proprie opere e alimentare la propria sete creativa attraverso uno scambio
culturale continuo, fonte di idee e visioni prospettiche.
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Francesco Cogoni.