Intervista a Daniela Piru Patroncini
Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?
Il mio lavoro artistico è stato e viene influenzato ogni giorno, da ciò che li succede, le persone che incontro, le gioie e le delusioni che la vita presenta.
In fondo, ogni cosa può essere fonte d’ispirazione per un artista.
Cosa cerchi attraverso l’arte di fare film?
In un film un attore ha il grande privilegio di essere ogni volta una persona diversa.
Il personaggio aiuta molto l’attore, che può trovare il proprio riscatto personale da un insuccesso, piuttosto che realizzare il sogno che aveva da bambino.
A volte, invece, il personaggio gli permette un viaggio interiore più profondo, che, forse, da solo non avrebbe mai intrapreso, quindi, in un certo senso può essere anche terapeutico.
C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?
Ho sicuramente meno esperienza al cinema piuttosto che in teatro, ma l’ultimo personaggio interpretato al cinema nel film “la Madre distratta”, Amanda, è stato molto interessante.
Una donna molto diversa da me: forte, decisa, un po’ “figlia dei fiori” se vogliamo.
Una donna che mi ha insegnato molto.
Qual’è il tuo rapporto con il mondo del mercato?
Sono una frana.
Cosa consiglieresti ad un giovane regista che vorrebbe vivere di quest’arte?
Se posso permettermi un consiglio, beh, rimanere vicino alla realtà.
Spesso, in questo ambiente, si perde di vista la quotidianità, la vita di tutti i giorni, che poi è il nostro “involucro”, ciò che ci permette di creare o interpretare un’opera cinematografica.
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Francesco Cogoni.