Interviste

INTERVISTA A DANIELE DUÒ

9-Just a little dream (lullaby).oil on canvas. 100x80.Duò.2011

Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Il mio percorso artistico nasce quando da piccolo iniziai a disegnare i personaggi dei classici Disney.

Già alle scuole elementare le maestre si accorsero del mio talento e alle scuole medie la mia professoressa di educazione artistica mi spinse ad iscrivermi al liceo artistico.

Una volta presa la maturità artistica decisi di iscrivermi all’accademia di belle arti di torino e seguire il corso di pittura.

Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

I miei primi maestri furono Klimt e Schiele, durante il periodo accademico, poi mi sono spostato verso territori più surrealisti.

I miei pilastri rimangono Dalì, Magritte e Kubin.

Ma anche pittori appartenenti ad un mondo più antico come Caravaggio, Durer, Goya, Artemisia Gentileschi.

Cosa cerchi in arte?

L’arte è un processo alchemico, tramite il quale si trasmuta la materia per sopraelevarla a contenuti sapienti.

Esattamente come in alchimia, nell’arte cerco la mia purificazione dell’anima, passando da tutti gli stadi.

Dai più oscuri fino a quelli più luminosi. Come un chiaroscuro.

6-Ci sono cose che pesano (Uccidendo il mio bambino emozionale)_Oil on canvas_100x100_2011_Duò

C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?

La mia ricerca artistica si fonde con i miei interessi culturali, quindi abbraccia tematiche occulte ed esoteriche.

Il mio studio affonda le radici nell’alchimia e nella stregoneria, negli antichi rituali pagani, nella numerologia, la cartomanzia, ma anche la mitologia e lo studio dello stesso cristianesimo.

Qual’è il tuo rapporto con il mercato?

Stiamo vivendo un periodo di enorme crisi economica.

Il mercato dell’arte ne risente come ne risente tutto il resto.

Nonostante ciò esistono correnti “modaiole” che se si decide di seguire possono aiutare ad emergere.

Quello che si può notare è che il mercato dell’arte stia inseguendo la macchinazione dell’opera; l’artista oggi tende a ripetere se stesso all’infinito, creando copie di fotocopie della stessa opera che egli crede gli sia riuscita meglio.

Ogni pezzo è identico all’altro.

Si visitano mostre intere dove tutto è ripetizione. In questi meccanismi il mercato s’incastra a pennello.

Aimé io preferisco la ricerca, la sperimentazione e il godimento dell’atto creativo insito nella pittura stessa, piuttosto che una forma di comunicazione studiata apposta per crearne un brand.

Ovviamente questo incide negativamente sul mio conto in banca.

Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?

Come ho detto prima se un artista decide di vivere con la propria arte è quasi sicuro debba scendere a compromessi.

È più semplice brandizzare un prodotto pseudoartistico e lanciarlo in un meccanismo di mercato che immergersi nella ricerca artistico-culturale-spirituale che ogni artista degno di questo appellativo dovrebbe fare.

L’arte è qualcosa di troppo prezioso per poter essere mercificata.

L’arte vera, quella con la A maiuscola per intenderci, è qualcosa di pari al sacro, al divino.

Non a caso, nel passato, è stata affiancata alla religione per secoli e secoli.

Luminescenza Animica. oil on canvas. 120x100. 2012

sito: danieleduo.carbonmade.com

Profilo Facebook: https://www.facebook.com/dany.duo?fref=ts

Francesco Cogoni.

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