INTERVISTA A DAVIDE SIDDI
“Simpliciter” la personale di Davide Siddi verrà inaugurata sabato 16 alle ore 19.00 presso la Galleria Esdé, in vico I dei Genovesi 6 a Cagliari e sarà aperta fino al 1 maggio.
Visitabile tutte le sere (anche le domeniche) dalle 17.00 alle 21.00
Link dell’evento: https://www.facebook.com/events/612552145561670/
Quando e come nasce il tuo percorso artistico?
Disegnare e dipingere è una cosa che mi è sempre piaciuto fare, fin da piccolo.
Poi ho interrotto durante il periodo delle superiori, ho fatto il classico, e finito il percorso di studi delle scuole superiori ho ripreso da autodidatta a studiare disegno.
Con la prima mostra mi son reso conto che poteva diventare un lavoro, da li ho deciso di dedicarmi totalmente a quello che effettivamente mi piaceva fare di più.
Da cosa nasce la scelta dell’acquerello come mezzo espressivo?
In realtà è stata una scelta molto casuale.
Il primo medium con cui ho iniziato per poter dipingere anziché disegnare, cercando in una cartoleria di belle arti, la prima cosa che mi ha colpito son stati gli acquerelli ed ho cominciato da li.
Mi son trovato molto bene…
Ho provato anche altre tecniche, tempera, olio, però effettivamente l’acquerello è quella in cui mi trovo di più.
Sia per il metodo di lavoro che per i risultati che da, per il tipo di soggetti e di ricerca che faccio, le luci leggere, soffuse, il discorso delle velature è un discorso con cui mi trovo pienamente.
Come nasce la galleria Esdé?
La galleria nasce da una mia esigenza personale come artista.
Quello di pittore è il mio lavoro a tutti gli effetti da sei anni, ho collaborato con numerosissime gallerie sia a cagliari che a Parigi, Roma, Milano.
Ho avuto occasione di collaborare con diverse realtà e mi son reso conto che l’ideale romantico della galleria dell’epoca di Picasso, quello che avevo studiato non esisteva più, dove il gallerista era praticamente il sostenitore-amico del pittore, che lo guidava dall’inizio della carriera fino alla fine, ma sopratutto il confronto tra artista e gallerista, perciò la crescita della galleria era anche la crescita dell’artista, e mi son reso conto che questa cosa è morta ovunque, son poche le gallerie di questo tipo e sono accessibili solo ad artisti più che affermati.
Perciò ho deciso di aprire una galleria che seguisse le mie esigenze e quelle di molti altri artisti con cui mi confrontavo, l’ho aperta nel gennaio 2015, a giugno ho fatto una selezione per il direttore/direttrice di galleria e tra tutte le persone partecipanti ho selezionato Sara Giglio che adesso di fatto gestisce e coordina la galleria, dopodiché ho aperto lo spazio ad altri artisti, ho invitato altre tre persone di cui già conoscevo il lavoro e l’idea è quella di arrivare ad una decina di artisti da curare e farli crescere oltre che artisticamente anche a livello di quotazioni, percorso ecc.
Che esperienza hai del mercato dell’arte e del sistema in generale?
Bisogna fare un distinguo tra quello che viene inteso comunemente dal pubblico come mercato, cioè quello che ci viene proposto nelle riviste e nei TG quando dicono “battuta all’asta l’opera di Tizio, l’opera di Caio”, li si tratta quasi sempre di un mercato che tende a stupire, teoricamente più l’opera costa, più l’artista vale, ed è l’idea di mercato relativo all’arte più conosciuto.
In realtà lavorando e vivendo il mercato, che è quello da cui poi traggo da vivere, quindi per forza devo sempre confrontarmi con un pubblico, con un mercato, mi rendo conto che c’è anche un circuito poco conosciuto, di persone appassionate, che investono in arte per il piacere di avere un’opera che apprezzano, e contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, ci sono diverse persone che vivono questo rapporto con l’arte, persone molto interessate ad artisti emergenti o già affermati che tendono a fare magari anche dei sacrifici per avere un’opera che apprezzano.
Come nasce la mostra che inaugurerà il 19 e cosa vuoi esprimere principalmente?
Questa mostra è un po’ un paletto degli ultimi anni di percorso che ho fatto, l’idea di presentarla a Cagliari ha un suo motivo, io a cagliari è da sei anni che non espongo, l’ultima mostra è stata alla galleria La Bacheca nel 2010, da allora non ho più esposto a Cagliari.
Da un lato l’idea di voler riproporre i miei lavori al pubblico di Cagliari dopo tanti anni che non propongo nulla, far vedere la differenza che c’è tra l’ultima mostra che è stata proposta qua e l’attuale, oltre che da un punto di vista geografico, in questa mostra ho cercato di mettere le mie esperienze legate principalmente alla francia, è si una mostra dedicata a Cagliari, son tutti tramonti sui moli di cagliari, perciò non il solito paesaggio con il monumento o la bella vista di Cagliari che è stupenda, ho cercato qualcosa di più intimo, di poetico forse, e lavorando sui tramonti la mia ricerca si è concentrata principalmente su uno studio delle luci.
Gli ultimi lavori che ho fatto, quasi tutti prima di questi, erano legati alla città di Parigi, dove ho riscontrato un tipo di luce molto nordica con delle luci molto suffuse, molto leggere, molto diverse dalle ombre di cagliari, che invece sono molto nette molto forti… quindi ho ricercato a Cagliari le luci che avevo trovato nei paesi del nord della francia, trovandole in determinati momenti atmosferici, in determinate ore della giornata, come albe o tramonti.
Quindi sono andato in giro lungo i moli nell’estate del 2015 ho fatto più o meno 500 scatti fotografici e da li ho estrapolato dieci lavori validi per fare i quadri che verranno esposti.
Che consiglio daresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte ma non riesce?
Una cosa che ho notato quando ho cominciato a fare arte, volendola trasformare in un mestiere ho iniziato con diverse altre persone che alla fine hanno mollato, anno scelto altre strade, però la cosa che ho notato di più è il fatto che chi riesce a trasformarlo in un lavoro è chi lo vive già da subito come un lavoro.
Io credo molto all’artista artigiano, che si sveglia la mattina, fa il caffè e lavora, che sia per una mostra o per fare ricerca, bisogna dedicarcisi notte e giorno, poi la differenza nel tempo viene data da quante ore hai dedicato a quella materia, quindi sali di abilità di tecnica, ma anche la percezione che tu hai del tuo lavoro diventa un valore, che puoi riproporre con più convinzione sul mercato.
Galleria esdé: https://www.facebook.com/Galleria-Esd%C3%A9-975666632493406/
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Sito: http://www.davidesiddi.com/
Francesco Cogoni.