ArteInterviste

Intervista a Den Ver

Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Mi sono appassionato al disegno da bambino, affascinato dai tattoo delle rock band, dai film e dai fumetti, poi al liceo studiando la storia dell’arte mi sono interessato alla pittura e all’arte in genere.

Quali persone artisti o episodi hanno influenzato maggiormente il tuo percorso?

Dapprima le copertine dei dischi metal, poi i graffiti mentre in fase adulta il cinema, i b-movies, il cinema di genere, blackexploitation, rape&revenge, poi le produzioni di Gaspar Noé, Takashi Miike, Kim ki duk e tantissimi altri.

In generale sono molto interessato e influenzato dal true crime, i serial killer, la musica hardcore e le tematiche grottesche, violente, e sporche.

Credo che ci sia un po di tutto questo nei miei lavori.

Cosa cerchi attraverso la forma d’ arte che utilizzi?

Nei miei lavori cerco di ricreare le atmosfere da cui traggo ispirazione e chi mi appassionano, situazioni grottesche, nonsense, utilizzando tonalità acide, campiture sporche, contorni schizzati e grumi o macchie di colore.

I temi che tratto sono sempre filtrati da un velo di nonsense che ne attenua la drammaticità il più delle volte, come lo stupro tra orsetti ad esempio, se non fosse ”interpretato” da peluche sarebbe un’immagine piuttosto forte.

C’è una parte della tua ricerca artistica di cui vorresti parlare in particolare?

Il progetto “about a denver” è quello che trovo maggiormente stimolante.

Si tratta di tavole realizzate senza studi preliminari, pensate come parti di una sceneggiatura ipotetica, non connesse tra loro.

Le atmosfere predominanti sono quelle sopracitate e inaspettatamente riscuotono un discreto successo anche in ambienti per nulla artistici, le puoi trovare nei bar o appese a casa di persone non propriamente fan del genere; sono molto pop nonostante le tematiche.

Qual’è il tuo rapporto con il mercato?

Oltre a essere un tatuatore ”on the road”, mi vengono commissionati perlopiù decori o disegni su pareti, dai pub alle camerette dei bambini ma anche quadri o tavole in varie tecniche per gli usi più disparati, scenografie per scuole di danza, placchette copriprese, magliette personalizzate e altro.

Per quanto riguarda i lavori prodotti non su commissione ci sono le stampe del progetto About a denver, di cui sopra, che sono visionabili nell’omonima pagina fb.

Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?

Non saprei, credo studiare, imparare più tecniche possibili, essere versatili e produrre produrre produrre, anche il confronto continuo con altri artisti credo sia fondamentale.

Contatti:

pagina About a denver:  https://www.facebook.com/AboutaDenver/

Francesco Cogoni.

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