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Intervista di Marcello tosi a Yuleisy Cruz Lezcano

La silloge dell’affermata poetessa d’origine cubana Yuleisy Cruz Lezcano apre uno squarcio in un silenzio assordante facendosi testimone di tante storie di donne inascoltate

Ogni essere annichilito dalla violenza può far sentire la propria voce.

Intervista di Marcello tosi a Yuleisy Cruz Lezcano

Nella sua più recente silloge in versi Di un’altra storia sarà la paura (LEONIDA Edizioni), selezione Premio Strega Poesia 2024 con presentazione il 12 maggio al Salone del Libro di Torino, Yuleisy Cruz Lezcano compie un approccio immersivamente sofferto, fatto di dolore e resilienza, di speranza e disperazione, al tema della violenza sulle donne.

La silloge dell’affermata, pluripremiata poetessa bolognese d’origine cubana (le cui poesie sono state tradotte in varie lingue) apre uno squarcio in un silenzio ancora troppo assordante, facendosi testimone di tante storie di donne senza voce, di grida soffocate, come sentite riaffiorare in prima persona, generato dall’humus tragico di una serie di traumi patiti nel corso della vita fino a perdersi nella primordiale nebulosa dell’infanzia dell’autrice.

Silloge Poetica di Yuleisy Cruz Lezcano

Lezcano, perché “Di un’altra voce sarà la paura”?

A partire dalla drammatica situazione attuale, in questo libro riporto storie diverse di violenza. Ciò che più mi angoscia è che la violenza, la brutalità di questi accadimenti, la paura, spesso tolgono alle persone che la subiscono la forza di urlare, di chiamare aiuto. E anche per loro, per ogni essere fragile annichilito da esperienze così terribili, può esserci la possibilità di far sentire la propria voce, la propria sofferenza, se non in quel momento, successivamente attraverso la voce della poesia, di questi versi … ed ecco “Di un’altra voce sarà la paura”

La poesia quindi, parlando anche in prima persona, raccontando di sé, si fa testimonianza, voce, storia di quello che Ivan Crico nella sua prefazione definisce «un silenzio ancora troppo assordante sul labirinto oscuro della violenza alle donne»

Sì, è così, le mie poesie sono testimonianza, voce, storia … ogni tentativo di rompere il silenzio assordante di queste violenze è in grado, nel suo piccolo, di creare sensibilità, empatia, desiderio di porre fine a una strage infinita nelle persone che hanno un’anima. Ed è a loro che mi rivolgo, stimolandole ad ascoltare le voci che si sollevano dai miei versi. Ma questo mi ha creato anche sofferenza personale … affrontare un argomento del genere, ha comportato una richiesta emozionale non indifferente. Dopo aver scritto alcune poesie del libro rimanevo stanca, sfinita emotivamente, e sentivo la necessità di far decantare le poesie, fare delle pause; e questo mi è accaduto varie volte, perché mi sentivo veramente svuotata.

La Tragedia Raccontata Attraverso i Versi

Il verso si fa dunque portatore di una «tragica pietàs», oltre che di rabbia, di «parole che non crederai», confrontandosi con l’assoluto spossamento che rende un corpo «disertato» e un’anima «vestita da fantasma».

Il libro mi si è offerto, mi ha scelta e mi ha chiesto di raccontare tutte le storie che in lui si svelano. Contiene 45 poesie, che raccontano storie diverse, e nonostante questo non è esaustivo riguardo a tutte le forme di violenza di genere che si sono viste e si continuano a ripetere, sempre in modo diverso nel nostro tempo. Ed è però una violenza talmente avvolgente, annichilente, che appunto, l’anima si libra, lascia quel povero corpo così stremato, lo “diserta”, perché è l’unico modo per sopravvivere, per superare questo orrore, per sperare che abbia presto fine… E i miei versi cerano di cogliere questa anima, di fissarne sulla carta la fragilità, l’essenza o perlomeno ci provano… esprimono la mia rabbia ma soprattutto la mia “pietàs”, la mia vicinanza a lei, le mie lacrime.

Cronaca Nera e Incredulità: Rompere il Tabù della Violenza

Amore e violenza e «il sapore di suicidio che fiorisce in un buco nero» e diventa «l’abitudine di riempire la cronaca nera dalle burla delle tenebre che fanno delle fanciulle “cose”… vive solo per pena» recita la poesia “Stupro a Caivano”.

Ed è così… la cronaca nera ha creato “abitudine” a queste tenebre che annichiliscono ogni cosa, ogni persona, ogni anima… ma la dura realtà è anche che, tra le persone che non conoscono il fenomeno c’è una sorta di incredulità. Molte donne mi hanno raccontato che prima di essere direttamente coinvolte nel subìre violenza, avevano la sensazione di essere immuni al fenomeno e si dicevano “questo non può succedere a me”.

Una Chiamata all’Azione

E invece la violenza può capitarti ovunque, in una festa, quando torni a a casa dalla scuola o dal lavoro, quando vai a prendere la macchina nel parcheggio, dentro le mura domestiche ovunque. Dobbiamo pensare che una donna su tre subisce diariamente violenza e che questo è un fenomeno trasversale, presente in Italia, a Cuba, in Europa, in Africa, in Thailandia, in ogni luogo del mondo. Ma non dobbiamo arrenderci a questa abitudine ed è così che i miei versi vogliono dare voce, risalto a queste persone che hanno sofferto… La speranza è che passo dopo passo, anche attraverso la poesia, aumenti la consapevolezza, la volontà di dire basta ai violenti, alla violenza.

Marcello Tosi.

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Yuleisy Cruz Lezcano Alessandro Fioraso (connectivart.it)

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