Interviste

INTERVISTA A VALENTINA SGARBI

Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?

Ho sempre amato le parole, ecco la verità.
Fin dalla scuola media ero affascinata dai poeti della letteratura italiana proprio per l’uso che ne sanno fare di queste parole, le melodie che sanno accostare e le immagini che sono in grado di richiamare. Si tratta del corretto uso delle figure retoriche, che a me piacciono infinitamente.
Così, nel pieno dell’adolescenza (alle scuole superiori), mi sono ritrovata anche io con qualcosa da dire. E qual era il modo migliore per esprimermi se non attraverso quelle tanto amate parole?
Ho iniziato il mio primo romanzo per caso. Proprio perché volevo sia dar voce al mio “dolore” muto, ma anche perché volevo risollevarmi dallo stesso dolore con la bellezza ed i suoni che solo i poeti, fino ad allora, mi avevano dato.
Quali persone, situazioni o scrittori hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Per quanto riguarda la mia persona c’è stata un’insegnante che mi ha spronato a “dilettarmi” (se così si può dire) con le parole.

Poi, soprattutto nell’ultimo periodo, ho avuto alcune amiche che mi hanno incoraggiata a portare a termine ciò che stavo facendo.
Per quanto riguarda, invece, il romanzo nessuna situazione è mai capitata a me personalmente, né tantomeno ho mai visto e conosciuto certe persone che potrebbero essere richiamate nel libro.
Certo, i fatti circostanti mi hanno aiutata molto per la stesura, ma tutto è portato all’esagerazione.

Ad esempio la morte del marito della protagonista nasce dalla rottura di un fidanzamento.
Perché più dei fatti in sé, per scrivere, io ho bisogno delle mie emozioni e delle mie sensazioni.

Cosa vuoi esprimere attraverso la scrittura?

La mia scrittura è molto “riflessiva”.

Ho sentito tante persone che hanno riflettuto insieme alla protagonista.

Questo primo romanzo è un inno alla vita, perché la vita non è per sempre.

Io l’ho capito, ho capito quanto vada amato tutto ciò che abbiamo.

L’ha capito anche la protagonista (seppure troppo tardi).

Questo è il messaggio che mi piacerebbe trasmettere.

Ma, d’altra parte, ho solo diciotto anni e mi rendo conto che ho ancora tante cose da scoprire e tanta strada da fare.

Non pretendo di far la “morale” a nessuno.

Possiamo dire che questa è la storia “romanzata” del mio percorso (ancora in atto), nient’altro.

Qual’è il tuo rapporto con le case editrici e che possibilità ci sono di emergere per un giovane scrittore?

Le case editrici cercano di sponsorizzare uno scrittore il più possibile.

Di questo non posso assolutamente lamentarmi.

Però, purtroppo, i tempi sono cambiati e gli interessi della gente vanno altrove.

Ho poche speranze di emergere al giorno d’oggi, ma non escludo più nulla.

D’altronde avevo anche poche speranze che venisse pubblicato il mio romanzo!

Cosa consiglieresti ad uno scrittore che vorrebbe vivere di quest’arte?

Pazienza.

Coraggio.

Determinazione.

Anche io sono lo “scrittore” che vorrebbe vivere di quest’arte.

E so benissimo che sarà veramente molto dura.

profilo facebook: https://www.facebook.com/valentina.a.sgarbi

Francesco Cogoni.

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