INTERVISTA A VERONICA PARETTA
Quando e come nasce il tuo percorso artistico?
Fin da piccola ho nutrito interesse e passione per il disegno e la pittura che ho coltivato poi frequentando il liceo artistico di Cagliari e a seguire l’accademia di belle arti di Bologna.
Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?
In principio tutti quelli che appartengono alla cerchia dell’informale, in modo particolare Rauschemberg e Twombly.
Ma sono particolarmente vicina ai pittori del 900, vedere i loro quadri dal vivo mi ha fatto capire molto sulla pittura.
Vengo influenzata costantemente da tutto e tutti, dagli amici, dagli estranei, dai pazzi, dai bambini, dagli anziani, dai paesaggi, dal degrado, dai bei posti…
Cosa cerchi in arte?
Dipende dai casi, da come sono e da come sto, delle volte cerco un mondo a parte, altre volte cerco la lotta, cerco il gioco tra le forme e colori, l’equilibrio, il segno… ma principalmente cerco di non pensare a niente.
C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?
Ha avuto un grosso impatto su di me e sulla mia ricerca l’inquinamento, parlo di quello visivo, inteso come la sovrabbondanza d’immagini dalla quale siamo bombardati quotidianamente, questo mi ha portato a cancellare tutto inizialmente dalla mia ricerca, tant’è vero che inizialmente utilizzavo solo il bianco e cancellavo tutto in maniera quasi compulsiva, per poi pian piano inserire nuove linee forme e colori.
Qual’è il tuo rapporto con il mercato
Non è un rapporto molto stabile ma per ora diciamo che va bene.
Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?
Di buttar giù qualche disegno, bozza o scarabocchio ogni giorno. Consiglierei di non mollare mai la presa.
Io credo che si possa vivere d’arte ma bisogna essere testardi, pazienti e sinceri con ciò che si crea e che si ha in testa.
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Francesco Cogoni.