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Maurits Cornelis Escher

Maurits Cornelis Escher è stato un incisore e grafico olandese.

È conosciuto principalmente per le sue incisioni su legno, litografie e mezzetinte che tendono a presentare costruzioni impossibili, esplorazioni dell’infinito, tassellature del piano e dello spazio e motivi a geometrie interconnesse che cambiano gradualmente in forme via via differenti.

Le opere di Escher sono molto amate dagli scienziati, logici, matematici e fisici che apprezzano il suo uso razionale di poliedri, distorsioni geometriche ed interpretazioni originali di concetti appartenenti alla scienza, sovente per ottenere effetti paradossali.

Escher ha saputo rappresentare in modo geniale l’ambiguità del nostro tempo. Le sue “figure impossibili”, i suoi paesaggi ingannevoli, le prospettive invertite, le architetture irreali, i mosaici fantastici incantano e sconcertano l’uomo affascinato dal surreale e, al tempo stesso, ne soddisfano il bisogno di ordine e di equilibrio.

Nei contrasti giorno-notte, cielo-acqua, pesci-uccelli delle incisioni più famose, l’ambiguità visiva diventa ambiguità di significato e il positivo e il negativo sono diabolicamente intercambiabili. Traspaiono dall’opera e dalle invenzioni di questo artista i suoi molteplici interessi e le variegate fonti di ispirazione, che vanno dalla psicologia alla matematica, dalla poesia alla fantascienza.

Un giorno una signora mi telefonò e mi disse: «Signor Escher, sono affascinata dai suoi lavori. Nella sua composizione “Rettili” ha raffigurato in maniera convincente la reincarnazione.» Le risposi: «Se Lei crede di trovarvi ciò, sarà davvero così.»

È possibile che i titoli che Escher stesso diede ai suoi fogli portassero a interpretazioni profonde, che però non avevano nulla a che fare con le intenzioni dell’artista. Lo stesso Escher ha sottolineato che non si dovrebbero cercare più profonde interpretazioni al di là della rappresentazione.

Fino a poco tempo fa, Escher non veniva riconosciuto come artista. La critica d’arte non riusciva a giustificare una riflessione intorno alla sua opera, e così era portata semplicemente a ignorarla. Inizialmente furono matematici, fisici e cristallografi a mostrare grande interesse.

Escher rimase (e rimane) in disparte.

Non si riesce a catalogarlo poiché si è sempre proposto scopi completamente diversi da quelli dei suoi contemporanei.

Ciò che lo conquisterà saranno simmetrie, strutture matematiche, continuità e infinito, e il problema che è presente in ogni suo quadro: la riproduzione di tre dimensioni su di una superficie bidimensionale. Era ossessionato da questi temi. Si avventurò lungo percorsi che non erano ancora stati tentati da altri e qui c’erano infinite cose da scoprire.

Un critico dell’epoca diceva: «Gli uccelli, i pesci, le lucertole di Escher sono indescrivibili. Richiedono un modo di pensare, una forma mentis che si trova solo in pochi.»

Il tempo ci ha insegnato che il critico sottovalutava il suo pubblico o che forse aveva davanti agli occhi solo la stretta fascia di persone che visita gallerie e mostre e che non tralascia mai di andare ad un concerto.

È straordinario come lo stesso Escher – apparentemente non sfiorato dalla critica – abbia sempre proceduto per la sua strada senza tentennamenti. I suoi lavori si vendevano male, la critica d’arte ufficiale li ignorava, perfino nella sua cerchia aveva pochi ammiratori. Eppure continuò sempre a dar forma a ciò che lo affascinava.

Le opere di Escher hanno una forte componente matematica. Molti dei mondi che ha disegnato sono costruiti attorno a oggetti impossibili come il Triangolo di Penrose oppure ad illusioni ottiche come il Cubo di Necker.

In “Gravità”, invece, dei rettili multicolori sporgono le loro teste da un possibile dodecaedro stellato.

Le implicazioni logiche, matematiche, geometriche e fisiche sono piuttosto variegate nei lavori di Maurits Cornelis Escher, e coinvolgono concetti quali tra gli altri:

  • l’autoreferenzialità, appunto dove due mani si disegnano vicendevolmente.
  • I processi ricorsivi, quali l’Effetto Droste, collegati a particolari rotazioni del piano, come in galleria di stampe, dove partendo dallo sguardo di un visitatore ritratto a osservare il paesaggio di quadro appeso nella galleria, lo sguardo prosegue passando impercettibilmente dal dipinto al paesaggio reale ritrovandosi, dopo un percorso circolare, a osservare la nuca del visitatore attraverso la vetrata della galleria esso, in una successione potenzialmente infinita.
  • Questioni di topologia, esempio la percorrenza di una superficie bidimensionale estesa in uno spazio tridimensionale come Nastro di Möbius percorso da formiche

-L’infinito (sia filosofico che matematico), preludio alle geometrie frattali a sviluppo infinito, ad esempio nelle opere sul tema del limite del cerchio, dove un motivo ripetitivo si espande nell’infinitamente piccolo.

  • Il moto perpetuo, dove un trucco percettivo permette il disegno di una cascata che aziona un mulino e la stessa acqua torna ad alimentare la cascata.
  • Tassellature degli spazi bi e tridimensionali, impieganti “tessere” ripetute con tutte le possibili variazioni.
  • Dischi di Poincaré, in litografie come Il limite del cerchio figure simili sempre più piccole si susseguono all’infinito fino al bordo esterno di un disco.
  • Spazi dimensionalmente diversi che si incontrano, come in rettili, dove piccoli animali preistorici escono dal mondo bidimensionale di un libro, per poi ritornarvi.

In tutte le opere non vi è solo la fredda logica delle scienze esatte, ma mondi naturali con panorami, scorci, piante ed animali reali od immaginari intervengono ad arricchire i suoi lavori in un’ottica straordinariamente globale.

Maurits Cornelis Escher immagini: Maurits Cornelis Escher – Bing images

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