ArteInterviste

Olivier Baretella “passerà, e diverrà uno sbiadito Facebook ti ricorda che…”

Come procede la vita in questo momento difficile?

Essendo infermiere (=non fermo ), il recarmi in ospedale, ha reso meno pesante e “monolocale” questo inusuale periodo di coercizione.

Sicuramente il non poter avere contatti diretti coi miei congiunti, mi ha disgiunto emotivamente non poco.

Allo slogan che niente sarà come prima e che seguirà una sorta di Rinascimento socio-spirituale non credo.

In realtà è vero che non tornerà più come prima, perché ci saranno molti più problemi e la gente sarà molto più insofferente ed incazzata dell’era a.c., cioè avanti-covid.

Stai continuando a dipingere?

Ho provato a rispondere alle domande continuando a dipingere, ma non essendo Kali, ho dovuto posare il pennello, perché dipingevo una realtà troppo rosea.

La difficoltà di approvvigionamento di materiale artistico, mi ha imposto un riciclo etico.

Mi ha costretto come un arteologo, ad andare a scavare e riesumare supporti oberati da cataste di materiali vari.

Più che tele, sembravano bassorilievi impressionati e sculture impressionanti.

Ma una bella secchiata d’ acqua, le ha spaventate e tese, liberandole da quelle profondità che non appartenevano loro in origine. 

Com’è cambiata la tua arte in una condizione di semi isolamento come quella in cui ci troviamo?

Il mio microcosmo creativo, grande come un virus ma però meno coronato, è storicamente a rischio d’essere contagiato dalla realtà vissuta.

Anche in passato, tempi remoti, quindi, usai rappresentare tematiche a sfondo sociale con tinte fosche.

Preso da un’anarchia trasgressiva, m’era venuto in mente d’andare a dipingere fuori en plein air, per cui preso per le briglie il cavalletto, lo condussi in macchina assieme a colori e pennelli.

Quando dopo essere partito ed il mio contapassi si era attestato sui 200 metri, mi arrestai (senza l’intervento dei carabinieri), mi guardai intorno dall’abitacolo, e poi tornai a casa. Il panorama che vedevo era lo stesso che potevo fruire dal mio studio.

Hai modo di tenerti in contatto e condividere la tua arte con i fruitori? Che ruolo giocano i Social in questa battaglia?

Ne approfitto per lanciare un messaggio ai miei collezionisti: possono pure stare in libertà, senza mascherine ne guanti, perché per quel che riguarda loro e me, non c’è nessun pericolo d’assemblamento, con la erre.

Specialmente sui Social, il virus rispettando la sua natura, non poteva che divenire virale andando ad egemonizzare e colonizzare gran parte dell’attività mediatica, a discapito di altre realtà come quella dell’ arte.

Ma anche lui volente, no-lente o si-lente (asintomatico), passerà, e diverrà uno sbiadito “Facebook ti ricorda che … anni fa…” o almeno è quello che mi auguro di cuore.

Inerente al ruolo dei Social per condividere arte, li vedo come una scintillante vetrina, davanti alla quale passano in molti distrattamente, dei quali pochi si fermano, e quasi nessuno entra in negozio. Replicando cosi’ le dinamiche delle mostre d’ arte reali (ma plebee), o almeno questa è la mia percezione. Infine, la scarca efficacia dei Social per vendere arte, non lo vedo poi così negativo, ha un senso. Rende imprescindibile il ruolo della presenza umana, della mediazione, della reciproca conoscenza e delle relazioni umane. Proprio tutti aspetti, che le nuove tecnologie non riescono a sopperire ed espletare, e credo che questo periodo di “quarantena” ce l’ abbia fatto capire bene…

Che ruolo dovrebbe svolgere l’artista in questo momento storico?

Non penso che l’artista debba essere necessariamente figlio del proprio tempo.

Qualcuno si trova più a suo agio come padre, nonno o bisavolo di secoli andati.

Anche il sottoscritto in fondo credo.

Non devono esistere diktat nell’arte, tipo “non devono esistere diktat nell’arte”, ognuno può e deve fare ciò che è nelle sue corde, e vale anche per musicisti e tennisti.

Poi ai posteri ed ai poster (vedi Monet, Klimt ecc.), l’ardua sentenza.

Secondo te, come cambierà il mondo, ma sopratutto i mercati dopo la fine del covid-19?

Nel mondo dell’arte credo ci saranno molti cambiamenti.

Le fiere del settore indoor, si faranno in esterna divenendo Land art.

I visitatori alle mostre, potranno fare in libertà tutte le smorfie di disgusto senza essere visti dagli artisti, perché protetti dalle mascherine.

Quando ci chiederanno come è andata la mostra (semi- deserta), potremmo avere finalmente una scusa plausibile, dicendo che è colpa degli accessi contingentati.

Infine vi saluto con la frase più celebre di Pirandello: “Imparerai a tue spese (0,50 € – prezzo imposto) che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante mascherine e pochi volti”.

Facebook: https://www.facebook.com/OlivierBaretella

Instagram: https://www.instagram.com/olivierbaretella/

email: olivierbar@yahoo.it

Francesco Cogoni.

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