Riflessione a freddo su Late Night Confessions
La mostra Late Night Confessions, ospitata dalla Fondazione Bartoli Felter di Cagliari e curata dall’eccellente Chiara Manca, per si rivela come un teatro simbolico a due voci sulla condizione umana contemporanea, un palcoscenico dove si intrecciano luce e ombra, conscio e inconscio, reale e immaginario. Francesca Randi e Laura Saddi, in un dialogo fecondo tra fotografia e pittura, orchestrano un’esperienza che supera il mero impatto visivo per inoltrarsi nel territorio della rivelazione interiore e dello smascheramento esistenziale attraverso il mascheramento e lo spezzettamento dell’identità.
Late Night Confessions
Francesca Randi, con il suo progetto fotografico Violet Mary Hotel, ci introduce in un universo di teatralità enigmatica, in cui l’obiettivo non si limita a registrare il visibile, ma costruisce un’immagine stratificata, densa di ambiguità e tensione psichica. Le diciotto fotografie, intrise di un’atmosfera sospesa tra il reale e il surreale, trasformano le donne ritratte in archetipi seducenti. Queste ballerine, ospiti di un hotel che sembra uscito da un sogno o da un ricordo distorto, incarnano il dualismo dell’essere umano: la tensione tra l’apparire e l’essere, tra l’autodeterminazione e la vulnerabilità. Esse non rappresentano semplicemente se stesse, ma si fanno specchio dell’interiorità dello spettatore, svelando fragilità e desideri celati nel profondo.
Laura Saddi, con la serie pittorica Catigno, porta il pubblico in un viaggio di metamorfosi. Qui il gesto pittorico si fa processo di generazione e rigetto, una dialettica che evoca il mito di Inanna, divinità mesopotamica della morte e della rinascita. Le sue figure informi, tutt’altro che statiche, sembrano muoversi verso una destinazione che è al contempo ignota e inevitabile. Attraverso strati di colore e forme in divenire, Saddi esplora la possibilità di una rigenerazione personale che passa dal confronto con il dolore e l’indeterminato. Le opere di Saddi, più che rappresentare, interrogano; più che affermare, suggeriscono.
Contrapposizione e dualismo
La scelta di tematizzare il dualismo e la contrapposizione, come filo conduttore della mostra, non è casuale. Randi e Saddi riescono a far dialogare le loro opere attraverso una dimensione filosofica che rimanda alla dialettica hegeliana: l’identità si realizza solo nel conflitto con l’altro da sé. La notte, così come la rappresenta Coelho nella sua simbologia esoterica, diventa il momento del viaggio interiore, il laboratorio alchemico dove l’oscurità può trasformarsi in luce. Il riferimento al mito di Inanna è illuminante: la discesa negli inferi dell’inconscio è necessaria per emergere rinnovati, così come l’arte non è mai pura contemplazione, ma processo trasformativo.
Dal punto di vista psicologico, le opere delle due artiste invitano lo spettatore a confrontarsi con il proprio dualismo interiore. Le immagini di Randi, con la loro composizione e i dettagli enigmatici, sollecitano una riflessione sul mascheramento dell’identità nell’era contemporanea. Le tele di Saddi, con il loro figurativismo evocativo, suggeriscono un ritorno all’essenziale, una ricerca di autenticità che passa attraverso la rottura e la ricomposizione del sé.
In definitiva, la mostra Late Night Confessions , è stata un’esperienza estetica che si offre come spazio di dialogo con lo spettatore attraverso linguaggi artistici, riferimenti filosofici e psicologici. Le opere di Francesca Randi e Laura Saddi non offrono risposte, ma aprono domande, scavano nelle profondità dell’animo umano, suggerendo che la scoperta di sé passa attraverso il confronto con l’altro, con l’ombra, con il mistero. Come in ogni autentico atto artistico, ciò che rimane è un invito: a guardare oltre, a immergersi nel buio con la speranza di intravedere una scintilla di luce.
Francesco Cogoni.
Mostra Late Night Confessions
La mostra sarà visitabile sino al 27 dicembre 2024
dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 19:30 festivi esclusi
Il testo è stato ispirato in gran parte da quello di Chiara Manca, potete trovarlo qui sotto
ConnectivArt.