YULEISY CRUZ LEZCANO: poetessa di vocazione
Di seguito condivido con voi la breve recensione di Vincenzo Pardini sul libro Di un’altra voce sarà la paura di YULEISY CRUZ LEZCANO
Testo critico su “Di un’altra voce sarà la paura” di YULEISY CRUZ LEZCANO
Fin dalle prime righe, le poesie di Yuleisy Cruz Lezcano riescono a coinvolgere il lettore.
Una vera e propria cattura, dalla quale usciamo con quel senso di conquista e di soddisfazione che lasciano i libri importanti.
Sono infatti composizioni chiare e dirette che raccontano, con un linguaggio originale e appropriato, il dolore che lasciano gli atti di violenza degli uomini verso le donne.
Vera poetessa, Yuleisy fa suo lo strazio umano e sociale che affigge il nostro quotidiano a seguito dei comportamenti criminali che molti uomini perpetrano verso mogli, sorelle, figlie, fidanzate o conoscenti anche occasionali.
Una poesia,
dunque, che si innalza a denuncia e a difesa di chi è vittima dell’aberrazione maschile, con modalità per tanti aspetti inspiegabili, poiché nemmeno gli animai, della foresta e non, giungono a tanto.
Yuleisy esprime questo molto bene, anche perché il suo stile è fortemente subordinato ai contenuti che affronta. Tutto questo grazie ad un linguaggio duttile, che sa afferrare la materia per esporla al meglio.
Viene da pensare, che proprio sul linguaggio, la poetessa abbia lavorato e continui a lavorare alla stregua di una ricercatrice che sonda un territorio inesplorato ma, alfine, ne esce con dei tesori che ad altri sarebbero stati preclusi.
Il linguaggio della poesia accomuna, e nello stesso tempo distingue i suoi autori.
Yuleisy mi pare non abbia parentele letterarie cui abbinarla.
Un caso a sé, che vive e sente la poesia in maniera propria, con un impulso che ci ricorda, come diceva Felice Del Beccaro a proposito di Mario Tobino, l‘ira sacra dei poeti; un’ira che eleva l’anima, e fa vedere gli umani in una prospettiva concessa solo ai bardi.
Interessante, e da studiare, lo stile espressivo di Yuleisy che, talvolta, sembra immergersi in episodi di cronaca nera da cui estrapola gli elementi che interpreta e trasfigura coi suoi rapidi e incisivi versi. Una maniera di agire che può evocare l’impegno morale e civile di Pier Paolo Pasolini e l’introspezione, determinata e costante, di Lautrèmont de I Canti di Maldoror .
Insomma, una poetessa impegnata non certo per smania di successo, ma per vocazione a difesa di chi subisce il peggio che vita e destino riservano, troppo spesso, a esseri indifesi e innocenti. Una poetica dunque, quella della nostra, che dovremmo fare propria anche per meglio capire il terribile periodo storico che stiamo vivendo.
VINCENZO PARDINI
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