Intervista a Smita Paola Zannini
Quando e come nasce il tuo percorso artistico?
Fin da bambina ero attratta ed affascinata dai colori.
Era il mondo dove mi perdevo, dove giocavo e dove mi sentivo felice.
I miei occhi parlavano con i colori e con le forme.
Crescendo ho nutrito il mio impulso creativo esprimendolo in varie forme, ciò
ha contribuito a formare la mia personalità.
Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo percorso?
Incontrando l’artista pittrice Meera Hashimoto e la meditazione, ho trasformato la
mia forza creativa in uno spazio profondo, dove l’esistenza mi avvolge e mi conduce
in un viaggio creativo esprimendo me stessa attraverso l’intuizione e la totale
presenza.
Cosa cerchi attraverso la forma d’arte che utilizzi?
Ogni volta che mi esprimo artisticamente, cerco luce, silenzio, profondità, libertà e
spazio.
Ogni volta incontro il mio specchio, la mia parte oscura e la mia luce.
C’e una parte nella tua ricerca artistica di cui vorresti parlare in particolare?
Nella mia ricerca artistica incontro ed affronto sentimenti, emozioni, difficoltà,
confusione, lacrime e risate.
Tutto il mio corpo è coinvolto.
Non pianifico un obiettivo.
Sono con il mio grande foglio, i miei colori e l’acqua.
Sono i colori che giocano, e le mie mani giocano con loro.
Ogni volta è una sorpresa.
Quando incontro una difficoltà come la mente, le abitudini ed i giudizi, cerco di andare in profondità e rompere i blocchi.
Inoltre adoro entrare nella natura con il mio grande foglio.
Non ritraggo la natura, ma è la natura che entra nel foglio.
L’ armonia della natura ha semplicemente sfiorato il foglio dove si è riposata e poi è andata via.
Nel foglio rimane la sua potenza.
È in questo momento che vive l’impulso creativo.
Il foglio è solo la possibilità di comunicare dall’anima.
Qual è il tuo rapporto con il mercato?
Posso vivere il mercato solo quando lascio andare via il desiderio di diventare qualcuno.
Porto un’opera quando è l’opera stessa che parla ed io mi metto sullo sfondo.
Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?
Non posso dare consigli a chi vuole fare dell’arte un lavoro.
Tuttavia, essere totali nell’esprimersi artisticamente, porta ad accogliere ogni parte di sé, dalle più nascoste e dolorose fino alla gioia.
Vivere d’arte non è fare un quadro o una ceramica.
È creare se stessi.
È un percorso, che spesso è sconosciuto, ma trasforma la vita.
Il mercato può riconoscere il valore di questo processo e dargli una valutazione.
Tutto il resto lo segue.
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Francesco Cogoni.