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Intervista ad Antonio Pillitu: Gioco di cemento

Oggi ho il piacere di condividere con voi l’intervista ad Antonio Pillitu un artista che reputo molto interessante nel panorama sardo. Incide sul cemento, dipinge, gioca, racconta con il suo segno un mondo malinconico di cemento e gioco.

Antonio Pillitu: formazione

Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Sono un autodidatta e ho conseguito il diploma presso il Liceo Azuni. Ricordo i giorni in cui la sede centrale del liceo artistico Foiso Fois era in Piazza Dettori, e osservavo gli studenti entrare con le cartelle in mano. In quei momenti provavo un po’ di gelosia, poiché quando manifestai il desiderio di frequentare un percorso simile, mio padre mi aveva incontrato con un certo scetticismo. Egli riteneva che l’arruolamento fosse una scelta migliore, poiché molti ritenevano che coloro che si arruolavano potessero godere di pensioni più giovani e di stipendi più generosi. Di conseguenza, ho conseguito solo un attestato al Liceo Azuni, anche se non era ciò che desideravo veramente.

La passione per la pittura è nata con me fin dall’infanzia. Piuttosto che giocare a pallone con gli amici, preferivo trascorrere il tempo a disegnare con qualsiasi cosa mi capitasse tra le mani. Con il passare degli anni, ho iniziato a riempire le pareti bianche delle case in cui ho vissuto con i miei disegni.

Oggi, la pittura occupa una parte significativa della mia giornata.

Non mi piace definirmi un artista; mi sento piuttosto come un bambino che gioca con i colori.

Influenze artistiche

Quali persone, situazioni o artisti hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?  

Non solo i pittori sardi come Biasi, Corrias o Maria Lai, ma anche artisti come Franci Bacon, Lucian Freud, ed artisti contemporanei che sono anche miei amici, come Silvia Argiolas, Giuliano Sale, Silvia Mei, che sono dovuti andare via dalla Sardegna per trovare una dimensione più favorevole all’arte, come Milano, che è dove vivono.

A parte loro, sicuramente il mondo musicale mi ha condizionato moltissimo: negli ambienti che ho frequentato ho avuto la fortuna di conoscere tantissima bella gente, sarda soprattutto, che viaggiava tantissimo; persone di ogni orientamento politico e sessuale che comunque hanno aperto il mio mondo, facendomi sentire libero. La prima cosa che vedo in una tela bianca è sicuramente la libertà di potermi esprimere e di poter rappresentare ciò che voglio, senza sentirmi condizionato o giudicato da nessuno.

Cosa vuoi esprimere attraverso l’arte?

Sicuramente voglio divertirmi come un bambino. Esattamente come per un bambino quando gioca, per me vale la stessa cosa: non ho questa esigenza di dare grandi interpretazioni alle cose che faccio.

Quando dipingo, sto bene, e questo è già un grande risultato; mi diverto nel farlo, sto bene, mi piace l’ordine, la casa profumata, il profumo del caffè, la musica che amo in sottofondo; tutte queste cose mi rendono l’uomo più felice del mondo. Nel momento in cui sto dipingendo, poi mi rendo conto che, riosservando poi alcune cose che faccio, do delle interpretazioni diverse anche in base al mio umore. In ogni caso, per me è fondamentale che attraverso l’arte riesca a star bene e divertirmi.

Intervista ad Antonio Pillitu

Mi piacerebbe approfondire sul tuo ultimo progetto/le tue ultime opere, cosa puoi dirci?

Ci tengo a precisare che tutti i miei quadri sono fatti con un cemento bianco, uso degli aghi anche di grandi dimensioni e delle lame, dei coltelli per tracciare i soggetti che voglio rappresentare e poi completo il tutto con dei colori acrilici.

Questa tecnica mi ha permesso di sperimentare dei lavori su comodini, sedie, facendo colate di cemento su ogni cosa, cappelli, scarpe, qualsiasi cosa mi è capitata tra le mani ci gioco su. Questa tecnica mi permette di divertirmi tantissimo perché non ho solo la solita tela bianca ma posso giocare su qualsiasi oggetto che mi capita.

Poi per i progetti ho questa voglia matta di viaggiare, perché alla fine i viaggi ti arricchiscono moltissimo perché comunque quando viaggi e mangi lucertole, scarafaggi e cavallette rientri con le batterie belle cariche e l’umore per giocare non mi manca mai.

Antonio Pillitu: rapporto con il mercato

Qual è il tuo rapporto con il mercato? che possibilità ci sono di emergere per un giovane artista?

Non ho un grande rapporto con il mercato; non dedico neanche molto tempo alla vendita di questa mia passione. Grazie a ciò che ho fatto, sono riuscito a fare tanti viaggi, visitare musei importanti, eccetera. Per un artista che vuole emergere in questo campo, innanzitutto consiglio di frequentare il liceo artistico. Anche se io non l’ho fatto, poi se ha le possibilità, uscire dalla Sardegna e trasferirsi in una delle città importanti per l’arte. Continuare l’accademia in una grande città in cui poter studiare con colleghi provenienti da tutto il mondo; sicuramente questo darà stimoli importanti per poter esercitare al meglio questa passione.

Aggiungo anche che per quanto Cagliari si sia svegliata molto, non è che ci sia questo giro d’affari o questo giro di turisti che ruotano tutto l’anno, come può accadere a Milano o Firenze, dove ci sono più compratori o fiere importanti che in Sardegna non ci sono…

A Cagliari mancano molte cose ed è un peccato perché ci sono spazi quasi abbandonati che potrebbero ospitare vetrine molto importanti, invece nulla. Ma vedremo cosa succederà con la nuova amministrazione politica.

Consigli per una crescita personale

Cosa consiglieresti ad un giovane che vorrebbe vivere di arte?

Ottenere una laurea è un passo cruciale. Nonostante l’importanza della scuola, credo fermamente che ciò che realmente conta vada al di là di ciò che la scuola può insegnare.

Completare gli studi in una prestigiosa accademia è auspicabile, ma se ciò non è possibile, è essenziale impegnarsi, assumersi responsabilità, e magari svolgere lavori temporanei, come lavapiatti o qualsiasi altra occupazione, per sostenere il percorso accademico e perseguire i propri obiettivi.

Una volta completati gli studi, un diploma accademico può aprire molte porte, come l’insegnamento o le opportunità lavorative nel mondo teatrale, offrendo ampie prospettive di carriera. Inoltre, a livello culturale, possedere una laurea può fare la differenza nell’immagine personale e nelle opportunità che si presentano.

Intervista ad Antonio Pillitu, Contatti:

Profilo Facebook

Antonio Pillitu (@lello_lelluzzo_) • Foto e video di Instagram

Mail: antoniopillitu67@gmail.com

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Francesco Cogoni.

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