ArticoliFilmrecensioni film

Il ragazzo e l’airone: una recensione breve

Nel film “Il ragazzo e l’airone”, Hayao Miyazaki offre uno sguardo profondo sulla sua relazione con Isao Takahata e riflette sulla funzione dell’arte, con particolare attenzione allo Studio Ghibli ed al tema della Morte. Questo articolo fornirà una breve riflessione su come il film sia stato plasmato dalle esperienze personali di Miyazaki e come il Maestro stia affrontando l’idea del declino dello Studio Ghibli.

Il Dialogo tra Hayao Miyazaki e Toshio Suzuki

Un elemento cruciale per comprendere il film è il dialogo tra Hayao Miyazaki e Toshio Suzuki nel documentario “Il regno dei sogni e della follia”. Interessanti le dichiarazioni di Miyazaki sulla fine di un’era e la sua visione della pensione come liberazione. Per lui era divenuto semplicemente insopportabile anche solo pensare di dedicarsi ad un’altra creazione: i film sono come i figli, una volta nati hanno una vita propria, che si impone sempre su quella di coloro che gliel’hanno donata. Nonostante questo, dieci anni dopo è arrivato Il ragazzo e l’airone.

L’universo immaginato da Miyazaki dentro la torre è uno spazio aldilà del tempo, in cui c’è una porta per ogni lasso temporale. Passato presente e futuro vanno a convergere in questa realtà precaria che non è altro che lo spazio dell’immaginazione.

Processo di gestazione del film

Il processo di gestazione del film è fondamentale per comprendere la sua complessità. Dai primi annunci nel 2016 all’effettiva produzione durata cinque anni, evidenti le sfide che Miyazaki ha affrontato, inclusi cambiamenti nella tecnica di animazione, l’impatto della pandemia ed i ripensamenti personali.

Il senso del sofferto e del male originario dentro ogni uno di noi, il male autoinflitto dal protagonista con una pietra, dopo una lite, la sofferenza, il senso di colpa. Una cicatrice che richiama alla ferita nel costato di cristo, al taglio sulla tela di Lucio Fontana, questo squarcio che da inizio all’apparizione del Daemon rappresentato dall’airone, mezzo dio mezzo uomo.

I Riferimenti Visivi ne “Il ragazzo e l’airone”

Il film più ricco di riferimenti nella storia dello studio Ghibli, tra i tanti i primi che ho notato son stati:

Entrata della grotta nel giardino di villa medici a Roma di Diego Velazquez (1650 ca.)

L’isola dei morti di Arnold Bocklin (1880)

Mystère et mélancolie d’une rue di Giorgio De Chirico (1914)

8½ di Federico Fellini (1963)

I Sospiri del mio cuore di Yoshifumi Kondo (1995)

Tra questi anche due iconici film dello studio Ghibli,

Il porco rosso (1992)

Ponyo sulla scogliera (2008)

(nell’articolo le immagini dei riferimenti sopracitati)

la trasformazione dello Studio Ghibli

La simbolica caduta della torre, rappresentante l’universo di Miyazaki, è un riferimento diretto a come questo evento segni la fine di un’epoca per l’animazione giapponese. Il Ghibli diventa teatro di conflitto, con riferimenti ad un modo unico e vitale di porre in essere l’animazione, si pone al mondo in contrapposizione al reale in guerra. Un universo comunque non scevro di conflitti interni o di sofferenze, come nel caso dei Pellicani che soffrono per la scarsità di cibo e son costretti a divorare gli spiriti, future vite, destinate al mondo dei vivi, toccando temi di natalità. In questo modo suggerisce una ricerca continua di miglioramento artistico da parte del creatore.

La Morte come Funzione Vitale

La morte come funzione vitale nell’arte di Miyazaki costituirà il nucleo di questo film. La morte è percepita come un atto necessario per garantirne la resurrezione, attraverso il fuoco, la fenice simbolicamente rappresentata dalla madre che è incarnazione della creatività, della magia. Collegando questo concetto alla vitalità artistica e alla rinascita attraverso nuove prospettive creative.

Il ruolo della morte è bivalente, assume massima tensione emotiva quando il personaggio viene spinto dai pellicani oltre il cancello d’oro, trovandosi di fronte all’antro di questo indefinito assente a cui non si può dare le spalle, si tratta sicuramente della morte.

“Il ragazzo e l’airone”

La riflessione di Miyazaki si concentra a mio avviso sulla funzione dell’arte, in riferimento al futuro del Ghibli ed al concetto della morte come elemento immortalizzante.

Ci presenta un universo in cui la vecchiaia rende buffi, in cui la morte e la sofferenza fanno da sfondo ad un mondo interiore che permette all’individuo di superare il trauma del lutto e le sofferenze della vita, proprio grazie ai pericoli, al Daemon che se dominato attraverso il suo punto debole fa da spalla per superare le sfide che il destino ci pone. In cui persino le creature più stupide e fragili, se ingigantite diventano pericolose. In cui, ad esempio, il realismo delle feci di uccello diventa una componente divertente.

Sapendo equilibrare in maniera magistrale le emozioni senza cadere mai nella tragica sofferenza.

Assolutamente da vedere.

Francesco Cogoni.

Di seguito il trailer del film:

Consigliamo anche le altre nostre recensioni a film e libri:

Perfect days Wim Wenders: Recensione | ConnectivArt

L’infanzia dell’erba recensione | ConnectivArt

Recensione di La mia cosa preferita sono i mostri | ConnectivArt

ConnectivArt.

/ 5
Grazie per aver votato!
Summary
Description
Nel film "Il ragazzo e l'airone", Hayao Miyazaki offre uno sguardo profondo sulla funzione dell'arte in un contesto di Guerra.
Author
Publisher Name
ConnectivArt

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verificato da MonsterInsights