Interviste

INTERVISTA A MASSIMO PIGA

  

Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Già da ragazzino avevo la passione per i fumetti e per il disegno.
Nei miei quaderni scolastici insieme agli appunti erano immancabili i miei schizzi.
Adoravo Jacovitti e Mordillo che mi hanno influenzato non poco.
Crescendo mi sono appassionato di vignettisti come Forattini, Putzolu e soprattutto Vauro di cui ammiravo le grandi capacità di sintetizzare in un unica vignetta dei pensieri e tematiche con grandi contenuti.
Da autodidatta mi sono avvicinato sempre di più a questo mondo, divertendomi a fare delle vignette e caricature soprattutto ai miei amici dove mettevo in evidenza situazioni più o meno simpatiche.
Visto il “successo” che riscuotevo fra amici ho iniziato a creare vignette in modo più serio iniziando a collaborare con alcuni giornali regionali, con Sardegna 1, e con Domenica quiz e La settimana Enigmistica.
Nel 2005 pubblico il mio primo libro a vignette “da rombo di tuono a magic box”, breve storia del Cagliari Calcio e successivamente la storia a fumetti di Diego Armando Maradona.
Per problemi personali abbandono per anni la matita… ma nel 2010 la riprendo in mano per dedicarmi a lavori su tela.
I miei personaggi stilizzati iniziano a prendere forma su tele e ad essere pieni di colore.
Inizia cosi il mio nuovo percorso artistico che in poco tempo mi porta a seguire la strada a metà tra pop art e naif moderno partecipando a numerose mostre e a vincere il primo premio di estemporanea città di Gonnesa.
La voglia di cercare sempre nuove forme artistiche mi ha portato poi alla realizzazione di diversi murales che mi hanno dato molta soddisfazione e che insieme alle mie tele sono al centro dei miei progetti.

Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Come già accennato i primi artisti che hanno influenzato i miei lavori sono stati i maestri del fumetto.
In primis Benito Jacovitti e Mordillo.
In seguito grazie anche ai miei numerosi viaggi in giro per il mondo ho avuto modo di conoscere numerosi artisti anche non famosi ma da cui ho tratto molto specie da artisti africani e sudamericani.
I colori e le forme di queste meravigliose forme artistiche hanno aperto in me nuove strade e nuove idee che ancora adesso sono in via di evoluzione.

Cosa cerchi attraverso l’arte?

Essendo un infermiere professionale e non un artista il mio tempo da dedicare alla mia passione è limitato.
Ma quando ho la possibilità di dedicarmi a questa mi immergo nel mio mondo e davvero riesco a trovare quella gioia, serenità e divertimento che purtroppo la vita reale non riesce a regalarci.
C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?
il mio sogno è poter aprire nella mia città, Iglesias, un piccolo laboratorio artistico e creare in qualche modo una galleria d’arte dove potermi dedicare in modo più costante alla mia pittura e poter sviluppare le molte idee che ogni giorno attraversano la mia testa.
Qual’è il tuo rapporto con il mercato?
Tanti fattori incidono sul mercato artistico.
La crisi economica non lascia grande spazio a ciò che potrebbe essere considerato superfluo, e vivendo in una piccola realtà come Iglesias tutto risulta più difficile.
Io nel mio piccolo ho diverse richieste ma mai che si possa pensare di vivere d’arte.
Sarebbe un sogno fantastico.
Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?
Ma mai dire mai.
E i sogni devono sempre essere li…bene in vista.
Provare a vivere di sola arte è una grande scommessa ma se qualcuno ci è riuscito non vedo perché il prossimo non puoi essere tu.
 
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