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Intervista a Massimo Melis

Scopriamo attraverso l’intervista a Massimo Melis il suo percorso appassionato nel mondo del teatro attraverso un’intervista esclusiva. Dal suo inizio nel 1995 sotto la guida di maestri come Coco Leonardi. Melis ci racconta come sia stato influenzato dai grandi del teatro come Stanislavskij, Strasberg, Brecht e Artaud.

Lepomme piccolo studio fotografico (Laura Farneti)

Nascita e influenze nel percorso di Massimo Melis

Ricordi il primo momento in cui è nata la tua passione per il teatro?

Si era il 1995, mi fu proposto da un amico un laboratorio con il maestro Argentino recentemente scomparso, Coco Leonardi che aveva fatto parte della Comuna Baires, gruppo di attori e attrici Argentini fuggiti alla dittatura. Fui fulminato sulla via di Damasco, cominciai a leggere Stanislavskij e Strasberg, Brecht e Artaud. Avevo 27 anni e da allora il mio amore non è venuto mai meno, da allora non ho mai smesso di formarmi. Cercando innanzitutto di diventare uno spettatore competente.

Quali persone, situazioni o artisti hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Gli incontri che hanno cambiato la mia vita sono stati principalmente tre. Dopo lo start dato da Coco Leonardi, noi allievi fummo talmente entusiasti che decidemmo di fondare un associazione culturale che in onore dei 100 anni del cinema decise di chimarsi “kentu”, ma l incontro decisivo è stato con il Teatro del Lemming di Rovigo e il suo direttore artistico Massimo Munaro, quando venni selezionato insieme ad altri 20 corsisiti da tutta Italia per lavorare sui primi 5 canti dell’Inferno di Dante Alighieri, era il 2003-2004.

Durò 5 mesi in cui facemmo vita di comunità in una foresteria attaccata alla sala prove. Mi emoziono ancora quando penso a quello che abbiamo vissuto insieme in scena e nella vita. Il terzo incontro è stato con la poetica del Teatro delle Bambole di Bari, che mi ha portato ad interpretare Edipo nell’opera Edipo Re di Nitsch, dentro le sale del museo Nitsch di Napoli. Nel corso degli anni poi sono ho avuto la fortuna di lavorare con D. Iodice, fare uno degli ultimi laboratori di Marcel Marceau a Santu Lussurgiu.

per non dimenticare i Maestri Sardi come Giuseppe Boy, Sergio Piano, e altri che hoa vuto la fortuna di seguire.

Neroteatro e nuovi progetti

Cosa vuoi esprimere principalmente attraverso il teatro?

Il mio motto è “fare teatro fa bene anche a chi non vuole fare teatro” perchè aiuta a vivere, a diventare una persona migliore, aiuta a sviluppare empatia ad ascoltare, se stessi innanzitutto, e gli altri di conseguenza. Entrare nella pelle di un personaggio completamente diverso da sè, aiuta conscere l’altro/a a sospendere il giudizio che molto spesso è pre-giudizio.

Nei teatri, nelle sale in cui si prova si respira una libertà totale in cui nell’atto creativo si può essere tutto e il contrario di tutto. E poi c’è l’odore della polvere del palcoscenico, ogni teatro ha il suo odore di palcoscenico particolare. Quell’odore prima che si apra il sipario è inebriante. Fare Teatro è un atto d’amore assoluto che non si aspetta contraccambio, si apre il proprio cuore al pubblico sapendo che lo spettatore può anche sputarci sopra.

Lepomme piccolo studio fotografico (Laura Farneti)

Intervista a Massimo Melis

Vorrei approfondire sulla compagnia NeroTeatro e sui nuovi progetti!

Neroteatro è come un treno con tantissime fermate, c’è chi sale per poche fermate e chi invece resta più a lungo, come coloro che fanno tutta la transìberiana. Le persone che mi seguono ormai da 5 anni, in modo alternato o continuo, sono il nocciolo duro intorno al quale il gruppo cresce e matura, nutrendosi sempre di nuovi incontri.

Nel 2019 abbiamo vinto il premio della giuria e del pubblico del concorso per corti teatrali “Giardini aperti di Abaco Teatro con “il Leviatano” (https://www.ilgrandeleviatano.eu/) in cui abbiamo condensato IL Moby Dick in 15 minuti portando poi nel 2020 lo spettacolo “espanso” nella prima Biennale di Teatro di produzione in Sardegna di Sardegna Teatro. (https://www.sardegnateatro.it/spettacolo/il-grande-leviatano-studio-dal-moby-dick)

Nel Dicembre del 2023 abbiamo portato in scena “Ce formidable bordel di E.Ionesco, con molta soddisfazione nostra e del pubblico, interpretando pienamente a detta degli spettatori, lo spirito surrealista dell’autore. I progetti futuri riguardano Cechov, Sarah Kane e altre opere legate alla drammaturgia contemporanea di autori come Pommerat e Sinisterra.

Le collaborazione con le altre realtà isolane è molto importante per noi, grazie al Teatro del Sale, abbiamo potuto portare avanti molti progetti. Nel corso di recitazione annuale inseriamo sempre delle lezioni di insegnanti esterni, specialisti come i coach che seguono le canzoni , ma non solo. in modo da far conoscere agli allievi/e metodi di apprendimento diversi.

Possibilità di emergere e compagnie teatrali

Qual è il tuo rapporto con i teatri e le compagnie? che possibilità ci sono di emergere per un giovane teatrante?

I miei rapporti con i Teatri e le compagnie sono buoni, direi ottimi, ci sono rapporti di amicizia di lunga data, con moltissimi di loro, grazie anche agli anni in cui facevo il tecnico, vado a vedere gli esiti scenici di tutti, e se uno spettacolo mi incuriosisce vado ovunque a vederlo.

L’ultimo in ordine di tempo è stato l’eccellente “il giorno del giudizio” per la regia di Marco Spiga visto a Nuoro. Per i giovani teatranti non è semplice, io consiglio di fare un percorso riconosciuto, in accademia, facendo magari prima del test di accesso all’ Accademia, le summer school, ( come fa per Esempio la Paolo Grassi di Milano) che sono aperte anche ai minorenni.

Cosa consiglieresti ad un teatrante, sia esso autore o attore, che vorrebbe vivere di quest’arte?

E’ fondamentale strutturarsi, studiare continuamente come il chitarrista che deve suonare tutti giorni per delle ore. Poi è fondamentale conoscere le lingue, stare nei luoghi delle Grandi produzioni, nelle grandi città come Milano Roma, per lo sbocco in tv, nel cinema, ed essere flessibili, saper ballare, cantare.
Ovviamente tutto è legato al tipo di obiettivi che ci si pone, io non vengo da un percorso accademico, non sapevo manco che esistessero le accademie quando ho iniziato, ho voluto fare anche un altro lavoro per essere totalmente libero nelle scelte, ho sempre investito in formazione, il mio obiettivo è sempre stata la crescita, mia e di chi mi seguiva.

Lepomme piccolo studio fotografico (Laura Farneti)

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Whatsapp: +39 3405652269

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Sito: https://www.ilgrandeleviatano.eu/#SuNeroTeatro

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