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Intervista ad Alessandro Capodici

In questa intervista ad Alessandro Capodici, conosceremo più da vicino questo artista che trovo molto interessante, essendo io un amante delle parole nell’arte cominciando dal futurismo sino ad arrivare ad artisti come Barbara Kruger o Alighiero Boetti e tanti altri, (difficile elencarli tutti), artisti che hanno implementato l’uso delle parole nella loro ricerca visiva, trasformandole in icone capaci di esprimere significati oltre la parola.

Alessandro Capodici, percorso artistico, ispirazione e parola.

Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Nonostante avessi sperimentato in vari modi prima, direi che intorno ai 15 anni ho iniziato a dare una forma più precisa alla mia passione. Ero in classe, cercavo di scrivere una canzone senza nemmeno un sottofondo musicale, e mi sono reso conto che desideravo uno stile di scrittura più “libero”, che non fosse vincolato dalla metrica della musica. 

Quali persone, situazioni o artisti hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Trovo ispirazione da tutto ciò che mi circonda, credo che anche chi sembra meno rilevante possa dire qualcosa di interessante. Inizialmente, è stato il rap italiano a farmi scrivere, poi ho esplorato altre forme artistiche. Restando nell’ambito dell’hip-hop, con il graffitismo, posso dire che Basquiat è l’artista che ha maggiormente lasciato il segno nella mia visione.

Cosa vuoi esprimere attraverso l’arte?

La scrittura è un’esigenza interiore, a volte per esprimere un pensiero, altre per sfogarmi o criticare qualcosa di specifico. A volte, scaturisce qualcosa di meno premeditato, più spontaneo e legato alle emozioni umane in generale, non solo alle mie. 

Lo stile, le possibilità di emergere nell’arte, i consigli.

Mi piacerebbe approfondire sul tuo ultimo progetto artistico, cosa puoi dirci?

Ho sempre cercato di unire uno stile che ricorda l’infanzia con la durezza della realtà, creando un contrasto tra frasi che sembrano scritte da un bambino e parole con un contenuto più maturo. Questo contrasto invita a trovare un equilibrio per guardare alla vita e ai problemi con la purezza e la tranquillità con cui un bambino guarda il mondo. Basquiat mi ha insegnato quanto siano cruciali le parole e il poterle esprimere. Una città piena di scritte, anche se possono non sembrare belle, è una città che ha qualcosa da dire, urlare e comunicare.

Qual è il tuo rapporto con il mercato? che possibilità ci sono di emergere per un giovane artista?

In Italia, spesso ci si attacca a concezioni artistiche tradizionali. Personalmente, spero che il mercato possa orientarsi maggiormente verso sperimentazione e innovazione. Le opportunità ci sono, ma oltre ad avere qualcosa di autentico da dire, serve anche un po’ di fortuna.

 Cosa consiglieresti ad un giovane che vorrebbe vivere di arte?

Io direi di non fissarsi troppo sulle vendite o sulla fama, poiché se sono destinati a venire, lo faranno. Non esiste una formula perfetta, si può solo tentare e sperimentare, ciascuno con il proprio approccio. La vita è fatta anche di casualità, se dell’arte non riesci a farne una carriera a tempo pieno, non bisogna comunque abbandonarla.

Intervista ad Alessandro Capodici, social:

https://instagram.com/alessandrocapodici?igshid=MzRlODBiNWFlZA==

https://www.tiktok.com/@alessandrocapodici?_t=8f39MPqzsfY&_r=1

Ai seguenti link i nostri articoli sugli artisti citati sopra:

Jean-Michel Basquiat non solo graffitismo | ConnectivArt

Barbara Kruger: Semiotica e Critica Sociale | (connectivart.it)

Alighiero Boetti Arte come Mondo Interconnesso | ConnectivArt

Francesco Cogoni.

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Intervista ad Alessandro Capodici
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In questa intervista ad Alessandro Capodici, conosceremo più da vicino questo artista che trovo molto interessante
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One thought on “Intervista ad Alessandro Capodici

  • Opere di una unica semplicità, una frase scritta,,, ma sono frasi che impattano il nostro essere e che danno inizio ad una forte riflessione interiore
    …questa è Arte!!!

    Risposta

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