Interviste

INTERVISTA AD ANTONELLO ROGGIO

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Quando e come nasce il tuo percorso artistico?
Il mio percorso artistico nasce dalla voglia di voler comunicare a chi osserva il mio lavoro. 

è banale dire che la mia passione per la pittura nasce praticamente con me, ma il mio percorso artistico si sviluppa in tempi più recenti, legato ad una mia visione personale del ciclo della vita e dello scorrere del tempo.
Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?
I primi ad influenzare il mio lavoro sono stati la musica e la poesia.
Non tanto come tematica, ma più che altro mi hanno insegnato ad analizzare aspetti della vita cercando di scavare fino in fondo nelle emozioni.
La mia pittura vorrebbe essere un racconto, non troppo diretto, ma che spinga alla riflessione.
Potrei citare tanti artisti che mi hanno incuriosito, ma Caravaggio resta sempre il più importante per me.
Cosa cerchi attraverso l’arte?
Potrei dire che attraverso l’arte cerco di esprimere me stesso, ma non è così.
Sono molto incuriosito dalle storie delle persone, cerco di immaginare in realtà differenti, mi prendo il diritto di ricrearle, mutarle, come una specie di scienziato che trova la formula per potenziare qualcosa che in verità è molto debole.
Un esempio potrebbe essere la religione, la politica ecc…
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C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?
La mia ricerca principale è lo studio dell’essere umano, visitato e rivisitato, lacerando la materia pittorica per spezzare il confine, il limite che la pelle crea con il mondo esterno.
“Operando” sui corpi, sui volti, li trasformo, li deformo, li ripropongo cercando di congelarne l’immortalità.
Non è assolutamente morte ciò che propongo, come qualcuno ha detto, ma il corpo, supporto su cui si incidono gli avvenimenti, intrappola il dolore per poi esplodere di energia vulcanica.
Qual’è il tuo rapporto con il mercato?
Se me lo concedi vorrei essere ironico nel dare questa risposta.
Al mercato si compra bene, se sei fortunato trovi della buona frutta di stagione e di solito i commercianti fanno anche un buon prezzo.
Altre volte si è costretti a recarsi nei discount, ma è una soluzione che io non adotto.
Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?
Credo che di arte si viva appartenendo ad un circuito privilegiato o vendendo opere a chiunque.
La differenza sta nell’acquirente.
Per me si vive di arte come si vive di aria.
L’aria non si vende ma ti serve per vivere.
è un concetto un Po romantico ma è in realtà quello che penso.
Vivo di arte perché circola in me come il sangue e l’ossigeno nel mio corpo.
Non ne faccio una questione di mercato, quindi sotto l’aspetto economico, non sono la persona adatta per dare consigli in merito.
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