Intervista a Federica Cogo
Quando e come nasce il tuo percorso artistico?
Lavoro da 10 anni sulla mia ricerca artistica e direi che parte ufficialmente dall’accademia.
E’ lì che ho iniziato a chiedermi come potevo plasmare quello che volevo dire.
Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?
Ci sono molte persone che hanno influenzato il mio lavoro.
Credo che bisogna avere un punto di vista mobile e questo è possibile solo nel confronto con gli altri.
Ogni persona che troviamo è un’eventuale risorsa: può essere una chiacchierata al bar, una conferenza all’università, o un incontro a un’inaugurazione.
Se devo citare dei nomi parto da Daniele Nalin, mio professore di pittura all’accademia.
Lui ha messo delle buone basi concettuali sul mio operato, le stesse fondamenta che conservo tutt’ora.
Molto utile e rassicurante il confronto con altri artisti: Mauro Fiorese, Giuseppe Veneziano, Nicola Vinci, Silvia Forse, Salvatore Maciullo…
Non posso non menzionare il rapporto con i critici.
Credo sia di fondamentale importanza per uno che vuole fare questo mestiere.
Nel mio caso Daniele De Luigi, curatore e critico molto preparato, professionale e profondo, Claudio Cerritelli e Katia Olivieri.
Gli episodi importanti che mi vengono in mente sono l’incontro con Jeff Koons all’università di Venezia, dove ho capito che l’arte è una vera professione, fatta di disciplina, rigorosità e ingegno.
Fortificante è stato vincere una residenza di un mese a Beijing, dove devi spostarsi in una cultura completamente nuova con una lingua diversa e dei meccanismi diversi da quello che immagini… Poi PremioCeleste, nel quale nel 2012 sono stata premiata al secondo posto nella sezione video.
Da lì ho realizzato quello che stavo facendo e verso dove sarei andata.
Cosa cerchi attraverso l’arte?
Con l’arte cerco la verità.
Questa ricerca può avere mille strade, e io ho scelto questa perché più mi appartiene.
Il lavoro duro è abbinare i contenuti giusti con una forma efficace.
C’è una parte della ricerca di cui vorresti parlare in particolare?
La mia ricerca è fatta di tante parti, e ognuna per me è importante.
Non saprei a cosa dare più peso.
Invidio da una parte l’artista che si concentra con tanta fede ad una sola tipologia di soggetto, ad una sola tecnica, a un solo tema… io non riesco a stare nella stessa strada per tanto tempo, non riesco a riprodurre lo stesso soggetto due volte.
Forse il filo conduttore è che parlo di me, parlo di te, parlo dell’essere umano.
Qual’è il tuo rapporto con il mercato?
Non ho un rapporto diretto con il mercato.
Ho da subito capito che bisogna affidarsi ad una brava galleria con un gallerista onesto (per me Art And Ars Gallery) che rappresenti te e la tua ricerca in un sistema altalenante.
Quello sì, bisogna trovarsi sempre pronti a ballare con il mostro.
Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?
Il mio consiglio è molto semplice: devi crederci.
Devi credere in primis in te, e devi trovare il team giusto.
Ci vuole tempo a volte, e dedizione, corse e sbagli, ma se ci credi basta continuare.
sito: http://federicacogo.it/
Mail: federicacogo.art@gmail.com
Francesco Cogoni.