Interviste

INTERVISTA A FRANCESCO CAMPESE

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Da quel che ho capito guardando le tue opere e spero di non sbagliarmi, i tuoi sono paesaggi interiori, delle introspezioni, come mi è capitato di leggere in una tua precedente intervista, ma son legati al vissuto, al regno della memoria o a qualcosa di più simbolico e concettuale, insomma…

Cosa raccontano di te questi paesaggi desolanti?
La mia ricerca ha un rapporto diretto con la realtà visibile.

Sono affascinato da un’ ombra proiettata su un muro e dal suo complementare: la luce; penso sia questa la base della mia pittura.

Per far dialogare questi due elementi ho bisogno di “giocare” con piani e spazi, escludendo tutto ciò che per me è superfluo.

La pittura per me è una sorta di analisi che va di pari passo con le esperienze, con ciò che vedo, sento e studio, insomma, è uno stile di vita, di cui non posso farne a meno.

Quanto ed in che modo ha influito Roma nella tua crescita artistica?

Roma è la città dove ho studiato.

La mia formazione nasce li.

Il contributo più grande apportato alla mia ricerca è stato conoscere diversi artisti, nazionali e internazionali, con i quali ho avuto la fortuna di condividere lo spazio di lavoro e così nasce lo studio sotterraneo situato in zona Pigneto.

Penso che lo scambio di idee, culture e saperi è fondamentale per una ricerca non solo artistica ma di vita.

Quanto influisce l’ambiente della formazione interiore oltre che tecnica di un’artista?

La pittura, come qualsiasi operazione artistica, prima di tutto è mentale, poi bisogna trovare il modo per materializzare il pensiero e qui subentra la tecnica, che considero solo un mezzo.

Anche qui, come nella luce e nell’ombra, c’è bisogno di un giusto equilibrio.

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Nella storia dell’arte ci sono degli artisti che possono essere definiti maestri per il tuo sviluppo artistico?

Guardo con grande interesse e ammirazione la pittura dei grandi maestri come Giotto, Piero della Francesca, Masaccio, Antonello da Messina, artisti che considero il punto più alto di pensiero e di qualità pittorica; ed ancora mi affascinano alcuni artisti del 900’ come De Chirico e la sua metafisica, la pittura dell’americano Edward Hopper; la plasticità e sensibilità delle nature morte impolverate di Giorgio Morandi o, ancora, la materia del tedesco Anselm Kiefer, il poliedrico Gerhard Richter.

Insomma, alcune volte penso che tutti gli artisti possano darmi qualcosa per ampliare la mia ricerca.

Cosa cerchi in arte?
Non so precisamente cosa cerco nell’arte. Più che cercare è un bisogno.

E’ come mangiare o bere; l’arte è intrinseca nell’essere umano, è qualcosa che ha a che fare con le nostre origini e non si può scindere.

In pittura, senza dubbio, cerco la” qualità” che è data dalla ricerca tecnica; avere la conoscenza della chimica che compone i colori e i diluenti, trovare un medium adatto anche sperimentando le varie dosi tra olio trementina e damar, cuocere mischiando vari ingredienti all’olio di lino, di papavero o di noce; a proposito di questo consiglio un bel libro da leggere di Giorgio De Chirico “Nella profondità dei dipinti” dove vengono elencate tantissime ricette da lui sperimentate.

Qual’è il tuo rapporto con il mercato?
Mercato? ….

Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?

Oggi, purtroppo, non si vive di arte.

Ovviamente parlo di giovani come me e aspiranti, ma anche gli artisti affermati hanno difficoltà a vivere esclusivamente di quella (non parlo di quei pochi artisti che “vengono controllati” dal grande mercato, a mio parere una bolla impenetrabile).

Oggi l’artista, il più delle volte, ha un secondo lavoro che gli permette di vivere e mandare avanti la propria ricerca; io personalmente, in questo periodo, mi ritrovo a lavorare in un magazzino di un’ azienda!

Questo è demoralizzante, ma sono delle prove che la vita ti mette davanti e l’unica cosa più importante è continuare la ricerca.

Purtroppo sono pochissime le gallerie che lavorano seriamente e sono pochissime le persone che investono nell’arte.

Sono tante, invece, le truffe a discapito di artisti ingenui come, ad esempio, cadere nel sistema di gallerie a pagamento, pagare per delle critiche che non ti portano da nessuna parte o aderire a delle promozioni e siti poco professionali.

Oggi bisogna stare attenti a cosa si partecipa, dove e con chi.

Quello che consiglio, è di continuare a fare arte ogni giorno a prescindere da tutto; ovviamente per fare ciò, bisogna essere spinti da una forte passione e motivazione.

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http://www.francescocampese.altervista.org/

Francesco Cogoni.

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