Intervista a Roberto Fontana
Quando e come nasce il tuo percorso artistico?
Sin da bambino ho manifestato attenzione per le forme creative, disegnavo fumetti e inventavo supereroi, adoravo i cartoni animati.
Poi crescendo ho preso piano piano consapevolezza e mi sono avvicinato alla pittura, mi affascinavano i grandi artisti del surrealismo, Dalì, Magritte, Ernst.
Quali persone, artisti ed episodi, hanno influenzato maggiormente il tuo percorso?
Sicuramente l’arte di Francis Bacon è quella che mi ha influenzato maggiormente, soprattutto all’inizio del mio percorso artistico, ma a livello di crescita indubbiamente l’esperienza fatta a Salisburgo nella classe di pittura d’azione sotto la guida del grande Herman Nitsch.
Cosa cerchi attraverso la forma d’arte che utilizzi?
Sono molto egoista artisticamente parlando…
Dipingo esclusivamente per me, per esorcizzare i miei fantasmi e per rispondere alle mie domande esistenziali.
Ovviamente cerco di esprimere qualcosa, di trasmettere quello che sento, ma antepongo la mia necessità artistica a tutto il resto.
C’è una parte nella tua ricerca artistica di cui vorresti parlare in particolare?
La mia ricerca è molto coerente e lineare col percorso che porto avanti da anni, quindi con la mia vita, col mio modo di sentire e vedere le cose.
E’ una ricerca molto intima.
Qual’è il tuo rapporto con il mercato?
Amore e odio.
Amore perché senza mercato l’artista morirebbe di fame, odio perché il mercato dell’arte ti impone delle regole legate esclusivamente al denaro che sono la morte dell’arte.
Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?
Provare a vincere alla lotteria!
Decidere di fare l’artista oggi e vivere solo della propria arte è da coraggiosi, soprattutto se si crede veramente nell’arte e non si vuole scendere a compromessi.
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Francesco Cogoni.