INTERVISTA A ROBY MACCA
Quando e come nasce il tuo percorso artistico?
Non ci sono episodi in particolare.
Disegno praticamente da sempre.
Prima ancora che imparassi a leggere e scrivere.
Fortunatamente ero spesso incoraggiato dalle mie maestre delle elementari che, invece di sgridarmi quando disegnavo maggiorate signore dai lunghi tacchi a spillo, si facevano una bella risata dicendomi di continuare.
Ci teniamo in contatto ancora adesso.
Inoltre c’è la mia famiglia, mia grande fonte di energia e ispirazione da quando sono nato.
Direi che i miei genitori e le mie maestre dell’epoca sono stati il mio “imput”, il mio punto di partenza di questo lungo percorso.
Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?
Sicuramente lo stile “segnico” degli illustratori Andrea Pazienza, Mario Zucca e Davide Toffolo, i colori accesi dell’arte espressionista e post-impressionista e il contenuto molto macabro di alcuni manga come DevilMan, HunterxHunter o Battle Royale.
Tra i miei più grandi mentori cito il nome di Daniela Pergreffi, docente di illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Napoli e l’artista Antonio Russo che mi è molto vicino in questa esperienza sarda.
Cosa cerchi in arte?
Sono sempre molto autocritico nei miei lavori, cerco sempre di affinare le mie qualità, imparare più tecniche possibili e riuscire a esprimere al meglio le mie sensazioni.
Purtroppo non è facile.
C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?
La tematica onirica mi ha sempre affascinato.
A volte, esattamente come gli artisti surrealisti, appena mi sveglio faccio uno schizzo veloce di quello che sogno.
Cerco di essere il più veloce possibile per non dimenticarmelo.
Il sogno è un percorso che mi son portato dietro durante tutto il periodo accademico (con stampe, litografie e calcografie) e che continuerò a realizzare sempre.
Qual’è il tuo rapporto con il mercato?
Un rapporto fatto di alti e bassi.
A volte trovo committenti che apprezzano il mio lavoro pagandomi senza alcun problema la cifra da me stabilita.
Altre volte, con la scusa della “crisi” e senza capire minimamente il lavoro che c’è dietro a un artista, pretendono cifre molto basse.
Ho sempre rifiutato i lavori poco redditizi cercando sempre di rispettare me stesso e non svalutare mai le mie opere.
Trovo che ogni artista dovrebbe fare in questo modo per dare dignità e produttività al mercato dell’arte.
Lasciate perdere chi vi chiama “mercenari”: ricordatevi che tra i committenti dei più grandi artisti di tutti i tempi come Raffaello, Michelangelo e Caravaggio c’erano spesso papi, duchi, cardinali e personaggi di spicco politico.
Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?
L’arte non paga, è molto difficile vivere di sola arte.
E lo dico con estrema sincerità.
Però ha dei vantaggi fondamentali che mi hanno permesso di continuare ancora adesso: L’artista è un uomo libero, può creare in ogni luogo e in qualsiasi momento, non ha contratti e né padroni.
Puoi avere un lavoro e nel frattempo arrotondare realizzando le tue opere.
Infine, cosa fondamentale, è uno svago personale.
Nella mia esperienza, l’arte mi ha aiutato a socializzare, ad avere delle relazioni, a tirarmi su nei momenti bui, a guadagnarmi il rispetto delle persone, a farmi stare bene.
L’arte non sempre aiuta a vivere, ma a farti sentire vivo si!
E nessuna somma di denaro può sostituire queste sensazioni che solo un creativo può provare.
Contatti:
facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=100008736462295&fref=ts
sito: www.robymacca.blogspot.it
mail: roby_macca@hotmail.it
Francesco Cogoni.