Intervista a Tobia Dal Maso
Quando e come nasce il tuo percorso artistico?
Il mio approccio con l’arte nasce abbastanza presto.
Fin da bambino mi piaceva molto disegnare, ricordo con piacere che passavo molte giornate del periodo delle vacanze estive con matita e colori in mano.
L’incontro con la scultura è avvenuto dopo aver conseguito il diploma di maturità in maniera abbastanza casuale.
Ho iniziato a scolpire su legno e poi su materiali plastici (argilla,gesso,plastilina…) frequentando anche un laboratorio di scultura.
Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?
Sicuramente fin da bambino ho sempre ammirato i grandi scultori del passato: M. Buonarroti, G.Bernini, A.Canova… poi col tempo ho scoperto A.Rodin, M.Rosso, A.Martini, M.Marini, A.Wildt, G.Manzù, I.Mitoraj…
Se dovessi dire tre nomi di artisti contemporanei che attualmente ammiro potrei dire G.Vangi, N.Finotti, A. Lopez Garcia, anche se in realtà la lista potrebbe essere interminabile.
Cosa cerchi attraverso la forma d’arte che utilizzi?
Uso la scultura per cercare di conoscere meglio me stesso, il genere umano e la natura. Inoltre attraverso questa disciplina cerco di dare emozioni e di far riflettere.
C’è una parte nella tua ricerca artistica di cui vorresti parlare in particolare?
Attualmente al centro della mia ricerca artistica ci sono l’uomo (in particolare sono molto legato al ritratto del volto), il mondo che lo circonda e come i due interagiscono tra loro.
Qual è il tuo rapporto con il mercato?
Il rapporto con il mercato non è semplice.
L’arte è un settore molto complesso e imprevedibile.
Capita che possa passare molto tempo prima di vendere un’opera o di ricevere una commissione, invece altre volte, magari nei momenti più impensabili, le opere vengono richieste.
Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?
Direi che ciò che conta è essere se stessi, non farsi influenzare dalle mode del momento e perseverare nel fare ciò in cui si crede.
Inoltre è importante non lasciarsi scoraggiare dagli ostacoli o dagli inconvenienti che normalmente si troveranno lungo il percorso.
Lavorare molto e con serietà, anche sbagliare è necessario per potersi evolvere sia tecnicamente che stilisticamente.
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Francesco Cogoni.