Una finestra sulla vita di Antoine Artaud
Da sempre sono molto propensa a curiosare nelle vite difficili come quella di di Antoine Artaud, forse perché la mia infanzia non è stata delle più serene. Poi la mia curiosità e la mia passione per la lettura, mi porta a leggere, a studiare, a fare ricerca.
Antoine Artaud poeta, drammaturgo, saggista, romanziere, regista teatrale e attore francese
Questa volta vi porto un piccolo spaccato di vita della vita e opera di Antoine Marie Joseph Artaud, comunemente chiamato Antoine Artaud, nato il 4 settembre 1896. Artaud è stato un poeta, drammaturgo, saggista, romanziere, regista teatrale e attore francese, quindi un artista a tutto tondo e poliedrico, con anche una personalità misteriosa e piena di estremi e contrasti.
Questo autore è stato l’artefice di una vasta opera che esplora la maggior parte dei generi letterari, che ha utilizzato come percorsi verso un’arte assoluta e “totale”. I suoi primi libri di poesie (più tardi abbandonerà, deluso, la preziosità poetica) L’ombelic des limbes (L’ombelico dei limbi), del 1925, e Le Pèse-Nerfs (Il peso dei nervi) annunciavano già il carattere esplosivo della sua opera successiva. . .
Per me la sua creazione tutta è davvero geniale.
Il teatro della crudeltà
Comunque l’artista è conosciuto soprattutto come l’ideatore del teatro della crudeltà (vedi Il teatro e il suo doppio, 1938; Manifesto del teatro della crudeltà, 1948), una nozione che ebbe una grande influenza sulla storia del teatro mondiale.
Per renderci conto della sua “poliedricità” l’artista lavorò in 22 film negli anni ’20 e ’30, tra cui Napoléon, di Abel Gance, e La passione di Giovanna d’Arco, di Carl Theodor Dreyer.
Per l’influenza della sua opera e delle sue idee drammatiche è stato considerato “il padre del teatro moderno”.
Infanzia, malattia e personalità
“Ricordati che la ragione dell’essere non è stata scoperta”
Antoine Artaud
Torniamo però alla sua infanzia… alla tenera età di quattro anni la vita tranquilla di ragazzo benestante viene turbata dalla malattia: il bambino viene colpito, infatti, da una forma di meningite piuttosto grave, ritenuta la causa dei problemi neurologici che si presenteranno in seguito (balbuzie, nevralgia e episodi di grave depressione).Negli anni dell’adolescenza Artaud viene sottoposto a diversi ricoveri in sanatorio, anche se tra il giugno e il luglio del 1916 riesce comunque ad arruolarsi nell’esercito: viene tuttavia scartato a causa di auto-indotti episodi di sonnambulismo. Le sue crisi della personalità sempre più frequenti lo portarono a numerosi ricordi. Durante tali ricoveri, passò la maggior parte del tempo leggendo. Nel maggio del 1919 iniziò suo malgrado, a diventare dipendente dagli oppiacei, a causa della prescrizione del laudano compiuta dal direttore del sanatorio. Esperienze che segnarono la sua opera.
Ma cerchiamo di comprendere la sua personalità con queste citazioni.
“Ci sono cose da distruggere. Ci sono deformazioni del pensiero, abitudini mentali, vizi, infine, che contaminano i giudizi dell’uomo fin dalla nascita. Nasciamo, viviamo, moriamo, nell’atmosfera della menzogna.”
Antoine Artaud
Artaud l’Inferno e la vita
“Chiunque abbia scritto, dipinto, scolpito, costruito, modellato, inventato, l’ha fatto solo per sfuggire dall’inferno”
Antoine Artaud
E mi chiedo quale è stato l’inferno di Artaud?
Forse indagare nel profondo di se stesso, al punto di perdersi? Forse la non accettazione e le critiche delle persone che avrebbero dovuto appoggiarlo e/o amarlo?
Sicuramente l’arte è stata la sua salvezza.
La sua curiosità è stata una via per “essere” nel viaggio di scoperta di come essere e chi essere. Per Artaud vivere è un eterno dubbio.
“Vivere non è altro che ardere in domande. Non concepisco l’opera al margine della vita”.
Antoine Artaud
Mi sento sempre più attratta da queste personalità che hanno vissuto nel pieno il tuffo dentro il proprio inferno, ma credo che anche loro a loro volta si sono sentite attratte da altri artisti che hanno vissuto inferni simili al loro.
Riporto a seguito una frase di Artaud espressa su Vincent Van Gogh:
“E cos’è un vero pazzo? È un uomo che sceglie di impazzire – nel senso in cui la parola viene usata socialmente – piuttosto che tradire un pensiero più alto della dignità umana. Per questo motivo la società usa i manicomi per imbavagliare tutti coloro di cui vuole liberarsi o per difendersi perché rifiuta di diventare complice delle più grandi schifezze.”
Antoine Artaud, da (Van Gogh, l’ucciso dalla società)
Vista la mia ammirazione per questo artista mi sono tuffata anche nella sua fertile corrispondenza e ho trovato elementi e pensieri che condivido appieno. Mi sembra addirittura di averli pensati io.
Anzi spesso nei miei pensieri ci sono anche questi, anche prima di averli letti scritti da un grande come Artaud.
Vi invito e consiglio la lettura della lettera scritta da questo artista nel 1925 rivolta ai direttori del manicomio, che lui chiamò “Asilo dei matti”.
Yuleisy Cruz Lezcano.
Di seguito link a suoi libri
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