ArteArticoliInterviste

Intervista a Daniele Serra: illustratore dell’horror

In questa intervista a Daniele Serra scopriremo uno degli illustratori dell’horror e del fantastico a mio avviso più suggestivi e riconoscibili del panorama contemporaneo.

Daniele Serra, l’illustratore amante del Brivido

Come e quando nasce il tuo percorso artistico?

Non c’è una vera e propria nascita del mio percorso, nel senso che io ho sempre disegnato da che mi ricordo. Si può dire che da appena ho avuto la possibilità di tenere una matita in mano, li è iniziato il mio percorso. Ovviamente nella mia vita ci son state fasi varie che hanno avuto un importanza più o meno notevole:

Nell’adolescenza ho conosciuto i fumetti, che mi hanno dato un input molto forte per mettermi a disegnare . In quel momento ho conosciuto molti artisti che mi hanno segnato, sia Italiani che Americani. Mi hanno dato molta ispirazione e spunti per costruire un mio stile. Uno stile che inizialmente era molto incerto e da strutturare. Nel frattempo ho fatto una serie di studi che non avevano finalità artistica, ma nonostante questo continuavo a disegnare la notte.

Da grafico pubblicitario al mondo dell’illustrazione e del fumetto

Poi ho lavorato come grafico pubblicitario per sette otto anni e quella è stata una palestra importante. Mi ha insegnato a capire bene come funziona la preparazione di un file, approcciarsi ad un lavoro professionale artistico, e anche in quel periodo continuavo a disegnare la notte. Maturando il mio percorso ed il mio interesse nell’illustrazione, che aveva incontrato maestri importanti come Giger. Incontrarlo è stato importantissimo per me. Poi attorno ai trent’anni ho deciso di lasciare il mio lavoro per fare l’illustratore a tempo pieno. È stata la scelta più importante della mia vita perché ho cominciato a lavorare come illustratore e fumettista.
Il mio percorso è stato prevalentemente da Autodidatta. Ho fatto molta sperimentazione, inizialmente con la pittura ad olio, il carboncino, la matita, l’inchiostro, finche non ho incontrato l’acquerello e li mi si è aperto un mondo. Ho cominciato a sperimentare con questo medium perché mi dava la possibilità di essere molto più rapido rispetto ad altri medium, come oli e tempere. Questo mi permetteva di essere rapido nella consegna delle commissioni e di rispettare le scadenze. Una cosa molto importante dal punto di vista professionale, unita ad una mia passione per come il colore si mescola all’acqua, che mi richiama all’onirico.
Il mio percorso si sviluppa nell’onirico, nel fantastico, nel conturbante. Queste sono un po’ le caratteristiche del mio stile, anche se sento di essere ancora molto lontano da quello che vorrei ottenere.

Stile e arte nelle illustrazioni di Daniele Serra

Quali persone, situazioni e artisti hanno influenzato il tuo percorso artistico, il tuo stile?

Come dicevo prima Giger è sicuramente uno di questi. Ma vorrei ricordare soprattutto mio padre, che mi ha spinto verso questa forma artistica comprandomi i primi fumetti e facendomene appassionare.
Ricordo i primi libri che leggevo, Pittura rinascimentale di Giotto. Un quadro che mi ha stravolto è stato il giudizio universale di Giotto, si trova a Padova. Soprattutto l’inferno è stata una visione che mi ha devastato, mi ha aperto una finestra nel cervello e mi ha fatto conoscere un mondo che per me era completamente nuovo. Pieno di figure oscure, di orrori, qualcosa di fantastico, gotico e ben delineato nel dark. Son le cose che mi son rimaste dentro, infatti, il gotico, il dark ed il fantastico sono punti di forza del mio lavoro.
Poi ci sono i fumettisti italiani come Nicola Mari, Battaglia, Sergio toppi. Poi tutta la corrente del fumetto americano, George Pratt, Ashley Wood, Templesmith, Muth. Però anche tutta la pittura fiamminga come Bruegel e Bosch son state delle figure che mi hanno influenzato tantissimo.
Le situazioni… sicuramente i viaggi che ho fatto mi hanno aiutato molto nelle visioni nell’imprinting, dei borghi medievali in giro per l’Italia. Un viaggio a Parigi, le sue chiese ed i cimiteri, sono dei luoghi che mi porto dentro e che riporto nel mio lavoro.

Tra le persone oltre mio padre, alcuni miei professori e sopratutto mia moglie.

Cosa vuoi esprimere con la tua arte?

Penso che sia uno dei pochi modi che ho di comunicare con il mondo, quindi esprimo me stesso fondamentalmente. Quelle emozioni e sensazioni che non riesco e non si possono verbalizzare, ma che voglio esprimere. principalmente è questo.

Daniele Serra L’illustratore di King, Barker, Campbell e Lansdale

Mi piacerebbe approfondire sul tuo ultimo progetto artistico, sui libri che hai illustrato. Sulla presenza dei tuoi lavori nel film tratto da un libro di Stephen King… cosa puoi dirci?

Son stato molto fortunato, perché ho illustrato per molti scrittori di cui ero fan sin da giovane. Stephen King, Clive Barker, poi ho potuto illustrare dei racconti di Ramsey Campbell, Lansdale. Insomma tutti scrittori che son stati in qualche modo miti nel corso della mia adolescenza e nel mio percorso. Ho sempre cercato di mettere dentro ciò che pensavo, che ero e sentivo e son state tutte esperienze bellissime.

Fumetto, editoria, illustrazione, come funziona?

In genere il modus operandi è sempre lo stesso, ho il contratto con l’editore, leggo il libro perché quando si tratta ad esempio di libri illustrati voglio entrare completamente nella storia, nel racconto, nel romanzo, scelgo le parti da illustrare e poi preparo degli sketch da proporre all’editore, se vanno bene si va avanti con l’illustrazione finale.
Sicuramente ciò che mi ha cambiato la vita a livello professionale è stata per l’illustrazione di The Tommyknockers. Nell’edizione deluxe inglese, in tiratura limitata, 30 illustrazioni interne, tre volumi, insomma un lavoro molto impegnativo ma bello e importante. Mi trovavo ad illustrare il libro di King mettendo mano alle sue cose, e vedere un suo romanzo uscito con la mia copertina è stata una sensazione strana.

Mi sembra sempre di non essere stato io ad averli fatti, come per le illustrazioni di altri grandi autori che reputo da sempre punti di riferimento, nella mia ricerca letteraria e un po’ nell’arte in generale.

I disegni nel film Cell di Stephen King

Per quanto riguarda il film Cell di Stephen King mi aveva contattato la produzione. All’inizio non sapevo neanche fosse un film di questa portata, mi avevano detto soltanto che volevano fare un film tratto da un racconto di King ma pensavo ad una cosa low budget perché non mi avevano dato grossi dettagli.

Poi quando mi hanno detto che i due attori principali erano John Cusack e Samuel L. Jackson mi è sceso un semi infarto. Perché avere la possibilità di lavorare su un progetto di questa portata è stata una grande opportunità. Poter vedere i miei lavori al cinema è stato bellissimo.

Quindi è stata una cosa arrivata dal nulla, non avevo alcun contatto in precedenza. Lo scenografo voleva i miei lavori per il set dressing, perché il protagonista del romanzo era un disegnatore. Quindi la sua casa doveva essere tappezzata di disegni e quei disegni sono i miei.
Lavorare come illustratore è una cosa che mi affascina tantissimo anche perché sono un grande lettore. Un amante dell’horror, della letteratura fantastica e quando ho l’opportunità di unire la mia arte con quella di grandi della letteratura che amo è sempre una grande soddisfazione.

Il rapporto di Daniele Serra con il mercato

Qual è il tuo rapporto con il mercato? cosa consigli ad un giovane che vorrebbe vivere di quest’arte?

Mah, alla fine sono tredici anni dentro al mercato, ormai sono abbastanza tranquillo da un certo punto di vista. I primi anni sono quelli più difficili. Li passi mandando portfolio in giro per il mondo, ricevendo tantissime porte in faccia, tantissimi no, pochissima gente che scommette su di te. Il che è una cosa naturale perché all’inizio non avendo ancora curriculum, gli editori preferiscono usare illustratori già conosciuti, perciò l’inizio è stato molto difficile.

E mi riallaccio ai consigli che posso dare ad un futuro disegnatore e illustratore: L’inizio è la parte più difficile, mettere un piede dentro al mercato e riuscire a fare i primi lavori, costruirsi un curriculum. Da li in poi è tutto più semplice, perché se i tuoi lavori cominciano ad avere una vetrina, se i tuoi lavori piacciono e piaci come illustratore è facile che poi viene utilizzato anche da altri editori. Bisogna avere molta passione e professionalità, queste sono le due doti che secondo me bisogna avere.

Tra talento e professionalità


Anche più del talento, il talento ha una rilevanza abbastanza bassa, credo il trenta, quaranta percento nel complessivo. Se si ha professionalità, passone, sacrificio e la forza di mettersi in gioco… Mettere da parte l’orgoglio anche, perché quando si fa un lavoro artistico ci si innamora del proprio lavoro e questo quando si fa un lavoro su commissione bisogna evitarlo. Non bisogna innamorarsi delle proprie opere perché ci sono mille modifiche, cose che non sempre vanno bene, perciò scendere a determinati compromessi.

Devo dire che mi sono sempre trovato bene con tutti gli editor, ho lavorato in America, Italia, Giappone, Australia, Germania. Ho lavorato un po’ ovunque e devo dire che ovunque la professionalità fa la differenza.

Poi naturalmente soprattutto all’inizio bisogna avere a che fare con realtà più piccole che danno mille problemi. Mille cose fatte male o che non escono come avevi pensato, ma fanno parte del gioco e bisogna avere molta pazienza e soprattutto bisogna riuscire a non mollare mai se comunque sei sicuro del tuo.

Consigli per i giovani fumettisti e illustratori

La possibilità di emergere devo dire di Si. c’è molta concorrenza, ci sono illustratori di un livello eccezionale in giro per il mondo. Però c’è anche molta possibilità di lavoro se si hanno le idee chiare. Chiudere i progetti che si iniziano è una cosa che dico sempre ai giovani con cui mi confronto. La capacità di muoversi passo dopo passo, non avere fretta.

Accontentarsi nel trovare un equilibrio tra quello che si riesce a fare e quello che si vorrebbe fare.

Che quello che si vorrebbe fare non diventi un ideale bloccante rispetto alle capacità attuali della persona. Ad esempio io non sono soddisfatto spesso delle illustrazioni che faccio ma non mi blocco. Cerco ogni giorno di arrivare a quella meta che forse non raggiungerò mai, ed è appunto quella meta che mi spinge a riprovare e migliorare. Questo è importante da far presente ai giovani.

Consiglierei perciò di sviluppare una personalità, questo è molto importante.
Poi la capacità di gestire i rapporti con gli editor, i clienti.

Scendere a compromessi, non innamorarsi mai del proprio lavoro, avere grande passione e soprattutto all’inizio grande costanza.

Non abbattersi, perché avere porte in faccia fa parte del gioco.

Daniele Serra Sito: Daniele Serra Illustrator – Daniele Serra Illustrator

Pagina Facebook: Daniele Serra

Pagina Instagram: Daniele Serra (@daniele_serra_art) • Foto e video di Instagram

Hai appena letto l’intervista completa a Daniele Serra, ti consigliamo anche l’Intervista a Riccardo Mannelli | ConnectivArt

e la Recensione di La mia cosa preferita sono i mostri | ConnectivArt

Francesco Cogoni.

/ 5
Grazie per aver votato!
Summary
Article Name
Intervista a Daniele Serra: illustratore dell'horror
Description
In questa intervista a Daniele Serra scopriremo uno degli illustratori dell'horror e del fantastico a mio avviso più suggestivi e riconoscibili del panorama contemporaneo.
Author

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verified by MonsterInsights