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Intervista a Lorenza Colicigno

Oggi presentiamo l’intervista a Lorenza Colicigno Scrittrice, poetessa, insegnante, giornalista e critico d’arte.

Lorenza Colicigno

Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?

Più che una passione, la definirei un modo di essere e di comunicare. Un’inclinazione scoperta precocemente, che ho voluto maturasse nel tempo per la sempre maggiore consapevolezza del ruolo del/della poeta e per un progressivo affinamento degli strumenti linguistici e stilistici.

Quali persone, situazioni o scrittori hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Non potrei definire con precisione le persone o le letture che più mi hanno influenzato.

Sarebbe necessario un grande anfiteatro per contenerle tutte. Se devo fare dei riferimenti più specifici, posso citare Saffo e le Greche di cui ci rimangono inestimabili frammenti, la latina Sulpicia, non meno di Catullo, Orazio, Ovidio, Dante, Christine de Pizan, più vicini a me Isabella Morra e Giacomo Leopardi, le grandi Anna Andreevna Achmatova, Marina Ivanovna Cvetaeva, Amelia Rosselli, Antonia Pozzi, Margherita Guidacci e Jolanda Insana, non meno di Umberto Saba e Andrea Zanzotto.

La mia poesia nasce, in effetti, dall’ascolto di tutti i fonemi/grafemi che il mio orecchio/sguardo incrociano (non esclusi gli altri sensi). Una vecchia valigia abbandonata o un verso di un/una grande poeta sono allo stesso modo ispiratori.

Radicata come donna e come scrittrice nella quotidianità, ne colgo ogni minimo sussulto o scarto o ripiegamento dalla normalità verso l’imprevedibile/imprevisto: perché ogni minimo sussulto o scarto o ripiegamento ricompone la mia visione del mondo in prospettive diverse, dà un nuovo “senso” alle parole.

Credo che questo sia il ruolo primario del/della poeta: scoprire nuove letture del sé e dell’altro/a, riscoprirsi creatura mutevole, cangiante e insieme saldamente radicata nella natura e nella società.

Cosa vuoi esprimere attraverso la poesia?

La possibilità di un dialogo oltre la solitudine, di un ascolto oltre il silenzio.

Parlaci del tuo ultimo libro!

“Cotidie” è una raccolta che, come tutte le mie pubblicazioni, ha una storia lunga, di continue revisione e rielaborazioni, il nucleo più antico nasce su un quaderno che poi ho perso di vista, un altro nucleo nasce su un mio blog che avevo attivato proprio con il fine di scrivere una poesia al giorno (Cotidie, appunto), il terzo nucleo nasce da incontri, occasioni, ricorrenze, esperienze personali e collettive della città in cui vivo.

Sono pienamente consapevole che la mia poesia rischia costantemente l’impoetico, o almeno ciò che in genere si considera tale, ma non rinuncerei mai a dar voce a situazioni la cui profondità valoriale vada al di là di ogni valenza estetica.

Il nostro tempo ha bisogno di comprendere questa variazione del “sentimento” poetico: dal bello al profondo, dal gesto estetico e auto-appagante al gesto dialogante anche se disarmonico, dall’intimo al visibile, per renderlo visibile, dalla regola al caos perché nuove regole possano nascere, regole nuove e antiche insieme, come, ad esempio, restituire la poesia alla comunità parlante e agente sulla scena della vita più che su quella della letteratura. E quando dico vita, intendo la complessità della vita contemporanea che include il concreto e materiale agire nel reale, ma anche il web, i social media, il metaverso.

Lorenza Colicigno

Qual è il tuo rapporto con le case editrici e che possibilità ci sono di emergere per un giovane scrittore/poeta?

Non ho mai cercato un approccio con le grandi case editrici, avendo scelto di vivere in una periferia del mondo (Potenza, Basilicata) e di dedicarmi al ruolo di insegnante, ho vissuto la mia esperienza di poeta nella logica del dono, non diversamente, del resto, dal modo in cui ho vissuto la mia professione primaria.

Cosa consiglieresti ad uno scrittore/poeta che vorrebbe vivere di quest’arte?

Non sono la persona più adatta a rispondere a questa domanda, ho sempre svolto la professione di insegnante di Liceo e certo la poesia non mi ha dato da vivere. Credo, comunque, che non basti avere talento, i meccanismi della produzione e divulgazione dettati dalle grandi case editrici sono come arrugginiti o serrati a varie mandate, le medie e piccole vendono un tot numero di copie agli autori e così tirano avanti.

Bisogna, forse, avere voglia di vivere, anche di rischiare di sopravvivere, con la poesia, per trovare le strade giuste.

È noto, comunque, che la poesia “non vende”, ma questo forse la rende libera dai meccanismi del mercato e la rende più autentica, resterà ai posteri, poi, l’ardua sentenza.

Intendiamoci, quando dico “libera” intendo sottolineare che la poesia ha bisogno, più d’ogni altra forma di scrittura, di tempo, di fatica, di precisione e cura formale.

Non va d’accordo con la fretta o con l’improvvisazione, anzi deve creare pause riflessive in chi scrive e in chi legge e aprire, con scarti semantici e fonici, orizzonti nuovi al significato delle parole, logorate, mercificate, in questo nostro tempo, da un uso in genere strumentale e banalizzante. Tentare di vivere di poesia potrebbe essere la nuova sfida. Per me ormai è tardi, ma per giovani scrittori e scrittrici non c’è che da provare a intraprenderla questa strada in salita e ad ostacoli. Potrebbero smentirmi, e ne sarei felice.

Ai giovani:

Alle giovani scrittrici dico di non scoraggiarsi perché ancora i libri di scuola e le pubblicazioni antologiche privilegiano gli uomini. Nella storia della scrittura letteraria, si incontrano, per fortuna, anche le “divulgatrici”, come ad esempio, la veneziana Luisa Bergalli che nel 1726 pubblicò i “Componimenti poetici delle più illustri rimatrici d’ogni secolo”, salvando dall’oblio più di 200 scrittrici.

Anche io, memore che nella mia formazione scolastica e universitaria ho incontrato quasi solo esclusivamente poeti, mi sono assunta questo compito con il progetto didattico “La città delle Donne”, attivo in Craft World e in Spatial, che ospita circa 100 scrittrici e artiste di tutti i tempi, il mio contributo al superamento del divario di genere nella scrittura letteraria.

Lorenza Colicigno

Per acquistare il suo libro al link: Cotidie | Manni Editori

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Francesco Cogoni.

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